Barbie a BOLOGNA: gli splendidi trasformismi di un’icona pop

Dopo il successo riscosso a Milano e in contemporanea con Roma e Parigi, arriva anche a Bologna la bambola più famosa del mondo. Con tutto il suo corredo di outfit, parrucche, makeup, auto, case e accessori. Ma soprattutto con il suo provocatorio fascino e tutta la carica iconica di una star planetaria.

Barbie a BOLOGNA: gli splendidi trasformismi di un’icona pop

Dopo i successi di Parigi, Roma e Milano la mostra raddoppia e approda anche a Bologna.

Sarà ospitata anche a Bologna, dal 18 maggio al 2 ottobre 2016, nella splendida cornice di Palazzo Albergati, la mostra Barbie the Icon, già sperimentata con successo a Milano e attualmente in corso, in contemporanea con la mostra bolognese, al Vittoriale di Roma e al Louvre di Parigi (per dettagli sulla mostra di Roma vedi anche il nostro articolo qui).

Un anno decisamente sfavillante questo inizio 2016 per la bambola più famosa del pianeta, che solo pochi mesi fa, in occasione del rilascio da parte della Mattel degli ultimi – provocatori – modelli della serie “Fashionista”, si è perfino guadagnata la copertina di Time.

D’altra parte Barbara Millicent Roberts, classe 1959, nota ai più come Barbie, non è nuova a questo genere di imprese – non a caso fu l’ultima modella ad essere immortalata da Andy Warhol.

Ma qual è il motivo del successo di Barbie – e di una mostra che al suo primo apparire, va detto, aveva suscitato a livello istituzionale non poco scetticismo e una buona dose di perplessità? E perché non accenna a diminuire?

Risponde Massimiliano Capella, curatore della mostra per Arthemisia Group ed entusisasta artefice di tutte le sue declinazioni locali, non ultima quella appena allestita, a tempo di record, nella sede bolognese: Barbie è una grandissima trasformista. Io credo personalmente che il segreto del successo di Barbie stia proprio in questo: nella sua grande capacità di cambiare in continuazione, (…) nel suo grande potere di cambiare pelle pur mantenendosi però sempre fedele a quell’idea – o quell’ideale – di perfezione che la contraddistingue fin dalla sua prima apparizione, nel lontano 1959, giorno fondamentale che segna lo stravolgimento della prassi del gioco a livello globale (nonchè suo debutto come simbolo del nascente immaginario pop, ndr).

Molto più di un semplice giocattolo, Barbie è insomma prima di tutto un’icona di stile, e questo spiega perché negli ultimi 60 anni, oltre a fare da compagna di giochi a milioni di bambine e adolescenti, si sia anche guadagnata il seguito di vere e proprie schiere di collezionisti, nonché ammiratori, ammiratrici e appassionati di tutte le età. Unica modella al mondo, forse, per la quale i grandi stilisti fanno ancor oggi a gara nel creare modelli.

Ed è proprio il rapporto che lega Barbie a doppio filo con lo stile, l’estetica e la moda – o “le mode” – il filo conduttore della mostra, perno centrale e trait d’union attorno al quale si articolano tutte le sue emanazioni. Da Parigi a Milano, da Roma a Bologna, il progetto, conferma in proposito Massimiliano Capella, si prefigge anzitutto di illustrare – attraverso l’evoluzione degli outfit ma anche dei diversi modelli messi a punto dai designer della Mattel – la storia della moda, del costume e della società dagli anni 60 ad oggi.

Questo in definitiva il tratto comune del progetto nelle varie esposizioni. Ma quali sono invece gli aspetti distintivi?

BARBIE THE ICON, LA MOSTRA A BOLOGNA

In questo quadro la mostra bolognese si inserisce con l’allestimento forse più significativo, tanto da un punto di vista numerico (sono oltre 500 i pezzi in esposizione) quanto a livello tematico (2 le sezioni interamente inedite rispetto alle 5 già presenti a Roma, per un totale di 7 sale monotematiche).

