Addio a Laura Biagiotti, pioniera della moda italiana

Addio a Laura Biagiotti, pioniera della moda italiana

ROMA – La scomparsa di Laura Biagiotti, ambasciatrice nel mondo del made in Italy. Una vita di successi e primati, da vero capitano coraggioso. Ripercorriamo con lei la storia fino alla sfilata BIAGIOTTI dell’ultima edizione nel calendario della Milano Fashion Week.

Non solo la “regina del cashmere”, come l’ha ribattezzata il New York Times. Laura Biagiotti è stata molto di più. Una vera leonessa della moda (non fosse per il fatto che era nata sotto il segno del Leone), che a buon diritto può essere inserita nella schiera di quei pionieri che con il loro coraggio, la loro forza, la loro lungimiranza sono capaci di cambiare la storia, di modificare il corso degli eventi. Il Made in Italy della moda esiste anche (e soprattutto) grazie a lei. Alla sua cultura, alla sua passione, al suo entusiasmo domati solo da un cuore ribelle.

La biografia.

Quando negli anni Sessanta, Laura Biagiotti decide, dopo gli studi di archeologia, di seguire le orme della madre Delia, il sistema moda era quanto di più lontano da quello che conosciamo oggi. Erano ancora gli anni nei quali, per essere eleganti e “alla moda”, si andava a Parigi per «comprare un cappello» (come cantava De Gregori). Cioè per copiare i modelli dei grandi stilisti e farseli realizzare dal sarto della propria città.

Gli inizi.

La madre Delia Biagiotti era proprietaria di un importante atelier romano, molto noto nella Capitale per il gusto e l’eleganza. Per questo aveva ottenuto l’appalto per realizzare le divise delle hostess Alitalia (1964). Laura ha ventun anni ma subito intuisce il potenziale del nascente prêt-à-porter di lusso. Un anno dopo, fonda con il marito Gianni Cigna la Biagiotti Export, con l’intento di produrre e soprattutto esportare l’alta moda romana oltre che le sue creazioni. Parigi non poteva non starle stretta.

La svolta.

Non aveva ancora realizzato la sua prima collezione autografa – che arriverà nel 1972 nella mitica Sala Bianca di Firenze – ma aveva già collaborato con i grandi nomi dell’epoca: Schuberth, Capucci e Barocco. Proprio il 1972 può considerarsi una svolta nella sua carriera di stilista: con l’acquisto del prestigioso maglificio MacPherson di Pisa, Laura Biagiotti entra direttamente nel settore maglieria, travolgendolo: il cashmere era solo quello dell’eleganza classica inglese; lei lo rivoluziona, sperimenta soluzioni innovative che le valgono, appunto, il titolo di regina del cashmere. Da allora non si è più fermata, contribuendo con gli altri grandi nomi della moda italiana (Ferrè, Valentino, Versace, Krizia, Armani) a creare le fondamenta di quel sistema moda (il prêt-a-porter di lusso, appunto, spostandolo da Firenze a Milano) che farà la fortuna del made in Italy e della sua industria tessile.

L’amore per Roma.

Nonostante i successi e i quarant’anni di carriera (festeggiati nel 2012), Laura Biagiotti era rimasta fedele a se stessa: anche negli anni dei grandi gruppi del lusso e dei manager della finanza, per lei made in Italy voleva ancora dire famiglia, passione, cultura. Sempre legatissima alla sua città di origine, Roma (alla quale ha dedicato un profumo di grande successo), dal 1980 aveva eletto a dimora e quartier generale un antico castello dell’ XI secolo alle porte della Capitale, dove si trovava al momento del malore che l’ha uccisa. Casa e bottega verrebbe da dire, se non fosse che questo non le ha impedito di diventare ed essere universalmente nota come l’ambasciatrice della moda italiana nel mondo e di collezionare primati come nessun altro.

Premi e riconoscimenti.

Laura Biagiotti è stata la prima stilista a sfilare a Pechino (1988, quando la Cina era ancora lontanissima), a Mosca (1995, nella vecchia sede del Pcus), al Cairo (1997) e la prima a ricevere il Prix Femmes D’Europe per aver contribuito a promuovere la partecipazione delle donne allo sviluppo dell’unificazione europea (2001). Ma i riconoscimenti non si contano: premio Donna dell’Anno (New York, 1992); premio Marco Polo (Pechino, 1993); Cavaliere del Lavoro (Roma, 1995); dal 2009 presidente onorario del Comitato Leonardo (che riunisce l’eccellenza italiana dell’industria, dell’arte e della cultura); riconoscimento della Lupa Capitolina e “Biagiotti Day” (Roma, 2004); Leone di Cristallo alla Carriera (Venezia, 2007); premio Leonardo (Roma, 2011).

