BOLOGNA – Il noto wine art bar bolognese presenta una talentosa esordiente artista polacca.
Aneta Malinowska è una donna polacca di aspetto molto giovanile, nata in un paesino vicino Breslavia, che vive in Italia da 13 anni. Come potete leggere nella intervista che segue, il suo talento artistico è emerso realmente solo quando arrivò nel nostro Paese. Forse è per questo che la sua pittura non ha niente di tipicamente polacco. I colori sono accesi, solari, caldi e fanno pensare al mediterraneo e non al grigio mar Baltico. Le sue forme hanno qualcosa del realismo magico che fa pensare all’influsso di Chagall (originario della Bielorussia); il segno con il quale trasporta oggetti e figure nello spazio pittorico è deciso, originale, pulsionale, poco mediato dallo studio o dall’esercizio ripetitivo. A suo favore gioca il fatto che non segue mode, non sfrutta tendenze, non ha maestri che orientino la sua ricerca. La sua arte nasce come pura espressione interiore, libera di cercare nel suo vissuto i tumulti passionali e i pretesti dai quali partire per abbandonarsi alla sperimentazione di materie e forme espressive che immagino abbiano un fondo di ragione tipicamente ludico. Per Aneta l’atto artistico è essenzialmente una emozione e un piacere. Contenuti, scopi, calcoli vengono in secondo piano. Probabilmente è questa la ragione della difficoltà nel riconoscere un suo preciso stile. Come i grandi dilettanti di ispirazione romantica, sinora l’artista si è lasciata assorbire fino a perdersi nella materia con la quale tenta di creare un ordine estetico alle sue pulsioni interiori. Questa pittura che non si riconosce in uno stile ma si espande in molte direzioni, non toglie interesse e bellezza alle sue opere riuscite. Anzi direi il contrario. Quando l’orchestrazione dei colori e l’effervescenza delle forme risultano ben calibrate, la libertà dalla prigione dello stile, crea un fascino particolare avvicinabile al significato di una delle forme simboliche che ogni tanto ritorna nei quadri di Aneta. Mi riferisco ai misteriosi vortici che immagino per molti non possano non rinviare al pensiero di Van Gogh nella fase della sua vita più delirante e ispirata. I vortici di Aneta a mio avviso non simbolizzano tanto l’infinita danza tra vita e morte, sono dinamici catalizzatori di energia che funzionano come indicatori della tensivitá necessaria per trasportare altrove lo sguardo.
Una decina di opere di Aneta Malinowska resteranno esposte fino alla metà di marzo presso il wine/Gallery/bar Ripasso in piazza Aldrovandi 5 a Bologna. Il titolare del locale Vincenzo Guerrieri durante il vernissage ci ha detto: “Quando all’inizio pensavamo al concept del nostro locale avevamo in mente uno spazio per giovani artisti come Aneta. Volevamo creare un luogo nel quale le ragioni dell’entertainment eno-gastronomico si fondessero con una proposta artistica fresca, giovane e originale. Non è sempre facile trovare il soggetto giusto. Ma siamo convinti che in questo modo offriamo al nostro pubblico una esperienza originale e gravida di valori”.
Grazie al Ripasso dunque ho potuto conversare con l’artista nei termini che subito presento alla vostra attenzione.
Come ha imparato Aneta Malinowska ad esprimersi attraverso l’arte?
Io sono una totale autodidatta. Non ho frequentato scuole, vado a vedere mostre solo per il mio piacere, non mi sono mai interessata a un pittore particolare.
Dipingo in modo impulsivo. Non mi interessa la perfezione delle forme. Sono anche una fotografa e quando voglio interessarmi del reale so cosa fare. Quando dipingo cerco una realtà altra che raggiungiamo meglio se ci sbarazziamo delle tecniche utilizzate per raffigurare cose.
Le cose fuori non mi interessano molto. La mia arte comincia con una ricerca dentro di me…
Quando hai cominciato a capire che la tua ricerca di un modo di esprimere il tuo mondo interiore poteva funzionare attraverso un approccio artistico?
Fin da piccola ho sempre amato la pittura, il disegno, la natura, il paesaggio. Ma direi che queste passioni sono divenute irresistibili quando sono arrivata in Italia. I colori, la gente, la bellezza delle vostre città, così diverse dalla mia Polonia, mi ha subito spinto a trovare un modo per proiettare fuori di me le forti emozioni che provavo. Vivere circondati da opere d’arte per me è di grande stimolo per sperimentare nuovi modi di esprimere ciò che si ha dentro e che in qualche modo deve uscire…
Perché non hai studiato arte?
