Me Stessa: Barbara Tavora si racconta a MyWhere

Me Stessa: Barbara Tavora si racconta a MyWhere

BRASILE – Barbara Tavora, creatrice dell’atelier l’amore più grande del mondo, ci racconta la sua esperienza a Roma, l’incontro con Capucci e il suo concetto di moda

Durante il mio soggiorno a Roma, ho ricevuto un invito a dir poco incredibile, impossibile da rifiutare: mi è stato proposto di partecipare a una lezione dallo stilista Roberto Capucci. Questa possibilità non solo mi ha reso euforica ma ha letteralmente acceso un fuoco in me e vi spiego perché: ascoltando le parole del maestro Capucci, mi sono resa conto che i nostri concetti di moda sono molto simili

Tutto ciò che amo della moda e le mie certezze sono state a volte incrinate da alcune persone o situazioni avverse. Altre volte in questo mondo è difficile essere completamente se stesse. Tuttavia, il vantaggio di avere 38 anni è quello di sapere esattamente ciò che mi rende completamente felice. E per me la felicità è cercare e trovare la bellezza dei luoghi e in diversi luoghi, creare un po’ di magia con il colore, e ridisegnare il mondo in modo diverso. Questa sono io fin da quando ero piccola e questa sarò io per sempre.

Di conseguenza, è facile capire perché il mio atelier si chiama “l’amore più grande del mondo”. Perché io credo completamente nel mio lavoro.

Quando ho compiuto 30 anni ho deciso di cambiare vita. Ho pensato che fosse il momento giusto per fatto che non ero ancora sposata e non avevo nemmeno dei figli. C’era bisogno solo di un po’ di coraggio per realizzare il sogno di aprire un mio atelier. Forse, bisogna dire, qualcosa di più che un po’ di coraggio perché in quel momento lavoravo in una delle aziende più importanti di Rio (www.mariafilo.com.br/), avevo un appartamento tutto mio, guadagnavo abbastanza bene e tutto sembrava and asse per il meglio… Ma io sono sempre stata così, un’entusiasta della vita e dei miei sogni e così da un giorno all’altro ho cambiato tutto.

Sono tornata a vivere a casa di mia madre non avendo ancora la certezza di poter guadagnare a sufficienza con le mie collezioni. Avevo solo tanta voglia di fare, il cuore pieno di speranza ma ovviamente non avevo la più pallida idea di come sarebbe andata a finire.

Per un anno ho dovuto lavorare tantissimo: lo studio delle nuove tendenze, la scelta dei tessuti, la creazione dei modelli, il taglio. Poi, piano piano, sono riuscita ad assumere dei professionisti in ognuno di questi campi specialistici. Ma all’inizio è stato difficile e ho commesso tantissimi errori! Una follia!! Beh è così e solo così che uno impara veramente!

Il lancio del marchio è avvenuto il 26 settembre 2009, cioè durante la primavera brasiliana, e ho organizzato la mia prima sfilata in un cinema stracolmo di gente.  La colonna sonora della sfilata era composta da canzoni d’amore e mi sembrava, anzi ero convinta che la gente si fosse innamorata durante la serata. Si era creata come un ‘aura d’amore’ che avvolgeva tutto. Gli abiti erano coloratissimi, il trucco delle indossatrici era curatissimo e le ragazze erano giovanissime e poi… all’ultima uscita tutti abiti neri con dei piccoli punti di colore! Mi sono sentita veramente realizzata. Nessuno può comprendere come batte il cuore di una stilista nel backstage.

L’emozione, la cura di ogni dettaglio… c’è una magia particolare, paragonabile a un momento di profonda devozione, c’è Dio e tutti gli angeli. Sai, una volta ho lavorato nel backstage di Victorio Camaianied.  Alla fine della sfilata mi sono accorta che lui piangeva commosso, In quel momento ho sentito una voglia incontenibile di abbracciarlo: capivo benissimo quello che lui provava in quegli attimi finali ed ero assolutamente felice di assistere a quell’emozione.

Ho iniziato a vendere tra amici, poi per gli amici dei amici fino a trovare una azienda che era interessata a promuovere le mie collezioni, la Atelier Real. Le proprietarie avevano fatto il mio stesso percorso. Erano delle stiliste che avevano avuto l’idea di aprire un negozio per vendere le collezioni di stilisti emergenti… Così ho iniziato a vendere i miei capi al di fuori della stretta cerchia degli amici. Mi ricordo benissimo la prima volta che ho visto una donna indossare uno dei miei vestiti mentre facevo una passeggiata a Copacabana. Mi è venuta la pelle d’oca!!

