L’arte di Camilleri in scena al Teatro Biondo di Palermo

PALERMO – Dal 7 al 12 marzo al Teatro Biondo (via Roma 258) andrà in scena Il Casellante, spettacolo teatrale di Giuseppe Dipasquale, allievo prediletto di Andrea Camilleri. Dopo un tour che ha toccato diverse città italiane, lo spettacolo approda finalmente in Sicilia, terra di contraddizioni che passa dal tubo catodico attraverso Montalbano e si riversa nel presente vivendo le passioni dei teatranti e del Teatro.

andrea camilleri il casellante
Il regista Giuseppe Dipasquale e Andrea Camilleri

Tratto dall’omonimo romanzo di Camilleri, Il Casellante fa parte del cosiddetto ciclo mitologico di Andrea Camilleri, ed è uno dei più divertenti ma allo stesso tempo struggenti romanzi dello scrittore siciliano.

La storia raccontata è sospesa tra mito e storia e disegna i tratti di una Sicilia comica e tragica in egual misura. Tutto è incentrato su Mimica e suo marito Nino, una giovane coppia in attesa di un figlio nella Sicilia degli anni ’40. Una notte, mentre Nino è in carcere per aver ridicolizzato le marce fasciste con chitarra e mandolino, Mimica assiste a un evento sconvolgente che cambierà la sua vita. Una storia di dolore, ma anche una narrazione ironica, critica e divertita del periodo fascista.

«Mentre scrivevo Il Casellante – ci racconta Andrea Camilleri – mi sono abbandonato a una sorta di tentativo di poesia in prosa: anche la scrittura è diversa, pur mantenendo il suo rigoroso vigatese. È più fantasiosa, più libera, più ariosa, vira e volteggia intorno alla fabula. Se il regista avesse ipotizzato una scenografica chiusa, blindando lo spazio scenico, avrebbe commesso un errore. Invece ha usato il palcoscenico come spazio aperto, come spazio della fantasia assoluta, dove il racconto ha trovato con semplicità la sua sede naturale, utilizzando pochissimi mezzi scenici e affidando tutto il resto al canto e parola. Giuseppe ha fatto quello a cui narrativamente tendevo: una melopea teatrale, o meglio, un cunto siciliano, in cui la musica ha una valenza drammaturgica preminente che centra lo spirito motore col quale ho scritto questo lavoro. Ma questo per me è il teatro”.

Tra gli attori protagonisti, troviamo Moni Ovadia, che passa dal ruolo di narratore a ruoli secondari come il giudice e il barbiere, Valeria Contadina nella parte di Minica e Mario Incudine, nel ruolo di Nino.

«Portare Camilleri a teatro è come traghettare un’emozione tra prosa e poesia – spiega il regista siciliano Dipasquale e questo è stato possibile anche grazie alla musica, che accompagna un linguaggio personale, originale com’è quello di Camilleri; e che ritma una divertita sinfonia di parlate fatta di neologismi, di sintassi travestita. Il Casellante è rimasto integro, ha una stabilità narrativa che è stata calata di peso nella solidità drammaturgica, questo anche perché ha la forza mitologica che l’autore ha voluto dare alla storia».

Insomma, come avrete capito, stiamo parlando di teatro vero, quello con la t maiuscola, quello vivo, fatto per le persone e con le persone. Uno spettacolo, Il Casellante, che rientra perfettamente nello stile di Andrea Camilleri, uno stile capace di raccontare l’altra faccia della Sicilia.

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