ContestaRockHair, temi sociali per la rassegna Another Place

ContestaRockHair, temi sociali per la rassegna Another Place

ROMA – Mercoledì 10 Ottobre il primo appuntamento per la seconda edizione di Another Place, rassegna artistica promossa da ContestaRockHair.

«L’estetica senza etica è cosmetica» suggerisce l’artista tedesco Frank Uwe Laysiepen, conosciuto dal mondo come Ulay. Ed è proprio il concetto che sposa a pieno l’idea di ContestaRockHair. Il brand, infatti, nasce dalla visione di un contenitore culturale prima ancora di essere un hairstylist. Lo spazio è pensato come community dove l’Arte si fonde all’ estetica, per consentire ad ogni cliente di vivere, a pieno, il fermento culturale del momento.

Per il secondo anno ContestaRockHair si propone come fautore della rassegna Another Place. Progetto culturale, curato da Simona Santopaolo, nato per spingere il dialogo tra arte, musica e letteratura. Il tutto all’interno di spazi non deputati in giro per il mondo, come i saloni di Contesta.

Another Place nasce per promuovere dialoghi tra spazi culture e generi diversi, coinvolgendo in sinergia artisti italiani e stranieri. ContestaRockHair invita gli artisti ad esporre le loro opere contemporaneamente sui concetti di aleterità, diversità e comunanza negli spazi di Roma, Firenze, New York, Miami e Shanghai.

Dopo un’attenta selezione, la precedenza è stata data ad artisti d’impegno, che toccano trasversalmente tematiche attuali e sociali legate prevalentemente alla realtà contemporanea.

Mercoledì 10 Ottobre il primo appuntamento nel salone di Testaccio a Roma. Andrea Agostini presenta la sua mostra Universalismo e differenze/ Universalism and differences. Reportage fotografico sulla condizione dei migranti che transitano nella capitale.

Andrea Agostini collabora personalmente con il centro di assistenza Baobab in Via Cupa a Roma. L’artista vive, quindi, quotidianamente ciò che accade ai migranti nei centri di prima accoglienza.

Il punto su cui si focalizza l’artista è la creazione di barriere reali (e/o fittizie) che si sono create tra cittadini e migranti. Questi ultimi, appena sbarcati, si trovano in condizioni di respingimento da parte della popolazione locale trovando una barriera umana, oltre che geografica.

Andrea Agostini ci invita a riflettere su un punto importante: ovvero l’apprendimento del concetto che le culture sono il risultato del dialogo tra soggetti e universi culturali diversi. Considerare, quindi, le culture non più entro una prospettiva stanziale o locale ma in una dimensione di movimento.  Come il prodotto, mai finito, di contatti, di incontri e fusioni.

«Dinnanzi alle inquietudini, le paure e i conflitti violenti che accompagnano le migrazioni – suggerisce la curatrice Simona Santopaolo – l’arte dimostra quanto i concetti di confine, identità, nazione, lingua, cultura, religione, siano destinati a continue dislocazioni spazio-temporali».

Aperta al pubblico per circa due mesi, all’esposizione farà seguito nei mesi di gennaio e febbraio una personale di Giusy Lauriola, artista che si concentrerà sulla condizione donne nella società.

ContestaRockHair propone quindi un programma ricco che invita il pubblico a vivere una concezione espositiva diversa, “altra” e aperta alle diverse esperienze dell’arte. Coinvolgendo la dimensione ambientale e quella temporale in uno stretto rapporto tra attività artistica, realtà e vita. Anche in questa occasione ContestaRockHair gode della consolidata collaborazione di L’Oréal Professionnel, partner strategico di tutte le sue attività culturali.

 

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Martina Capuano

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