Laura Biagiotti

L’amore per l’arte.

Un posto d’onore, nel lavoro di Laura Biagiotti, ha sempre avuto l’arte. Le sue collezioni si sono spesso ispirate ai giganti della pittura e della scultura, come Balla o, per esempio, Alberto Burri e Antonio Canova per l’autunno/inverno  2017-2018 (la sua ultima collezione). E artistiche erano le sue sfilate, che lei considerava veri e propri spettacoli teatrali e musicali con «protagonisti gli abiti»: non per caso dal 1999 Laura Biagiotti sfila in esclusiva al Piccolo Teatro Studio di Milano grazie ad un accordo di sponsorizzazione. E non per caso, ha collaborato con il cinema e il teatro, realizzando molti costumi di scena, come nel 2013 per “La Grande Bellezza” di Paolo Sorrentino.

Grande mecenate.

Laura Biagiotti era anche una grande e generosa mecenate: alla sua amata Roma ha donato ben 170 opere di Giacomo Balla (fino al 25 giugno a Londra, la mostra “Giacomo Balla: Designing the Future”, rassegna di 116 tra dipinti, bozzetti e capi di moda della collezione Biagiotti); ha sponsorizzato la ricostruzione – con 1084 margherite di pelle bagnate in oro antico – del sipario del Teatro La Fenice di Venezia (2003), il restauro della Scala Cordonata del Campidoglio (1998) e il restauro delle Fontane di Piazza Farnese a Roma (2007). Il monumentale arazzo “Genio Futurista” di Giacomo Balla è stato esposto nel Padiglione Italia all’Expo 2015 di Milano.

Biagiotti stilista.

Lo stile di Laura Biagiotti è sempre stato molto femminile, romantico e sofisticato, grazie all’utilizzo di tessuti pregiati e raffinati. Lino, taffetà e cotone puro, chiffon, satin, panno di lana, velluto e lana bouclè, per non dimenticare l’amato cashmere. Le possibilità offerte dal cashmere affascinano la giovane stilista e la stimolano a farne una delle materie prime sulle quali basare la ricerca delle sue future collezioni. La prima sfilata comprende pochi capi che ruotano attorno a una giacca bianca, trasformata dagli accessori per l’uso della mattina e della sera. Nasce un grande amore: il bianco, che diventa un altro segno distintivo. La stilista  pensa a donne simili a lei, più che ad astratte dea delle passerelle.

L’innovazione del cashmere.

Negli anni ’80 il suo stile si affina e si definisce: le sue creazioni i cashmere diventano innovative e raffinate e sperimentano soluzioni mai inventate prima. Materiali di alta sartoria che hanno reso indimenticabile i suoi abiti e attorno al bianco ruota un valore simbolico: la purezza della donna. Non una semplice donna, ma una vera e propria fata.

Quando parliamo di Laura Biagiotti, non parliamo solo di un brand o di un marchio, ma parliamo di alta sartoria; un’artigianalità che da sempre incontra tecniche più innovative come le trecce fatte con il laser o l’agugliatura, che sovrappone i tessuti senza cuciture. Gli abiti firmati Biagiotti avvolgono delicatamente il corpo della donna e il modello che meglio rappresenta la griffe è quello con taglio trapezoidale.

Il “bianco Laura”.

Questa silhouette iconica ha caratterizzato molto lo stile dell’azienda, tanto da definire la donna Biagiotti una vera e propria “bambola”. Non erano semplici abiti, dietro di loro c’era molto di più. Le sue linee morbide erano per lo più una carezza per coccolare un po’ le donne nel mondo complicato di oggi. Il suo bianco è un inno alla purezza dunque ma è anche un inno a quei sacramenti che segnano la vita di una donna come: Battesimo, Comunione e Matrimonio.

Ma i suoi abiti sono anche versatili utilizzati sia in queste grandi occasioni, più formali, ma anche nella vita di tutti i giorni. Sono tante le star che hanno indossato gli abiti della stilista romana e molte sono quelle che partecipano alle sue sfilate. Tanti nomi noti tra cui spiccano quello di Marta Marzotto, sua amica, di Romina Power, ma anche di sua figlia Cristel Carrisi, della splendida Cristina Chiabotto e dell’indimenticabile Virna Lisi.

La donna Biagiotti.

