Addio a Doris Day, fidanzatina d’America e ultima vera diva

Addio a Doris Day, fidanzatina d’America e ultima vera diva

“Ne ho passate veramente di tutti i colori. Ho sempre detto di sentirmi come quelle bambole da circo con il fondo circolare, avete presente, quelle bambole che puoi spingere giù e loro ritornano sempre su? Sono sempre stato così. Ho sempre detto “non importa quello che succede, se vengo spinto giù mi rialzerò subito”. Doris Day

MONDO – Lunedì 13 maggio, l’attrice e cantante americana si è spenta all’età di 97 anni. Doris era una star come oggi non se ne vedono più, una star trasversale capace di sfondare in qualsiasi campo si sia cimentata, dal cinema (commedie e thriller) alla musica, passando per la radio. Oggi, voglio ricordarla, perché Doris era una Diva con la d maiuscola, un sex symbol di un’epoca fantastica e irripetibile, un’esuberante bionda dalla voce dolce che ci ha fatto innamorare perdutamente.

Que serà, serà” cantava Doris e quanto aveva ragione… Il futuro non lo possiamo prevedere, tanto vale non arrovellarsi. La ricordo bene, Doris era una diva, ma non come quelle di oggi: bionda, bella, esuberante, gentile di aspetto, tipicamente americana nei modi e nella recitazione (sapeva fare tutto, cantare, recitare, divertire, commuovere) intraprendente e con la voce dolce. Doris Day era una star, capace di spaziare dalla musica appunto, e con quella voce direte voi è facile, alla danza, dalla radio al cinema, passando dalle commedie al genere drammatico e al thriller (si diceva che Hitchcock ne fosse perdutamente innamorato). Gli anni 50′ e 60′, in parte, sono stati suoi.

NON IMPORTA QUELLO CHE SUCCEDE, SE VENGO GIU’ MI RIALZO SUBITO”

Doris Day.

Poche sue colleghe hanno avuto il suo talento, la sua determinazione, aiutata molto da quel caratterino esuberante, la sua capacità di trasformarsi e di sfondare in qualsiasi campo potessi cimentarsi. E quante difficoltà da sconfiggere! Come quella volta in cui, a soli 24 anni, Doris Day dovette reinventarsi completamente a causa di un incidente che le impedì di proseguire il suo percorso nella danza. Abbandonata la sua passione originaria, si dedica alla musica e comincia a cantare come vocalist in un gruppo seguendo le orme del padre. In breve diviene un’icona e la sua canzone “Sentimental Journey”, scala le classifiche statunitensi si trasforma in un inno per i soldati che sognavano un ritorno a casa negli ultimi anni del secondo conflitto mondiale.

Dopo un’infanzia travagliata, la morte del fratello e nonostante le nevrosi che la portano a fumare 60 sigarette al giorno e una vita sentimentale complicata, l’incontro con Micheal Curtiz (l’asso di Casablanca) le assicura il successo nel settore cinematografico e la trasforma nell’ideale “fidanzata d’America“, protagonista di commedie sorridenti e rassicuranti.

I numeri e il palmares parlano per lei, è inutile che aggiunga altro: Con 39 film al suo attivo, oltre 75 ore di programmi televisivi e oltre 650 canzoni registrate, la Day è stata nominata per un premio Oscar e ha vinto un Golden Globe e un Grammy Award. Nel cinema la ricordo in una miriade di film, che le tv continuano a passare anno dopo anno, riportando alla mente la magia di quei tempi e di quel cinema, film modellati intorno al suo personaggio e non poteva essere altrimenti. Titoli come “Non sparare, baciami” di David Butler, “Amami o lasciami” di Charles Vidor, commedie brillanti ed eterne, ma anche thriller inquietanti, come “L’uomo che sapeva troppo” di Alfred Hitchcock o western campioni al box office come Calamity Jane, che portò Doris a essere la prima donna protagonista a dominare al botteghino dai tempi di Shirley Temple.

QUE SERA’, SERA’

Doris Day.

Doris Day aveva 97 anni e si è spenta dopo aver vissuto una vita a mille all’ora. La sua dipartita, nonostante sia avvenuta in età avanzatissima, mi ha rattristato e mi ha fatto riflettere sul concetto di sensualità e su come si sia evoluto nel corso del tempo. Ripercorrendo la sua incredibile carriera e andando a riguardare le sue fotografie e le sue immagini più memorabili, non può non riaffiorarmi il pensiero di quanto fossero belle le dive di ieri. Doris, nonostante la sua delicatezza e il suo stile timido e da ragazza della porta accanto, era sensuale, bella, senza escamotages, make up o photoshop, per non parlare della chirurgia estetica.

Da donna, dico che un suo sguardo riusciva ad ammaliare molto di più di un tanga in bella vista o di una scollatura, perché Doris incarnava una bellezza senza tempo, fatta di sorrisi, personalità, carisma, grinta e stile.

E infine, ma non meno importante, quella canzone. “Que serà, serà”, un brano immortale, che ancora oggi, quando siamo spaventati o tristi continuiamo a cantare per tirarci su il morale, un brano che vinse l’Oscar nel 1956, una canzone che ha accompagnato tutta la mia vita, e attenzione, non ero nata quando uscì, non sono così vecchia!! ma la dolcezza e il messaggio apparentemente semplice che contiene, sono talmente profondi e rassicuranti da non poter morire mai!

Ciao fidanzatina d’America!

https://www.youtube.com/watch?v=xZbKHDPPrrc

Fabiola Cinque

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