Il suono ritrovato

Il suono ritrovato

BOLOGNA – Un prodigio tecnologico del 1913. Grazie all’evento organizzato dalla Banca Patrimoni Sella, ho potuto godere del suono e della magia emanato dal Steinway-Welte, recente acquisto della Fondazione Franco Severi.

Il simbolo dalla città, le Due Torri non le riesci mai a vedere bene e ti devi accontentare di pezzi di squarci, perché sorgendo nell’ombelico ‘medievale’ di Bologna, come un mastodontico piercing, la visuale è impedita da un folto assembramento di altri edifici. Devi uscire da sotto i portici, storcere molto il collo per vedere di sghimbescio la svettante cima della Torre degli Asinelli a quasi 100 metri d’altezza. Pochissimi sono i privilegiati che possono vantare una vista che mozza davvero il fiato su questo carrefour. Dall’ampia terrazza della Banca Patrimoni Sella sopra la Galleria del Leone proviamo le sensazioni che devono avere i piccioni cittadini che planano sui tetti. Mai l’aggettivo panoramico fu più appropriato: da qui con un amplissimo angolo contempliamo tutto il centro storico di Bologna con lo sfondo dei verdi colli di San Michele in Bosco e di San Luca.

Banca Patrimoni Sella
Le belle sorprese continuano poi con una magia… stiamo per assistere a qualcosa di ancora più speciale: Ruggero Leoncavallo, noto operista italiano, esegue al pianoforte quattro suoi brani inediti. A seguire Ferruccio Busoni, geniale pianista e compositore, suona Cinque brani di repertorio. Visto che Leoncavallo e Busoni sono scomparsi rispettivamente nel 1919 e 1924, e che non siamo ad una seduta spiritica, chi è il medium che permette di ascoltare le loro interpretazioni? È un pianoforte SteinwayWelte, senza pianista, ma con una tastiera che si muove al tocco di dita invisibili. Magia? No, tecnica!

Lo SteinwayWelte è un pianoforte Steinway modificato da una ditta familiare di geniali costruttori tedeschi, i Welte, in modo da inserire e “leggere” rulli che la Fondazione Franco Severi di Cesena raccoglie e conserva nella sua sede di Villa Silvia Carducci. Il sistema Welte, azienda produttrice mondiale di organi automatici e di reproducing pianos, che fa rivivere per le nostre orecchie il tono, il tocco, il fraseggio e il volume del pianista che lo sta suonando in questo momento. Esatto, non che lo ha suonato ed è stato registrato, ma che lo suona per noi in questo momento. Una tastiera che si muove al tocco di dita invisibili. Magia!

La particolarità del sistema Welte, ci spiega Franco Severi mecenate, collezionista e cultore di musica meccanica, consisteva nel registrare un’esecuzione musicale esattamente come il pianista l’aveva eseguita, ossia non comprendeva solo le singole note, ma anche le dinamiche e l’agogica. In sintesi: l’interpretazione. Così queste esecuzioni venivano fissate su rulli di carta perforata e la loro riproduzione musicale su un pianoforte Welte permetteva di restituire in “alta fedeltà” il brano musicale precedentemente registrato dall’esecutore.

I rulli che la Fondazione Franco Severi di Cesena, – illustra la Professoressa Pia Zanchi, docente di pianoforte del Conservatorio Maderna di Cesena – sono registrazioni di esecuzioni pianistiche molto importanti per la storia dell’interpretazione perché permettono la riproduzione autentica del modo di suonare dei pianisti famosi degli inizi del XX secolo. Nel repertorio dei rulli di carta per pianoforte Welte tra il 1905 e il 1928 troviamo magnifiche registrazioni di Jan Paderewski, Edwin Fischer e Walther Gieseking, Vladimir Horowitz e Rudolf Serkin.

Il pianoforte vero protagonista della serata è un recente acquisto della Fondazione Franco Severi uno Steinway-Welte che era il modello più di lusso e pregiato tra quelli prodotti, in ottime condizioni sia estetiche che di funzionamento. Il piano per funzionare è collegato ad una pompa pneumatica azionata da un motore elettrico che produce la depressione dell’aria per la lettura dei rulli.

Questi lussuosi strumenti e i fragili rulli di carta per note avevano un costo talmente elevato così da farne oggetti solo per clienti upper class, tra cui re e banchieri.

Oggi le banche più attente scelgono sempre più di sostenere la conservazione, il restauro, la ricerca in campo artistico e culturale, affiancandosi ad istituzioni pubbliche e a fondazioni private, che riescono così a portare avanti le loro missioni a beneficio dell’arte e della società tutta.

Foto in gentile concessione Banca Patrimoni Sella & C.

Bologna – Il suono ritrovato

Silvia Camerini Maj
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10 Responses to "Il suono ritrovato"

  1. Lamberto Cantoni
    Lamberto Cantoni   22 Maggio 2019 at 10:55

    Sono d’accordo con l’autrice nel riconoscere l’importanza del sistema Welde. Non sono un conoscitore di musica alta, ma capisco benissimo il valore culturale di rulli che ci consentono l’ascolto di performance musicali straordinarie. Complimenti anche ai dirigenti delle Banche sensibili ai problemi economici che hanno esperienze di conservazione culturale così sofisticate e, probabilmente, non ancora in grado di autosostenersi.

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  2. Antonia Storace   22 Maggio 2019 at 11:16

    Bologna è da sempre una delle mie città preferite, mi ispira un affetto istintivo, genuino. Le bellissime parole di Silvia, mi hanno dato un motivo in più per tornarci al più presto!

