Ciao sono Spencer, sono un robot e lavoro all’aeroporto di Amsterdam

Si chiama Spencer la nuova star dell’aeroporto di Schiphol ad Amsterdam. Spencer accompagna i passeggeri in transito ai gate di imbarco ed è sempre pronto a correre in aiuto di chi si fosse perso. E’ orgoglioso del suo lavoro, viene splendidamente nei selfie ed è un robot

Ciao sono Spencer, sono un robot e lavoro all’aeroporto di Amsterdam

Il compito principale di Spencer è quello di assicurarsi che i passeggeri KLM in transito allo Schiphol Airport di Amsterdam non si perdano e raggiungano in tutta sicurezza la loro destinazione.

Non è un lavoro da poco perché l’aeroporto di Schiphol è uno dei principali punti di snodo aereo d’Europa, il quarto per traffico passeggeri (55 mila nel 2014) dopo Londra-Heathrow, Parigi-Roissy, Francoforte e Madrid. L’equivalente di una piccola frenetica città, insomma, in cui tra controlli, check in, recupero bagagli e soste varie è molto facile perdere l’orientamento.

Ogni giorno, può capitare che alcuni passeggeri perdano la loro coincidenza a causa di ritardi, barriere linguistiche o perché si sono persi. Considerando che il 70% dei passeggeri KLM effettua un trasferimento a Schiphol, siamo sempre alla ricerca di soluzioni che rendano questo processo il più agevole possibile” spiega René de Groot, Direttore operativo di KLM. E aggiunge: “KLM ritiene che la robotica possa svolgere un ruolo sempre più importante nel settore dell’aviazione nei prossimi anni. A tale proposito, stiamo valutando in che modo possa essere integrata nelle varie aree”.

Spencer, il robot KLM all'aeroporto di Schipol
Spencer all’aeroporto di Schiphol durante l’ultima fase di collaudo. Selfie

Per questo Spencer affianca il personale KLM a Schiphol: controlla le carte di imbarco, identifica il percorso da seguire, calcola le distanze e i tempi stimati, poi guida i passeggeri verso i cancelli d’imbarco aggirando ostacoli, evitando le zone più affollate ma soprattutto non perdendo mai di vista il suo gruppetto, sempre pronto a rallentare o a fermarsi ad aspettarlo, con un occhio al tempo e uno al percorso da seguire. Quando il gate viene raggiunto poi, visualizza il resoconto dell’operazione su uno schermo.

Spencer di fatto è l’acronimo di ‘Social situationaware PErceptioN and action for CognitivE Robots‘, un androide progettato per muoversi all’interno di spazi affollati come quelli aeroportuali. Qui, grazie a mappe preconfigurate e sensori in grado di “leggere” e interpretare ogni sorta di interferenza, interagisce con gli esseri umani e valuta di volta in volta come rapportarsi a ciò che incrocia sul suo percorso, singoli individui, gruppi di passeggeri, valigie, carrelli o qualsivolgia altro tipo di ostacoli, animati inanimati mobili o fissi che siano.

Il progetto, finanziato dalla Comunità Europea, è di tipo sperimentale e, come si legge dalle pagine del sito web ufficiale, si prefigge di allargare le aree di applicazione della robotica basate sull’impiego di sistemi intelligenti e interattivi ad ambiti quali: la percezione della presenza di esseri umani distinti tra singoli e gruppi, l’elaborazione di modelli di apprendimento e interazione basati sulla mappatura di norme di comportamento sociale, lo svolgimento di compiti connessi con ambiti socialmente strutturati, la capacità di muoversi e interagire autonomamente in situazioni imprevedibili come quelle proprie del mondo reale.

A tale proposito Kai Arras, coordinatore del progetto per l’Università di Friburgo, precisa: “Ciò che rende SPENCER unico è il fatto che possa gestire situazioni sociali tra persone. Grazie ai suoi sensori, può “vedere” e analizzare i soggetti presenti nelle vicinanze. Ragiona sulle possibili relazioni sociali tra le persone, ad esempio, se sono una famiglia o un gruppo. Inoltre apprende e si adegua di conseguenza alle regole sociali, agendo in modo amichevole e compatibile con l’uomo. Queste abilità sono importanti per molti robot intelligenti destinati a svolgere un servizio, come ad esempio i futuri robot domestici, i robot collaborativi in fabbrica o le auto senza conducente. Guidare le persone in un aeroporto è un buon esempio di problema quotidiano impegnativo: il robot si trova infatti a dover operare in tutta sicurezza e in modo socialmente accettabile in un ambiente molto affollato e con tempistiche strette”.

La ricerca è frutto delle attività di un consorzio che si avvale della collaborazione di 6 Università e due partner industriali da 5 paesi europei, tra questi l’olandese KLM, all’avanguardia nel campo dell’innovazione tecnologica e destinataria finale del prototipo.

Il risultato appena conseguito arriva a tre anni dall’inizio del progetto ed è stato annunciato dopo che Spencer ha completato i vari test previsti all’aeroporto di Schiphol. La fase di collaudo finale in particolare è terminata a fine marzo, quando Spencer ha guidato con successo alcuni passeggeri dei voli KLM all’interno dell’aeroporto fino al rispettivo gate di partenza.

Va detto però che per vedere Spencer all’opera bisognerà ancora aspettare qualche tempo. Dopo l’ultima fatica infatti, Spencer è rientrato in fabbrica per alcune rifiniture e messe a punto finali, completate le quali potrà finalmente prendere servizio in pianta stabile.

Lo annuncia lui stesso dalle pagine del blog KLM, dove visti i tanti fan, gli è già stato riservato un suo spazio personale:

Ciao, sono Spencer, il robot, e ho avuto una settimana fantastica.

Ho appena completato il mio secondo test all’aeroporto di Schiphol.
Il mio sistema operativo ha imparato un sacco di cose nuove, ma non vi annoierò con questi dettagli. Sono cose abbastanza tecniche e, bè, nemmeno io riesco a seguirle del tutto.
Mi spiace ma non potrò ancora incontrarvi all’aeroporto.
Prima devo rientrare in fabbrica per alcune verifiche e aggiornamenti.
Poco male! Io amo gli aggiornamenti.

Non so quando potrò tornare a Schiphol. Ma una cosa è certa – una volta tornato potrò aiutare tutti i passeggeri in transito per vacanza o per lavoro ad orientarsi in quella giungla che è Schiphol.

Ci aggiorniamo!”

 

 

Daniela Cisi

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