InstaParis: breve guida ai luoghi del cuore a Parigi

InstaParis: breve guida ai luoghi del cuore a Parigi

PARIGI – InstaParis: i luoghi del cuore per una Parigi raccontata tra gli angoli e le atmosfere più inedite. Non solo per le feste, c’è sempre una scusa per andare a Parigi. Qui ve la racconto tra arte, luoghi e cucina, attraverso le parole ed il mio obiettivo.

Aaaahh Parigi! Quante volte ho sentito questa sognante esclamazione parlando con amici o conoscenti menzionando Parigi? Un numero praticamente illimitato, forse tutti, in differenti riprese, sono stati a Parigi: un weekend romantico, una gita tra amici, un viaggio per i bambini ad EuroDisney con puntatina in città….insomma raccontare Parigi è quasi un’arma a doppio taglio: sembra un’impresa praticamente impossibile scovare un angoletto di “non già visto” nella capitale francese.

Non sono immune da questo effetto. Vado a Parigi da quando ero dodicenne, anche per lunghi periodi e ho girato in lungo ed in largo la città e i dintorni prima alla ricerca di novità poi in cerca di posti che mi assomiglino.

Già, InstaParis questa potrebbe essere una piccola guida a posti visti e rivisti, osservati con un occhio nuovo: non il turista alla frenetica ricerca di novità, ma un placido viaggiatore che mira a godersi gli attimi in compagnia di questa città.

Uno dei posti preferiti è il Musée Rodin (rue de Varenne 77), piccolo villa-museo nei pressi de Les Invalides. si nota a fatica da fuori: un lungo muro di cinta lo chiude alla vista dalla parte dell’entrata. Il viaggiatore che si lascia sedurre dalle lusinghe delle sensuali e bellissime statue di Auguste Rodin, entrando nella villa-museo che ospitò lo scultore nei suoi ultimi anni di vita entra in un luogo quasi della mente. Nei giorni più tranquilli e soleggiati si può vagare con tranquillità per il vasto giardino ammirando le sculture esposte in esterno (il biglietto per i giardini può essere acquistato a parte), ma anche l’interno dell’Hôtel Biron non delude: oltre alle sculture di Rodin e dell’allieva-amante Camille Claudel sono visibili anche opere di  Claude Monet, Pierre-Auguste Renoir, Vincent van Gogh e tanti altri.

Un altro dei miei posti preferiti, non importa se sia d’inverno o d’estate, sono i Jardin du Luxembourg, i giardini alla francese pubblici del Palazzo del Lussemburgo. Vennero creati nel 1612 per volere di Maria de’ Medici e si trovano nel VI arrondissement di Parigi. È il giardino del Senato francese, che è ospitato nel Palazzo del Lussemburgo. Ogni stagione è buona per visitarli, ma l’estate la fa ovviamente da padrona: nell’immobile placidità della calura di luglio, nel piccolo stagno centrale vengono effettuate regate di barche in miniatura con un curioso effetto d’antan che quasi ti aspetti di veder spuntare bagnanti in costumoni anni ’30 come da vecchie cartoline seppiate di famiglia.

Ok dove altro? Pensandoci un attimo direi che nella mia InstaParis inserirei la basilica del  Sacré-Cœur a Montmartre. Nessuna novità, forse uno dei posti più affollati di Parigi dopo la Tour Eiffel. Eppure una prospettiva leggermente diversa si può avere: l’ascesa alle cuspidi e alla cupola della basilica. Fisicamente un po’ impegnativa, ripaga tuttavia ampiamente con una vista mozzafiato. Dall’alto della cupola, la città si stende morbida sotto di te a perdita d’occhio contornata dalle guglie e dai gargoil che ornano le parti più alte della chiesa. Il vantaggio di questa vista rispetto a quanto può offrirne un’altra tipo Tour Eiffel? Meno code apocalittiche, meno compagnie di turisti rumorosi, la possibilità di fare foto in relativa tranquillità senza avere il turista accanto con il coltello tra i denti per farsi un selfie con la fidanzata e in ultimo, a mio parere, un certo fascino fotografico e una luce più netta grazie alla rifrazione della luce sulla pietra bianca (che in certe giornate uggiose aiuta anche).