La moda rimane di fatto il corpus centrale dell’esposizione, con due sezioni specifiche dedicate: Barbie e la Moda (la più corposa, con pannelli esplicativi degli eventi e delle evoluzioni dello stile nei vari decenni) e Barbie in Passerella (con gli outfit disegnati in prima persona per Barbie dai vari stilisti); ma il tema si espande e si arricchisce di innumerevoli pezzi inediti nelle sezioni successive.

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Sopra – Silkstone Barbie Doll (2004), Caucasian Version

Interamente inedita è anzitutto la terza sezione, Moda e Vintage, una parte che ripercorre la storia delle Silkstone Barbie Dolls, conosciute anche come Barbie Fashion Model o Lingery, un tipo di Barbie disegnate dallo stilista Robert Best, quintessenza dell’eleganza haute couture anni cinquanta e sessanta e realizzate a partire dal 2000 in silkstone, una tipologia di plastica morbida, simile alla porcellana, con il modello del viso, il make up e il gusto raffinato della Ponytail Barbie Doll del 1959.

E inedita è anche la settima e ultima sezione, intitolata Diva, Celebrity e Opera d’Arte. Barbie Icona globale, che indaga il rapporto di Barbie non solo con le grandi dive del Cinema e della Musica ma anche con leggendarie figure della Storia e del mondo dell’Arte, a cui Barbie fin dagli anni 60 si è ispirata e di cui è stata a sua volta musa ispiratrice.

Completano il percorso le sezioni Barbie Careers, Barbie Family e Barbie in Viaggio. Dolls of the World, ulteriore riprova dell’infaticabile trasformismo di una bambola che in 56 anni di vita, in parallelo con la sua indiscussa vocazione di modella, ha saputo confrontarsi con – e re-inventare a modo suo – i cliché della vita famigliare (mai moglie né madre), il mondo del lavoro (150 professioni, tra cui astronauta e ambasciatrice ONU) e le più diverse culture (50 le nazionalità rappresentate), splendida interprete di un universo femminile sempre a cavallo tra gli stereotipi dominanti e il loro superamento, in linea con il suo famoso motto: You Can Be Anything.

Chiude simbolicamente la mostra, nell’ultima teca, la Barbie Andy Warhol, quint’essenza e sublimazione dell’immaginario pop. Quasi a riaffermare, al di là di qualunque estetica legata ai tempi e alle mode, una Barbie archetipica e primordiale, capace di rappresentare soprattutto, oltre il tempo, le mode, gli stili e ogni loro manifestazione contingente, le dimensioni parallele del sogno e della fantasia.

Fosse anche, o forse proprio, nelle forme più classiche, glam e meno politically correct della celebre Barbie Superstar, la Barbie scelta appunto come modella da Andy Warhol per l’ultimo dei suoi celebri ritratti.
E con buona pace di un’epoca che la vorrebbe invece Petit, Tall, Curvy o comunque più che mai “fair” e aderente alla realtà.

Perchè in definitiva il suo grande appeal sta tutto qui: nel riuscire ad aderire perfettamente allo spirito dei tempi proprio nel momento in cui ne anticipa i punti di svolta. Rimanendo però sempre identica e fedele a se stessa.

O per meglio dirla con gli hashtag che rimbalzano da mesi sui social dopo il lancio della nuova collezione: #BarbieSuperstar #theDollEvolves.

PER INFO

Barbie The Icon
Palazzo Albergati, Via Saragozza 28, BOLOGNA
18 maggio – 2 ottobre 2016

Sito ufficiale:  www.palazzoalbergati.com/mostra-barbie-bologna
Pagina Facebook: www.facebook.com/ArthemisiaGroup

Sotto: La nuova collezione – Tall, Petit, Curvy (in commercio dal 28 gen 2016)

BArbie new collection - Tall, Petit, Curvvy (28 gen 2016)

 

Barbie The Icon, BOLOGNA

APPROFONDIMENTI

– Andy Warhol’s Barbie, Portrait of BillyBoy*
– She’s a Barbie girl, in a Barbie world: Artist re-creates iconic images with world’s most famous doll
– Barbie finally gets realistic figure, lands cover of Time magazine
– See All the New Barbies From Curvy to Tall and Petite
– How Barbie Got Curvy: Inside the Radical Remake of an Icon

Daniela Cisi

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