Forbici e follia

Forbici e follia

Teatro Duse, 12 Dicembre. Teatro affollato, gli attori già in scena nel momento in cui la sala si sta ancora riempiendo, luci accese e così resteranno per lunga parte dello svolgimento: un effetto straniante questo che Brecht avrebbe certamente apprezzato.
La pièce “Forbici e Follia” – in cartellone fino a domenica – ha un carisma fuori dagli schemi essendo un giallo in forma di commedia, dalla forte connotazione interattiva: qui il pubblico è sovrano, interagendo in vari momenti con gli attori impegnati in scena, stabilirà chi di loro è il colpevole, volta per volta. Finali mai aperti ma differenti in base a insindacabile giudizio degli spettatori, testimoni oculari a tutti gli effetti. Se Umberto Eco aveva già parlato di “lector in fabula” nel suo testo omonimo, in “Forbici e follia” abbiamo invece “spectator in fabula”.
Forbici_&_Follia_Nino_Formicola_Ninì_Salerno_Max_Pisu PH Tommaso Le PeraRiduzione, questa, dell’opera americana entrata a buon diritto nel Guinness dei primati poiché sono ben 35 anni che “Share Madness” – questo il titolo dell’opera in inglese – continua a rimanere in cartellone, rinnovandosi nella forma ma non nella sostanza. Merito questo di Bruce Jordan e Marylin Abrams che nel 1976 ne acquistarono i diritti, ne riscrissero il testo in forma di commedia, avendone intuito le grandi potenzialità.
Il plot, però, è quello tradizionale, ovvero un salone di parrucchieri con pochi personaggi sempre in scena: un titolare gay (uno spassosissimo Roberto Ciufoli), la sua sciampista (Milena Miconi), un improbabile rigattiere alquanto equivoco (Nino Formicola), una signora della Bologna bene (Barbara Terrinoni), due clienti (in realtà sono l’ispettore di polizia Nini Salerno e il nipote poliziotto Max Pisu), fuori scena una pianista ormai a riposo, ricca e detestata proprietaria immobiliare che sarà di lì a poco la vittima, altra cosa interessante i nomi dei personaggi corrispondono ai nomi degli attori. In origine, lo stesso Paul Pörtner, lo psicologo svizzero, a cui si deve la paternità del testo, da lui chiamato “Scherenschnitt” ( l’abilità di ritagliare la carta con le forbici) non aveva dato intenti comici o di intrattenimento tout court all’opera, in quanto era interessato alle dinamiche che la gente attua nell’interpretare la realtà.
“Forbici e Follia” cambia nel suo interno, a seconda del teatro e del luogo in cui si propone, ecco perché a Bologna i riferimenti toponomastici, i luoghi noti o di riferimenti alla città hanno idealmente abbracciato l’ampio seguito che si sentiva a tutti gli effetti coinvolto e ancor più a casa.
L’impegno assoluto richiesto agli attori, in questa sorta di maratona teatrale è di oltre 2 ore e 25 minuti, poiché a loro non viene concesso neppure un minimo intervallo, ben diverso per il pubblico che nella pausa tra i 2 atti può alzarsi mentre il cast, continua a relazionarsi con esso tramite la mescita del caffè o andando in giro ponendo domande come nel caso dello scombinato poliziotto Max Pisu, o perché no, scegliere di farsi pettinare dalla sciampista Milly. Quando mai si è visto qualcosa di simile, per lo meno in Italia?
Forbici & Follia Pisu_Terrinoni_Miconi_Salerno_Formicola_ Ciufoli PH Tommaso Le PeraSicuramente il testo che pure esiste nei suoi punti fermi, malgrado le variabili numerose, apportate dagli spettatori richiede agli interpreti grande sforzo, fantasia, rapidità di azione e prontezza nelle risposte: un bell’impegno questo sotto il profilo della improvvisazione; tant’è che in alcuni momenti il moto spontaneo sarà così evidente quanto spiazzante al punto di divertire gli stessi interpreti che faticheranno a trattenere la risata, come nel caso in cui Robbi/Ciufoli nel culmine dell’immedesimazione col suo personaggio, piroettando su sé stesso finisce col baciare a sorpresa l’ispettore Salerno!
Se il cast non fosse all’altezza di questo compito il risultato sarebbe la catastrofe! La prova degli attori, alla prima, è stata esemplare: bravissimi, dinamici, divertentissimi, credibili, realistici pur nell’interpretare personaggi che hanno una loro intrinseca caricatura! Uno spettacolo prismatico e mutevole, adatto dai 3 anni ai 90 e che non è mai uguale al precedente, sarebbe auspicabile venisse rivisto tutte e tre le sere. La bravura di tutta la compagnia mette ancor più in risalto poi, le interpretazioni magistrali di Nini Salerno, Nino Formicola e dell’esilarante Roberto Ciufoli, quest’ultimo dotato di un’energia formidabile poiché balla sin dall’inizio, corre, salta sulle sedie che diventano come dei cubi da discoteca senza ledere minimamente il suo smalto.
Straordinari quindi e applauditissimi, da augurarsi solo che ritornino anche il prossimo anno!

Daniela Ferro

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