Scendendo da Montmartre, un percorso che amo molto fare è quello che costeggia il Lapin Agile, storico cabaret situato al 4 rue des Saules, che dall’esterno è solo una piccola casetta rosa ricoperta dai rampicanti . Fu uno dei luoghi privilegiati degli artisti bohemien del primo Novecento come Pablo Picasso, Max Jacob,Roland Dorgelès, Francis Carco, Modigliani, Apollinaire, Utrillo e Pierre Mac Orlan. Proseguendo rue des Saules (o la vicina rue de Saint Vincent) si incontra la bella vigna di Montmartre. Una vista inusuale ben mimetizzata nel paesaggio urbano, che i più tendono ad ignorare passando e ripassando per Place du Tertre. La vigna risale all’epoca gallo-romana e ogni primo sabato del mese di Ottobre, gli abitanti di Montmartre rendono un suggestivo omaggio a Bacco festeggiando in maniera simbolica la vendemmia della vigna della rue Saint Vincent. Fu grazie all’iniziativa del pittore Pulbot che questo terreno fu trasformato in giardino pubblico e poi in vigneto: le 2400 piante che formano questa vigna producono un vinello acidulo che non si può classificare tra i migliori vini francesi. Bisognò aspettare gli anni ’70 affinché le vigne producessero un vino più accettabile: ora ogni anno circa 700 bottiglie etichettate Clos Montmartre escono dalle cantine per essere vendute.

Ma qualità del vino a parte, il luogo merita per la sua singolarità e per la nota di bellezza agreste che si inserisce in mezzo alla città.

A questo punto urgerebbe una pausa culinaria che nella mia guida InstaParis non può mancare. Mi viene giusto in mente, e non sarà credo una novità per alcuni, il delizioso salon de Thé Angelina, al 226 di Rue de Rivoli (o in Rue du Bac 108 sulla Rive Gauche). Le lunghe file all’esterno parlano da sole per questo storico locale fondato nel 1903: un elegante salone decorato con motivi primi novecento introduce il viaggiatore paziente a favolose specialità di alta pasticceria. La cioccolata in tazza, servita in deliziosi servizi classici, la fa da padrona, oserei dire sia d’inverno che anche d’estate. Tra gli imprescindibili dolcetti da assaggiare il Mont Blanc, con crema di castagne, meringa e un cuore di panna montata, il millefoglie e i macaron di molteplici gusti e colori. Oltre ai memorabili dolci, offre anche servizio come un comune café offrendo insalate, omlette e croque monsieur.

Per rendere la pausa ancora più memorabile, il vicino parco delle Tuilleries offre, anche con tempo uggioso un luogo di passeggio e relax nel cuore della città. Creato da Caterina de’ Medici come giardino del Palazzo delle Tuileries nel 1564, venne aperto al pubblico nel 1667 e divenne un parco pubblico dopo la Rivoluzione francese. Celebri le sue sedie verdi disseminate lungo tutto il giardino con differenti inclinazioni di schienale per memorabili momenti fuori dalla pazza folla. Il giardino ospita inoltre due musei di rara bellezza: l‘Orangerie e il Jeu du Paume.

L’Orangerie (Musée de l’Orangerie), sul limite occidentale del giardino confinante con la Senna, venne costruita nel 1852 dall’architetto Firmin Bourgeois. Dal 1927 vi sono stati esposti i dipinti ninfee di Claude Monet. Vi si trova anche la collezione Walter-Guillaume di Impressionisti.

Sulla terrazza dell’Orangerie si trovano quattro sculture di Auguste Rodin: Le Baiser (1881–1898); Eve (1881) e La Grande Ombre (1880) e La Meditation avc bras (1881–1905). Vi è anche un’opera moderna, Grand Commandement blanc (1986), di Alain Kirili.

Il Jeu de Paume (Galerie nationale du Jeu de Paume) venne costruito nel 1861 dall’architetto Viraut, e poi ampliato nel 1878. Nel 1927 divenne un annesso del Museo del Palazzo del Lussemburgo per esporre lavori di arte contemporanea provenienti dal di fuori dalla Francia. Durante l’occupazione tedesca e la seconda guerra mondiale, dal 1940 al 1944, venne utilizzato dai tedeschi come deposito per la conservazione delle opere d’arte che avevano espropriato alle famiglie ebree. Dal 1947 fino al 1986, è divenuto Musée du Jeu de Paume, che esponeva molte importanti opere di pittori impressionisti poi trasferite al museo d’Orsay. Oggi, il Jeu de Paume è utilizzato per mostre di arte moderna e contemporanea.

