Francesco Gabbani “invade” Cosenza. Ed è polemica.

Francesco Gabbani “invade” Cosenza. Ed è polemica.

COSENZA – Francesco Gabbani infuoca il pubblico della città calabra per il “Festival delle Invasioni”. Polemiche ed entusiasmi per il concerto più atteso dell’anno e una folla degna dei migliori capodanni di piazza. Unica grande assente: la scimmia.

Per alcuni è un menestrello moderno fin troppo sopravvalutato, per altri un cantautore leggero che tra una ballata e un tormentone estivo, emana spessore e trasuda profondità. L’Artista in questione è Francesco Gabbani, il fenomeno musicale del momento. Sì, proprio lui, quello che qualche mese fa, impazzava sul palco di Sanremo, accompagnato da maglioncini fluo e una scimmia ballerina.

Erano in molti a scommettere che le sue “canzonette” non avrebbero superato l’estate, ma il calore del pubblico cosentino, dove Gabbani ieri ha tenuto un’ora e mezzo di concerto gratuito, lascia presagire successi ben oltre l’afa estiva.

Cosenza, lo si sa, è una città dai facili entusiasmi e, complice l’atmosfera rovente degli ultimi giorni, probabilmente non sarebbe stato difficile riempire la piazza (nuova di zecca) di persone in cerca di svago, anche se a suonare fosse stato anche qualcuno di meno popolare. Per molti, l’evento organizzato dall’ amministrazione comunale, ha rappresentato l’ennesima occasione di critica verso un operato che sembra agire un po’ troppo a favore dell’apparenza piuttosto che dalla sostanza.

Detrattori e periodi ipotetici a parte, però, se c’è un merito che va riconosciuto al giovane carrarese, è quello di aver regalato attimi di spensieratezza e allegria spaziando su registri decisamente differenti, dal romantico al riflessivo, senza mai abbandonare quella vena ironica che tanto contraddistingue le sue canzoni.

E così, tra un Amen, un’ estate all’ombra delle Granite e delle Granate, e un’ occidentalis karma, Gabbani ha raccontato, ancora una volta con il sorriso, i vizi e le malsane abitudini di un popolo che spera in un miracolo e si lava la coscienza con la preghiera o che scimmiotta gli antichi usi orientali adattandoli ai propri e che, piuttosto che curare la propria anima, costruisce castelli di felicità sull’estetica del sembrare.

Il concerto, poi, è stata l’occasione, per quanti non lo conoscessero profondamente, per conoscere un lato inedito del cantante, quello intimo e romantico che chiunque parli d’arte, non può mai tralasciare. Dolcezza e poesia hanno rischiarato il cielo cosentino e i cuori degli innamorati durante l’esibizione di Immenso, Eternamente Ora, Foglie al gelo.

Un successo che ha reso il Sindaco della città un eroe per i bambini e per quanti credono ancora nelle favole. Un successo, forse preannunciato, proprio dalle polemiche. Cosenza non sarà stata ModenaPark e Gabbani non diventerà il nuovo Vasco Rossi della musica italiana, certo, ma se è vero che felicità fa spesso rima con semplicità, per una volta, un po’ a Sanremo ci siamo sentiti anche noi.

 

Testo di Lia Giannini

Redazione

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