Beppe Fiorello e il sogno di Domenico Modugno al Teatro EuropAuditorium

Beppe Fiorello e il sogno di Domenico Modugno al Teatro EuropAuditorium

Un palco vuoto con solo un pannello scorrevole che copre momentaneamente i musicisti, una luce appena accennata e poi appare lui: elegantissimo in completo scuro e camicia bianca che sorprende non poco il pubblico abituato a vederlo in televisione, parlando in siciliano. Perché Beppe Fiorello vuole raccontarci della sua infanzia in Sicilia, ma lo fa a modo suo e così lo spettacolo su Modugno, s’intreccia ai suoi ricordi d’infanzia in un percorso intimo e personale che porta il Fiorello-adulto a dialogare sul palco col Fiorello-bambino.
PensocheunSognoCosi-Giuseppe Fiorello (1)Beppe, il più piccolo dei quattro fratelli, era nato in una famiglia dove tutti erano estroversi e a loro modo un po’ artisti fin da bambini. Il padre era un grandissimo fan di Modugno e gli assomigliava anche fisicamente. Amava cantare e era assoldato dai ragazzi del paese per fare le serenate sotto la finestre delle loro belle. Era l’anima di tutte le feste paesane, adorava ballare con sua moglie fino a notte fonda e Giuseppe aveva conosciuto le canzoni di Mimì proprio attraverso i dischi comprati da lui. Il fratello e le due sorelle di Giuseppe fin da piccoli avevano mostrato da subito un carattere allegro e socievole con una personalità ingombrante mentre lui no, il piccolo di casa se ne stava sempre in disparte e agli amici di famiglia che chiedevano perché stesse sempre zitto il padre rispondeva: “Il picciriddu è un sognatore”.
Ed è proprio il sogno il filo conduttore di questo spettacolo, il sogno che aveva Mimì di diventare attore prima di scoprire che il suo vero talento era un altro e il sogno di Beppe Fiorello, un sogno che è riuscito a realizzare: uscire dal suo guscio di timidezza, scoprire la sua vena artistica e poter interpretare quello che era stato il suo idolo fin da bambino.
“In questo spettacolo – racconta Beppe – c’è una parte importante della mia famiglia. In realtà, lo spettacolo è un incrocio di vite, di destini: descrivo anche una parte della mia infanzia, quando ero un bambino timido e chiuso in me stesso. Un bimbo che, negli anni, è cambiato notevolmente perché spesso si diventa esattamente il contrario di quello che si era da bambini. L’esatto contrario di mio fratello Rosario, che era già allora come lo vedete oggi, io invece mi vergognavo della mia ombra”.
PensocheunSognoCosi-Giuseppe Fiorello (3)E così Giuseppe ripercorre la sua infanzia e la sua giovinezza al paese intervallando i suoi racconti con le prime canzoni di Modugno, quelle che Domenico cantava in dialetto pugliese spacciandolo però per siciliano perché il suo primo manager gli aveva detto che il siciliano “tirava di più”, e trovando incredibili coincidenze tra i fatti della sua vita e quelli narrati proprio in queste canzoni. Dalle estati passate a casa della nonna assieme a tutti i parenti, alla festa di San Giuseppe, il momento più atteso da tutto il paese fino al toccante racconto della morte di suo padre che se n’è andato all’improvviso ma col sorriso sulle labbra dopo aver ballato tutta sera con la moglie. E per ogni momento della sua giovinezza, ecco che c’era una canzone di Modugno che sembrava parlare proprio di lui e della sua famiglia.
Anni dopo poi quella telefonata che gli sconvolse la vita: la richiesta di interpretare per la televisione proprio il grande Modugno. Incredulità, sgomento, paura di non farcela fino a quando non decise di andare a trovare la vedova di Mimì, Franca. Le fece vedere un vecchio video in cui suo marito cantava e le chiese: ”Non nota nulla di strano?“. Alla risposta negativa di lei Giuseppe le spiegò che nel video aveva sostituito la voce di Domenico con la sua. Allora sorridendo la signora Franca gli disse: “L’avevo capito ma tu l’hai fatto col cuore”. Scomparve un attimo e riapparve con la giacca con la quale suo marito aveva cantato a San Remo “Nel blu dipinto di blu”. In quel momento Fiorello capì che ce la poteva fare, che avrebbe potuto interpretarlo e che Domenico Modugno era sempre stato nel suo destino.
Alla fine dello spettacolo Beppe adulto può finalmente dirci di essersi liberato per sempre di quel bambino troppo timido e può cantare ”Meraviglioso” e “Vecchio frack” mentre il pubblico lo segue emozionato. Sono volate così senza intervallo oltre due ore tra parole, canzoni e musica dal vivo dove Giuseppe Fiorello non ha certo deluso né il pubblico che gli è affezionato a prescindere dall’amore per Modugno e né coloro che sono venuti a teatro per riascoltare le canzoni del grande Mimì e ha dato prova di essere , oltre ad un affermato attore televisivo anche un interprete teatrale completo, profondo e versatile.

Sara Di Paola

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