E passiamo oltre, cambiando zona. Mi viene ora in mente un posto che ho visto nascere e crescere durante i miei anni e soggiorni a Parigi: il quartiere di Les Halles. Ho una predilezione particolare (forse anche immotivata) per la piccola piazza appena al di fuori della bellissima chiesa di Saint-Eustache: la Place René-Cassin che ospita Ecoute, una originalissima scultura realizzata dall’artista francese Henri Miller. Sicuramente un capitolo fondamentale per InstaParis.

La statua, posta davanti la chiesa Saint Eustache, rappresenta un’enorme testa di pietra appoggiata su un’altrettanto gigantesca mano: la posizione della statua e il fatto che porti la mano all’orecchio lasciano presumere che sia in posizione di ascolto o che stia cercando di concentrarsi per meglio interpretare qualcosa. Questo testone pensieroso che sembra captare voci e suoni che lo circondano, pesa ben settanta tonnellate ed è stato realizzato nel 1986. Non si fa fatica a notarla: ai bambini piace particolarmente arrampicarsi su di essa…anche se il messaggio della statua sarebbe un invito all’ascolto e a sforzarsi maggiormente di ascoltare chi ci circonda.

INSTAPARIS: IL SOGNO CHIAMATO PARIGI

Last but not list per InstaParis: una capatina senza impegno in Place de Vosges. Forse la mia preferita, una bomboniera avvolta nella storia, circondata da deliziosi negozi e gallerie d’arte, questa piazza  situata nel quartiere Marais, è la più antica piazza di Parigi.

Caterina de’ Medici, dopo la morte del marito Enrico II, fece demolire nel 1563 l’antico Hôtel des Tournelles, palazzo reale dal 1388, e realizzare come sua nuova residenza il Palazzo delle Tuileries, lasciando uno spazio libero in questo sito, che dal 1604 fu occupato da una fabbrica di tessuti in seta e da abitazioni per operai. Pochi decenni dopo, però, Enrico IV di Francia decise di realizzare l’attuale piazza, la prima piazza reale di Parigi, facendovi costruire edifici identici sui quattro lati, uno dei primi esempi di pianificazione urbanistica razionale in Francia. La piazza fu inaugurata nel 1612 in occasione dello spettacolo equestre indetto per festeggiare le nozze di Luigi XIII con Anna d’Austria.

Su ciascuno dei quattro lati, lunghi 140 metri, si affacciano nove caseggiati che formano una parete continua, con quattro finestre ciascuno, tre piani e un ampio solaio. Al piano terra si aprono dei porticati e nel mezzo della piazza è presente un giardino, una square, che prende il nome dal monumento equestre a Luigi XIII che si trova al suo interno. Ogni casa presenta fasce verticali e cornici di conci in pietra calcarea bianca alternate a fasce di mattoni, che creano una raffinata tricromia con l’ardesia blu dei tetti.

Il giardino che si apre centralmente è un’oasi di tranquillità lontano dai percorsi turistici più noti: molti sono i locali che si fermano a leggere, a dormicchiare al sole o a dondolare i passeggini tra le panchine nel verde.

Concludo i miei consigli di InstaParis con un suggerimento per la cena, forse un po’ lontano dallo stereotipo dei café francesi, tutti baguette e basco sulle ventitré. E’ il birrificio artigianale O’Neill in stile molto parigino a due passi dalla chiesa di Saint Sulpice, al 20 di Rue des Canettes: ottime le birre (chiedendo la “palette” si ha la scelta di 3 /4 bicchierini con le birre da loro prodotte) e le flamme kucke, sorta di pasta di piada con differenti condimenti, sia dolci che salati. La piu’ classica con creme fraiche, pancetta e cipolla è buona e incredibilmente leggera.

Dal mio InstaParis è tutto (anche se su Parigi ci si potrebbe dilungare ancora parecchio), buon viaggio.

Godetevi la città in modo da poter sempre sospirare “aaaah Parigi!” ogni volta che ci ripenserete.

Copyright Marianne Bargiotti photography 2017

Instaparis

InstaParis

Marianne Bargiotti

One Response to "InstaParis: breve guida ai luoghi del cuore a Parigi"

  1. Dafne   6 Febbraio 2017 at 13:56

    Interessante mini guida esaustiva e chiara, solo le foto ti invogliano a partire. Concordo su tutto anche se mi sentirei di consigliare di visitare i “passages” o ciò che ne resta. Sono rimasta poco entusiasta invece del Mont Blanc, a distanza di anni non riesco a liberarmi del ricordo di quel sapore stucchevole di castagne glassate, molto meglio ripiegare sulla crème brûlé! Chez Angelina è un locale molto affascinante.

    Rispondi

Leave a Reply

Your email address will not be published.