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  3. Lucio D’apporto   22 Maggio 2019 at 12:14

    Non ho mai visto BOLOGNA dai tetti e la descrizione della signora Camerini rende ancora più ricca di fascino la terrazza della Banca Patrimoni Sella. Comunque questi eventi di prestigio danno opportunità uniche.

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  4. Stefano Maria Pantano
    Stefano Maria Pantano   22 Maggio 2019 at 13:52

    I miei ricordi bolognesi sono legati a una sortita che due anni fa feci all’università Alma Mater, dove mi intrufolai in un convegno per dottorandi di ricerca. Ciò non prima di perdermi fra le vie della città, in cui si respira un incomparabile profumo di vita, che lascia il posto alle ombre malinconiche dei portici al calare della sera. Bologna è tantissime cose e l’esperienza di un concerto classico dalla prospettiva inedita della terrazza descritta da Silvia deve sicuramente lasciare ricordi indelebili. Negli ultimi anni il ruolo degli istituti di credito sta interessando anche il mondo della cultura, con inevitabili benefici per un settore che non ha mai potuto disporre delle ricchezze di re Mida.

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  5. Fabiola Cinque
    Fabiola Cinque   22 Maggio 2019 at 17:10

    Credo che la possibilità di ascoltare registrazioni di esecuzioni pianistiche importanti per la storia dell’interpretazione, grazie alla “riproduzione”, dia un valore autentico per la possibilità di studiare e approfondire le interpretazioni dei pianisti famosi degli inizi del XX secolo. Complimenti alla Fondazione Franco Severi per aver investito in un progetto simile.

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  6. Teresa Paladin
    Teresa Paladin   23 Maggio 2019 at 09:28

    Grazie per questo articolo, che ci ha fatto conoscere con una scrittura fluida e “musicale” il pianoforte Welte, uno strumento “magico” in grado di farci riascoltare le esecuzioni originali di pianisti famosi del passato abbattendo il muro di separazione temporale.

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  7. Cinzia   10 Giugno 2019 at 13:34

    Prestigioso evento che ha dato visibilità ad uno strumento incredibile come il pianoforte Steinway – Welte. Complimenti alla Banca Patrimoni Sella e alla Fondazione Franco Severi per questa fruttuosa collaborazione.

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  8. Franco Severi   12 Giugno 2019 at 14:53

    Che piacere leggere le appassionate parole di Silvia.
    E’ stata proprio la passione per la musica meccanica che ha fatto sì che tanti incredibili strumenti pervenissero, nel corso degli anni, presso il Museo Musicalia di Villa Silvia Carducci di Cesena (FC).
    La Villa, dopo i restauri che l’hanno riportata ai fasti dei tempi della visita della Regina Margherita di Savoia, è sede della Fondazione Franco Severi.
    Da lungo tempo la Fondazione si dedica alla diffusione e alla conoscenza della musica meccanica, anche tramite la partecipazione a importanti eventi, come il concerto tenutosi nella meravigliosa terrazza della Banca Patrimoni Sella.
    E’ stato un vero onore poter far pervenire in una sede tanto prestigiosa uno strumento straordinario come il pianoforte Steinway – Welte.
    Il pianoforte utilizzato per l’occasione, è il risultato della collaborazione fra due importanti ditte, la Welte e la Steinway, le quali dal 1909 misero insieme i propri sforzi per creare lo strumento che venne definito “una meravigliosa combinazione”.
    E’ stato un piacere e un onore aver preso parte a tale iniziativa che vede una rinomata istituzione privata sostenere e aprire le sue porte alla cultura e alla musica, un vero dono alla città di Bologna.

    Il Presidente della Fondazione
    Franco Severi

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  9. Fabiola Cinque
    Fabiola Cinque   19 Giugno 2019 at 23:46

    Gentilissimo Presidente la ringrazio delle sue parole e, in qualità di direttore di questa testata,
    sono onorata di leggere un suo commento. Avere avuto l’opportunità di ammirare la bellezza di Bologna dalla splendida terrazza, ha reso ancora più magico il prestigioso evento. Senz’altro è lodevole l’iniziativa che vede una rinomata istituzione privata sostenere e aprire le sue porte alla cultura e alla musica, e va reso merito a alla Banca Patrimoni Sella di aver organizzato l’evento, alla quale ci auguriamo ne seguono altri di altrettanta importanza.
    Per quanto riguarda la sede della vostra Fondazione Franco Severi, me ne hanno parlato in molti e devo assolutamente colmare questa lacuna al più presto con una visita a Villa Silvia Carducci. In tal caso prometto di scriverne ma colgo l’occasione per invitare i nostri lettori, qualora la conoscessero già, di raccontarci la loro esperienza.
    Tra l’altro, dato che cita la data del <> rimaniamo in attesa di conoscere come la Fondazione vorrà celebrare questo anniversario che conta addirittura 110 anni, non mancheremo di celebrarlo insieme a voi. Un caro saluto e un arrivederci.

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  10. Claudio Amici   19 Giugno 2019 at 23:59

    Posso confermare tutto. Essendo anch’io un docente di musica al Conservatorio come la prof. Pia Zanchi conoscevo bene il tesoro del repertorio dei rulli di carta per pianoforte Welte e la prodigiosa tecnica all’avanguardia di questo pianoforte. Mi spiace non aver potuto assistere alla serata ed ammirare dal vivo la recente acquisizione della Fondazione Franco Severi di uno Steinway-Welte, ma, avendo già visitato tempo addietro la splendida Villa Silvia Carducci, ora avrò un motivo in più per tornarci.

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