Recensione Eden: fasti e discesa all’inferno di un DJ sullo sfondo dei primi anni 90

Recensione Eden: fasti e discesa all’inferno di un DJ sullo sfondo dei primi anni 90

ROMA – Presentato alla Festa del Cinema, il film della giovane regista francese Mia Hansen Love Il film segue un rigido criterio cronologico, per il quale tuttavia la narrazione appare frammentata. La narrazione di vite apparentemente normali e banali (così tanto tipica del cinema francese) si ferma qui prima di raggiungere lo snodo che le rende uniche e singolari. Ecco la nostra recensione. 

Il film della giovane regista francese Mia Hansen LØve si chiama Eden narra dei fasti e della successiva discesa all’inferno di un DJ sullo sfondo dei primi anni Novanta, il periodo di maggior successo della scena House parigina. Il protagonista si muove con i suoi compagni nel fermento delle frenetiche notti delle discoteche, alla ricerca di un successo musicale che in un primo momento gli arride, per poi trascinarlo nel tunnel della droga e dei debiti contratti per finanziare le sue attività.

EDEN, A RITMO DI DAFT PUNK
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Il film Eden segue un rigido criterio cronologico, per il quale tuttavia la narrazione appare frammentata. La narrazione di vite apparentemente normali e banali (così tanto tipica del cinema francese) si ferma qui prima di raggiungere lo snodo che le rende uniche e singolari. Alla fine, il riscatto e il (lieto?) fine fanno pensare ad un apologo (morale o moralista?) che lascia un po’ perplessi.
Simpatica la scena in cui al gruppo dei Daft Punk, oggi famoso a livello mondiale, viene ripetutamente rifiutato l’ingresso nelle discoteche. Nel cast, si distingue la giovane statunitense Greta Garwig, già vista in To Rome with Love di Woody Allen.

Fabiola Cinque

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