Nonostante i primi successi, la mia curiosità, la mia mente sempre piena di fantasie e di sogni e l’amore per il mio lavoro mi hanno portato a cambiare tutto un’altra volta. Mi sono trasferita a Roma! Ho lasciato la collezione invernale già pronta affidandola alle cure di mia sorella e sono volata via! Io ho dentro di me come una inquietudine che mi porta sempre avanti, una voglia di vita, di imparare, di conoscere il nuovo, io trovo il mondo grandioso, pieno di belle cose da scoprire… e credo veramente che nessuno sia un albero nato per restare fermo nello stesso posto. Quindi, ho fatto 8 lezioni d’Italiano, una lingua che non sapevo parlare e che capivo ancora meno. Non conoscevo nessuno, e non ero mai stata in Italia prima. Non avevo neanche casa a Roma. Ero io sola con due grosse valigie. Una meraviglia! L’anno e mezzo più affascinante di tutta la mia vita! Sognavo di rimanere lì per sempre!

A questo punto a Rio in atelier la situazione si è complicata: la prima collezione che avevo lasciato pronta è andata a buon fine ottenendo una vendita eccezionale. La seconda invece, che avevo fatto da Roma senza però poter eseguire direttamente la cura dei dettagli è andata malissimo. Ho capito che era necessario fermarmi, appena finito il master, e rientrare in Brasile. L’unico problema era che non avevo voglia di tornare. Volevo trovare lavoro in Italia e rimanere lì, perché essendo una creatura innamorata della moda, capivo perfettamente che l’Italia è il paese più importante al mondo: nessuno sa fare la moda come gli Italiani, secondo me, neanche la Francia. Gli stilisti italiani hanno rispetto del mestiere, una cura di ogni dettaglio, è una serietà di fondo che bisogna apprendere, capire… È questo il vero “made in Italy”, una tradizione artigianale unica… sconosciuta in Brasile e che volevo più di ogni altra cosa imparare, essendone completamente affascinata.

Ricordo benissimo quel giorno alla sartoria GiosBrum. Quei capi cuciti a mano, ognuno diverso dell’altro e tutti perfetti, quel cotone morbidissimo, quel taglio su misura. Ho pensato dentro di me: “Io devo imparare questo, ho trovato la mia strada, voglio lavorare così” Perché non ho mai voluto fare mille vestiti uguali, mai ho voluto essere la proprietaria di una azienda come Zara! Mai! Ho sempre sognato un atelier dove si realizzano vestiti esclusivi creati per un’unica donna. Capire che nessuna di noi e’ uguale all’altra, studiare le persone, capire cosa vogliano, cosa desiderano, Questa è “la grande bellezza” dalla moda! Attraverso la moda è possibile creare la propria identità, essere se stessi.

Il master è finito, quell’anno è passato in fretta e mi sono trattenuta per altri 6 mesi a Roma in attesa di un miracolo chiamato lavoro. Purtroppo non è arrivato. Mentre le richieste di lavoro da parte di aziende brasiliane mi sono arrivate ogni giorno su Linkedin, Non potevo più fare la ragazzina viziata e, con il cuore a pezzi sono finalmente rientrata in Brasile.

Ora sono diventata la stilista di “Patria Amada” (www.patriaamada.com.br/), dove ho creato una collezione bellissima chiamata “Emozioni positive”. Tutti i capi avevano il nome di un’emozione, ad esempio; amore, gioia, fascino e via di seguito. La collezione e andata molto bene e l’azienda ha venduto 5 volte di più dell’anno precedente. Ho fatto un buon lavoro ed ero di vacanza a Salvador de Bahia quando ho ricevuto un altro invito per lavorare in una azienda di Costumi da bagno. Ho accettato. Una nuova sfida, un nuovo ambiente da conoscere, tessuti che non ho mai lavorato, tutto nuovo e quella inquietudine che mi spinge ad andare avanti un’altra volta.

In questo momento sono la stilista di “Jangada” (www.jangadabiquinis.com.br/). Il lancio della collezione avverrà in settembre prossimo. Abbiamo creato una collezione che si chiama “Voci della foresta” e racconta le leggende degli indigeni brasiliani attraverso le stampe e materiali. Bellissima devo dire!

Quale sarà la mia prossima sfida? Ancora non lo so, ma sono convinta che dirò: Yesss!! Credo davvero che sia il modo migliore di vivere e preservare un cuore giovane, pieno di sogni e aperto alla felicità. Forse potrò finalmente tornare in Italia e aprire il mio atelier. Non riesco a dimenticare questo sogno né l’enorme gratitudine che provo per il popolo italiano, oppure ricevo qualche altro invito di lavoro, chissà dove, e cambio la vita una altra volta…

Tutto è possibile nell’universo!

Barbara Tavora

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