Conversazione con Roberta Orrù, Queen at the Opera.

Conversazione con Roberta Orrù, Queen at the Opera.

Sarà proprio domani sera  Venerdì 29 aprile che al Teatro EuropAuditorium di Bologna potremo assistere allo spettacolare  Queen at the Opera – the Show considerato “il più spettacolare evento rock/sinfonico mai creato”.  Patrocinato dall’Ufficio per la Cultura e lo Spettacolo del Comune di Roma Queen at the Opera- The Show  è ritenuto un “evento di grande rilevanza ed innovazione culturale” essendo impreziosito dalle voci di Luca Marconi, Roberta Orrù, Federica Buda, e Jordan Trey cantanti  già in precedenza impegnati con spettacoli quali Notre-Dame de Paris, The Voice e Roma Opera Musical, un’orchestra sinfonica di quaranta elementi e una rock band uniti insieme per far rivivere    i più grandi capolavori dell’indimenticabile gruppo di Freddie Mercury, Brian May, John Deacon e Roger Taylor, la  partecipazione del celebre chitarrista Federico Poggipollini siglerà  ancora la qualità dell’evento.

Lo spettacolo coniuga quindi  musica di eccellenza con effetti di visual show dal forte impatto, rendendo unico e indimenticabile uno spettacolo che di per sé si annuncia egregio.  Un’occasione questa per poter riascoltare in una veste ragionevolmente arrangiata senza però sminuire lo spirito di questi brani indimenticabili, ormai dei classici che hanno segnato un periodo come“Bohemian Rapsody”,   “Barcelona”,“We are the Champions”  e “We will rock you” accanto a tanti altri.

Queen at the Opera – the Show è dato come uno spettacolo  imperdibile, sono tantissimi coloro che amano i Queen per un numero di ragioni e per lo stesso motivo spinta dalla curiosità, prima di vedere lo spettacolo, riesco ad incontrare proprio Roberta Orrù cantante dotata di un’ottima voce bella, graffiante e tanta. Ci sarà anche lei ad esibirsi a breve là sul palco di Sala Cagli.  Roberta è nata si può dire cantando: a soli quattro anni di età ha persino vinto un concorso canoro, continua a studiare e a perfezionarsi,  trova fondamentale e  utile che si  faccia prima  “la  gavetta”, non reputa disdicevole studiare e non ha nulla a che vedere  con chi vuole “arrivare subito a tutti i costi” al traguardo senza esserselo guadagnato. Roberta Orrù è simpatica, cordiale,  innamorata del suo lavoro e ora mi sta  concedendo un po’ del suo tempo fra una prova e l’altra.
Quanto segue è frutto della nostra conversazione, una trascrizione a tutti gli effetti.

Orchestrare la musica dei Queen che per altro si presta bene, sono amati e proposti anche nelle scuole è sicuramente stata una bella impresa, me ne vuoi parlare?
Il nostro spettacolo Queen at the Opera è uno spettacolo sicuramente molto particolare perché orchestrare la musica dei Queen è qualcosa di magico e di spettacolare, già loro stessi hanno una magia che ti entra dentro l’anima e non è difficile da spiegare ma io sono del parere che certe cose le devi vivere per capire appieno quanto succede. (…) Quando abbiamo esordito a ottobre la gente era proprio entusiasta, ci sono state delle ondate di commenti davvero bellissimi; perché  noi non siamo una cover band, ma  neppure pensiamo di emulare Freddy Mercury, ci mancherebbe!

Però non siete neppure une tribute band, non essendo intanto band.
No, noi omaggiamo Freddy Mercury e il gruppo dei Queen dando un’interpretazione nostra dei brani storici, poi con l’orchestra si dà un valore aggiunto.

Le orchestre  con i Queen sono comunque entrate in campo, la loro tipologia musicale spesso non convenzionale si presta a questo tipo di intervento, ma avete scelto i Queen per quale ragione?
Diciamo che il nostro produttore ha sempre avuto una passione sfrenata per i Queen sin da sempre: lui incideva i brani dei Queen sui banchi (ridiamo) il suo sogno era quello di fare uno spettacolo con l’orchestra e le musiche dei Queen e adesso c’è riuscito. Per me è un onore fare parte di questo spettacolo perché io sono cresciuta con i Queen.

