Addio a Cino Tortorella, l’indimenticato Mago Zurlì ma non solo

Addio a Cino Tortorella, l’indimenticato Mago Zurlì ma non solo

ITALIA – Non riesco a ricordare con precisione che anno fosse, ho nella mente la tv in bianco e nero di mia nonna in fondo al salone “buono” e l’immancabile richiamo “Ven mo’ que che ariva il Mago Zurlì” che segnava l’inizio dello Zecchino in tv e apriva la parentesi ludica in televisione anche per noi bambini.

Negli anni si sono susseguite tante edizioni dello Zecchino, ed immancabile, ogni anno, la presenza di questo buffo personaggio in calzamaglia e porporina tra i capelli era diventato un marchio di fabbrica dello Zecchino, un porto sicuro per ogni bambino che seguiva la kermesse in televisione. E pensare che questo personaggio era nato per caso nel 1956 quando promosse la messa in scena di una pièce teatrale per ragazzi dal titolo Zurlì, mago Lipperlì, dalla quale fu tratta la sceneggiatura del suo primo programma televisivo “Zurlì, mago del giovedì”, andato in onda nel 1957, per iniziativa di Umberto Eco, allora funzionario Rai. Del suo alter ego Cino Tortorella diceva: “Resto quel personaggio che inventai per una commedia che nel ’59 sbarcò in tv grazie a Umberto Eco. Realizzammo tantissime puntate e il ruolo di quel Merlino in calzamaglia e porporina tra i capelli che avrebbe dovuto interpretare Dettori, finì per toccare a me…”.

Il rapporto, strettissimo, con l’Antoniano si era però interrotto otto anni fa quando Cino Tortorella aveva fatto causa all’allora direttore Alessandro Caspoli per aver “dilapidato un immenso patrimonio facendo passare la produzione dai nove mesi del 2001 all’attuale mese e mezzo; permettendo alla Rai di annullare trasmissioni storiche come La Festa della mamma, La festa di primavera e fra poco anche lo Zecchino d’oro”. Il suo timore era quello di vedere lo Zecchino radiato dai palinsesti, dopo che la Rai aveva già avuto modo di utilizzare e poi dimenticare numerosi programmi facenti parte della galassia Antoniano.

Il nuovo direttore all’epoca decise infatti di sostituire sia Tortorella che i frati dell’Antoniano. Anche Topo Gigio non era stato considerato più moderno, e relegato in soffitta.

Lo Zecchino è comunque sopravvissuto, seppur ridimensionato, ma dal 2009 Cino Tortorella è stato escluso dalla rassegna. Un distacco, quello dalla sua creatura, che fu probabilmente all’origine di un grave malore che lo colpì poco dopo, nel novembre del 2009.

Del futuro dello Zecchino d’oro, che aveva creato nel 1959, diceva di augurarsi che fosse “come quello della pasta e fagioli. Spero che rimanga genuino, fatto con la miglior pasta, i migliori fagioli e l’olio più buono. Bimbi simpatici, belle canzoni, possibilmente Topo Gigio. Un concorso dove perdono solo le canzoni e non i bambini”.

Ma Cino Tortorella non è stato solo il Mago Zurlì, seppur figura amatissima nell’immaginario di almeno un paio di generazioni di bambini. In RAI fu autore e regista della trasmissione Chissà chi lo sa?  andata in onda consecutivamente per dodici anni e della trasmissione  dal titolo Nuovi incontri, presentata in video da Luigi Silori, alla quale parteciparono importanti scrittori del Novecento come Alberto Moravia, Dino Buzzati, Riccardo Bacchelli e Giancarlo Fusco.

Partecipo’ inoltre alla crescita artistica di alcuni emittenti private come Telealtomilanese e poi Antenna 3 tra la fine degli anni settanta e l’inizio degli ottanta. In quest’ultima collaborò con Enzo Tortora ed Ettore Andeanna.

Dell’esperienza di Antenna 3 si ricorda in particolare Telebigino, una trasmissione pomeridiana di tre ore condotta da Roberto Vecchioni, dove il cantante, che all’epoca era anche professore di latino e greco al liceo Cesare Beccaria di Milano, riceveva telefonate di ragazzi in difficoltà con i compiti a casa, e forniva aiuti per le materie letterarie.

Si è spento ieri a Milano a 89 anni.

Marianne Bargiotti

Leave a Reply

Your email address will not be published.