Una donna forte, elegante e di grande competizione dedita al lavoro duro e all’amore. Tutto ciò non solo racchiude il profilo della stilista, ma è il profilo della donna Biagiotti. Una donna che valica i confini quando ancora nessuno li aveva oltrepassati. Siamo 1988 quando il candore e la purezza della stilista romana arrivano a Pechino. Trenta modelle cinesi indossano le più significative creazioni della carriera di Biagiotti; quasi centocinquanta abiti rendono omaggio alle materie prime prodotte in Cina da secoli: sete e cashmere, che Biagiotti da anni importava in Italia.

La moda come comunicazione.

Con la Cina Laura Biagiotti aveva reso omaggio ad un Paese e alle sue materie prime. Con la sfilata nel febbraio del 1995 al Mosca, la stilista italiana riesce in una grande impresa: «Est e Ovest si incontrano sulla passerella» titolava il New York Times. La moda riusciva ad infrangere il muro dei sogni e dei desideri insoddisfatti delle donne russe e li tramutava in realtà; la moda vissuta ancora come uno straordinario mezzo di comunicazione, con una  sfilata-spettacolo sul palcoscenico del grande teatro del Cremlino. «Mi piace portare messaggi la dove sono in atto profondi cambiamenti sociali e culturali e in Russia, dopo la caduta del muro di Berlino, ho assistito ad una rivoluzione del costume ancora più profonda e radicale di quella cinese»: in questa affermazione un po’ si racchiude la filosofia Laura Biagiotti.

Fedele a se stessa.

Se gli anni 90 sono stati la vera consacrazione a livello internazionale, negli anni 2000 ritroviamo lo stesso candore e stile abbinato alla modernità grazie anche alla partecipazione della figlia Lavinia che con la madre Laura curava le collezioni. Laura e Lavinia Biagiotti hanno introdotto per prime la sinergia tra moda e sport, volta a rafforzare due grandi settori che contribuiscono a diffondere il prestigio del Made in Italy nel mondo. Infatti nell’ottobre 2000 per il suggestivo finale della sfilata gran parte dei campioni dell’Olimpiade di Sidney 2000 hanno sfilato per Laura Biagiotti avvolti in un tricolore di cashmere. Il legame tra moda Biagiotti e grandi atleti prosegue nel tempo con testimonial d’eccezione.

Tutto procede secondo tradizione anche in questi anni. L’amato cachemire, l’adorato bianco, la sperimentazione sulla materia, le citazioni colte sono i protagonisti di ogni collezione Biagiotti. Nella sfilata per i 30 anni del marchio, la proposta del cachemire lavato a 100 gradi e infeltrito tanto da sembrare una lussuosa felpa. E’ il mondo di Laura: fatto di piccole e grandi invenzioni. Come la stampa souvenir (estate 2003) con intarsi di cartoline d’antan, orlate di pizzi.

Arte&moda.

Ciò che ritroviamo sempre nelle ultime collezioni è il richiamo all’arte e all’artigianalità. Nella collezione primavera-estate 2010 negli abiti rivive la farfalla di Giacomo Balla con le sue geometrie espanse, ma anche sui pantaloni che si stringono sul fondo e sui ponchos. Molti i mini abiti smanicati e leggermente a trapezio dai colori freschi e frizzanti. Fanno il loro ingresso nuovi colori come oro patinato, riflessi bronzei, arancio, porpora, verde. E ovviamente il bianco Laura: luminoso, estivo, su maxi cardigan, maglie di seta e abiti da ballerina con corpetto ricamato. Le pietre dure ai fili di catene con perle rendono preziosi gli abiti e le zeppe hanno fondo in sughero. I sandali-farfalla sono in vernice pastello o metallizzati.

Storia e geometrie.

Teodora, imperatrice bizantina è invece la protagonista della collezione autunno-inverno 2012-2013. Icona è la giacca-cappa in panno con inserti di pelo. Immancabile il cashmere e i riferimenti all’arte con stampe che riproducono il pavimento della Basilica di San Marco a Venezia.

Il futurismo di Balla.

All’arte e all’artigianalità è dedicata anche la collezione primavera-estate 2015. Si insidia la geometria multidimensionale, sublimata nel concetto di Art-App, sintesi di arte applicata. Troviamo così gli intarsi futuristi, le impunture, i pannelli dipinti a mano. I tagli al laser creano fiori come origami,  tridimensionali di organza realizzati dalle maestranze italiane e ispirati ai fiori di Dufy. Le stampe che esplodono in un inedito patchwork e riprendono il “Motivo per stoffa” del 1922 e i “Motivi prismatici compenetrati” del 1930 di Balla.