Senti, ma tu sei stata una bambina prodigio ho visto che hai incominciato a quattro anni, talentuosa sì, ma mi fai quasi tenerezza:   anche tu come Mozart e Michael Jackson messi subito a lavorare da piccoli! I talenti se ci sono vanno coltivati ma quanti sono quei bambini prodigio dotati di una voce spettacolare che poi si perdono  per via degli insegnanti sbagliati, ma per te non è stato così e meno male!
Purtroppo sì, io sono stata fortunata e… “talentuosa” – detta così sembra che io me la tiri – però avevo delle qualità e non sono andata da insegnanti che mi hanno plasmato, questo non è successo. Diciamo che ho iniziato a prendere lezioni quando ero un po’ più grande quindi  a sedici o diciassette anni. Ho iniziato che avevo 4 anni quando ho vinto il mio primo concorso, poi i miei mi hanno sempre seguita e mi portavano a tutti i concorsi possibili e immaginabili per bambini, da lì poi ho iniziato a prendere lezioni che mi hanno aiutato a sviluppare altre doti che mi servivano e che mi servono tuttora, perché io non ho mai smesso di studiare.

Non si dovrebbe fare infatti.  Hai fatto anche  degli studi seri, curando la respirazione, studiando con insegnanti di lirica, no?
Sì, io ho imparato la respirazione diaframmatica da un’insegnante lirica, però solo la respirazione in quanto non volevo avere l’impostazione lirica: io sono pop-rock! Però nello spettacolo io canto lirica, perché sono un soprano lirico. Non sono però una cantante lirica non avendo studiato (per questo ruolo ndr) ma ne canto due  di brani che sarebbero lirici ma con impostazione pop, quindi è un po’ un misto.

Senti, ma da quel che ho letto lo spettacolo è piuttosto intenso e data la  durata   non sarà una passeggiata, vero?
No, infatti diciamo che è molto intenso, ci sono molte canzoni e molti cambi d’abito non hai  tempo non per annoiarti (…) perché non succede mai nello spettacolo perché è un’emozione continua.

E’ uno spettacolo molto ricco  quasi un ipertesto: c’è tantissima musica,  voci, e un largo uso del video, è esatto?
Sì, c’è un robusto lavoro di visual show a cui si assisterà nei momenti riferiti all’orchestra (dove ndr) scorreranno  immagini particolari durante le canzoni, con effetti speciali e quindi il tutto è reso molto bello, le immagini si associano alle parole.

Uno spettacolo che però è “made in Italy”, no?
Sì, siamo tutti italiani: orchestra, band, cantanti veramente un made in Italy al completo.

Sono molto orgogliosa quando sento queste cose, in fondo siamo stati la patria del melodramma.
Guarda, in Italia ci sono persone che valgono tantissimo che però non vengono valorizzate, in Italia purtroppo c’è quest’usanza di valorizzare il personaggio. La gente pensa che se non si va in televisione non si faccia nulla.

Voi siete in quattro, vi ho sentiti e un’idea ce l’ho già: andate d’accordo?
C’è da dire che essendo due donne e due uomini siamo molto diversi gli uni dagli altri: quello che non ha uno però ce l’ha l’altro, andiamo molto d’accordo, abbiamo fatto dei corsi nei quali abbiamo interagito tra di noi, è un gruppo che insieme funziona molto bene. Ci si sostiene sempre a vicenda, questo è importantissimo perché se non c’è armonia non funziona nemmeno lo spettacolo.

D’altra parte l’armonia è una componente della musica, c’è poco da fare. A proposito, qual è la tua canzone preferita, quella che ti dà più soddisfazione cantare fra quelle proposte e per quale ragione?
Allora diciamo che le canzoni dei Queen le amo tutte. Però “I want it all” sicuramente perché è molto rock e io amo il rock, poi c’è “Show must go on”  anche se non canto io perché mi ha sempre dato tanto a livello di interiorità, di emozioni, sono tutte canzoni che amo.

INFO

Prevendite biglietti presso la biglietteria del Teatro EuropAuditorium e la biglietteria del Teatro Il Celebrazioni a Bologna (dal lunedì al sabato, dalle ore 15.00 alle ore 19.00), presso il Circuito VIVATICKET-CHARTA, i punti d’ascolto delle IperCoop e il Circuito TICKETONE, oltre alle prevendite abituali di Bologna e con carta di credito su www.teatroeuropa.it.

Per informazioni: 051.372540 – 051.6375199 – info@teatroeuropa.it

 

Daniela Ferro

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