I miei genitori in Polonia mi hanno abituato ad essere indipendente. Quindi la mia prima priorità è stata trovare un lavoro e mantenermi. Così ho fatto quando sono venuta in Italia. Ho dovuto pensare prima a sistemarmi. Ma fin dall’inizio sentivo che una parte di me stessa non sarebbe stata felice se non avessi provato a mettermi in gioco con l’arte…quindi appena ho potuto ho cominciato a sperimentare composizioni…
A chi ti sei ispirata?
È difficile per me dare una risposta. All’inizio sperimentavo senza un progetto, senza ispirarmi ad altri artisti. Probabilmente era un modo per esprimere la mia rabbia, le mie emozioni. Io sono una persona introversa e quindi mi tengo dentro tutto. Trovare un modo per fare i conti con ciò che avevo dentro è stato fondamentale sia per la mia vita è sia per la mia ricerca artistica…
Come lavori di solito?
Io sento il bisogno di finire subito ciò che inizio. Quindi preferisco lavorare con colori acrilici. E poi mi lascio guidare dalla mano…
Possibile che non ci sia un pittore al quale ti sei ispirata?
Aneta Malinowska mi guarda un pò sospettosa prima di rispondermi.
Capisco cosa vuoi dire. Certo che ho amato pittori come Van Gogh, Picasso, Tamara de Lempicka… ma non ho la percezione di essermi ispirata ai loro lavori. Ciò che mi smuove è una visione interiore che all’inizio è un modo di sentire, una specie di impulso che si concretizza in gesti quasi immediati. Non ho mai avuto la sensazione di essere guidata da grandi maestri che indubbiamente, come tutti noi, conosco superficialmente… e poi non sono alla ricerca di trucchi per far finta di essere brava dal punto di vista tecnico. Io voglio essere libera di sperimentare. So benissimo che in questo modo si corrono dei rischi, per esempio quello di non essere facilmente classificabili. Ma per me è immensamente importante attraverso l’arte trovare me stessa, trovare il mio modo di reinterpretare il mondo attraverso i miei sentimenti e le mie emozioni.
Le opere di Aneta Malinowska si potranno gustare insieme alle specialità della casa, presso Ripasso, Piazza Aldrovandi 5-Bologna, fino alla metà di marzo.
Per maggiori informazioni sulle opere: 388 9268110
Per prenotare un tavolo al Ripasso telefonare a Giovanni Buttò – 338 6889240
Se volete sapere di più su Aneta Malinowska cliccate sulla sua pagina Facebook
- Il grande Bonvi e le sue Strumtruppen – 1 Gennaio 2019
- Aneta Malinowska al Ripasso – 11 Febbraio 2018
- Un innovativo Master del Gioiello – 16 Dicembre 2017
Complimenti sono
passata a vedere la mostra veramente interessante
strana città Bologna, sempre iniziative originali… Non conosco Ripasso ma la prossima volta che mi fermo in città approfitto per testare il food e vedere la mostra
Anche io ho avuto piacere passarci e conoscere anche l’artista .Progetto contro la violenza sulle donne mi è piaciuto molto (3 fasi di vita della donna nel concetto di un problema sulla violenza ) composto da 3 quadri, l’ho capito senza parole, da riflettere un tema sempre persistente nella nostra società.Complimenti e auguri per le prossime mostre
Hai ragione. È un trittico di grande impatto. Andava però incorniciato e presentato come un opera organica con tre scansioni estetiche.
A me è piaciuto il ritratto della ragazza con il cappello dal quale scende una pioggia di lacrime rosse. Non so bene cosa significhi però mi attira.
Si ha ragione la cornice ci voleva ,mi giustifico cosi avuto solo qualche giorno di preparare tutto ,gli ultimi quadri sono stati dipinti giusto la settimana prima della mostra
Una zona di Bologna da poco ”riscoperta” ed un locale piacevole che ha saputo dare spazio ai giovani artisti più interessanti del momento; Aneta ha uno stile unico e assolutamente istintivo, che deriva dalla sfaccettature della sua anima. Il progetto artistico contro la violenza sulle donne ha un fine nobile ed è stato elaborato con la naturalezza e il talento che le appartengono.
Sarà l’inizio di una brillante carriera?!!?
Una pittrice con un immenso sentimento…
alcune opere sembrano molto profonde, altre appaiono superficiali. Però il talento si vede. Interessante anche il locale.
si ha ragione ,ultimi 2 quadri con le donne col cappello sono un pò superficiali ,però ho gia visto prima lo spazio e ho deciso di fare 2 quadri al momento e di mettere proprio li 2 dame con un specchio in mezzo
Complimenti ! Sono venuta con la mia famiglia la mostra piccola ma accogliente ,alcuni quadri stupendi nel suo concetto mi è piaciuto tanto il quadro con la donna sul filo rosso che si spezzava molto significativo
grazie!