Anche gli accessori riproducono geometrie futuriste, dagli occhiali alla tracolla, alla micro clutch, alle calzature. Decori hand made e ricami con pelle, cristalli e frange. Ma insieme alla sperimentazione anche il tipico tricot e le trecce che la confermano artista della maglia.

Addio a Laura Biagiotti, pioniera della moda italiana

La scomparsa di Laura Biagiotti, ambasciatrice nel mondo del made in Italy. Una vita di successi e primati, da vero capitano coraggioso.

La Città Eterna.

Per la collezione autunno-inverno 2015-2016 ritorna l’amore per Roma. La stilista reinterpreta le icone della Capitale, attraverso la lavorazione della maglia. Punti, intrecci, decori e ricami richiamano le colonne e i bassorilievi ma anche il crogiolo culturale che da sempre identifica la Città eterna. L’abito Mappa è il vero protagonista della collezione: una sorta di cartina rivisitata con un design ipergeometrico e riprodotta con jacquard e intarsi. Molte le sfumature cromatiche che vanno dal rosa all’ocra, fino all’arancio dei tramonti sui Fori. Il bianco grezzo del travertino incontra i riflessi d’oro delle Cupole. I chiaroscuri delle architetture virano in una composizione di grigi fino al contrasto bianco/nero.

Oriente e Occidente.

La Cina e l’incontro tra Oriente e Occidente danno vita alla nuova collezione di Laura Biagiotti per la collezione autunno inverno 2016- 2017. Volumi romantici si alternano al rigore di completi che ricordano la divisa di Mao.

Ritorna l’inno alla donna sportiva nella collezione primavera-estate 2017. Il golf è il protagonista indiscusso: rombi e polo si ritrovano a creare abiti seducenti nella versione guêpière con lacci intrecciati. La pallina da golf diventa elemento grafico, dettaglio, decoro e accessorio.

L'ultima collezione.

Infine, la metamorfosi è l’elemento dell’ultima collezione, autunno-inverno 2017-2018. E' dedicata alle donne che in questa società contemporanea devono assumere una pluralità di ruoli. Una collezione che pone l’accento sulle lavorazioni sperimentando tecniche e materiali in inediti collage. Ma nella quale trapela anche un alone romantico nelle gorgiere di cashmere che rivisitano gli iconici abiti Bambola degli anni ‘80. Insomma nulla è cambiato anche a distanza di 50 anni.

La maison oggi.

Oggi la maison conta non solo la collezione donna. C'è anche quella uomo, bambino, prodotti per la casa, oltre a quella per gli accessori, tra cui le famose scarpe Laura Biagiotti, le borse e gli occhiali. Da non dimenticare i profumi Laura Biagiotti, in particolar modo il fortunato Roma.

Un discorso a parte meritano le scarpe e i profumi della stilista romana. Laura Biagiotti è nota in tutto il mondo per il successo dei suoi profumi. Fiori Bianchi è il primo, lanciato nel 1982. Poi Night e Biagiotti Uomo. Nel 1988 nasce il best-seller Roma seguito nel 1992 da Venezia. Nel 1994 sono stati lanciati Laura e Roma Uomo. Nel 2004 nasce Aqua di Roma premiato con il Fifi Award. Nel 2010 sono state lanciate le fragranze Mistero di Roma; nel 2013 Essenza di Roma; nel 2014 Blu di Roma.

Per quanto riguarda le scarpe, sono state proposte nel corso degli anni dalla maison in diverse forme, dai sandali con tacco per le cerimonie più eleganti alle décolletés a punta con applicazioni gioiello e ricami, dalle sneakers alle slip on, dalle ballerine pregiate agli stivali e agli stivaletti di carattere.

Fine di una storia?

Donna e artista poliedrica, coraggiosa pioniera, Laura Biagiotti passa il testimone alla figlia Lavinia. La sfida (non solo per lei) sarà quella di replicare una storia mentre intorno tutto cambia. E i protagonisti di un’avventura straordinaria stanno scomparendo uno a uno.

Annamaria Gargani e Romina Pellecchia Velchi

La foto in copertina è:

LAURA e LAVINIA BIAGIOTTI all'ultima edizione della Milano Fashion Week dopo la sfilata.

Photo by Amanda Soccali per MyWhere copyright, all right reserved.

Foto prima Gallery dal sito ufficiale Biagiotti.

Foto della sfilata BIAGIOTTI all'ultima edizione della Milano Fashion Week.

Photo by Amanda Soccali per MyWhere copyright, all right reserved.

 

Biagiotti

Fabiola Cinque

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