Jimmie Durham l’artista navigato celebra Venezia

Jimmie Durham l’artista navigato celebra Venezia

E’ un artista singolare, il celebrato americano di origine cherokee  Jimmie Durham (Washington, Arkansas, 1940), anche saggista e poeta, dedito al teatro e alla performance negli anni ‘60 e ’70 e, dal decennio successivo, portato ad esprimersi tramite assemblaggi e installazioni; attivista politico coinvolto nelle questioni legate ai nativi americani, anche forte delle sue origini, negli anni ’70 è nell’American Indian Movement, e fondatore dell’International Indian Treaty Council e rappresentante presso le Nazioni Unite.

Amante dell’Italia (vive a Berlino e Napoli), è spesso a Venezia, città che conosce molto bene. Durante la 56esima Biennale ci torna con una grande mostra, Venice: Objects, Work and Tourism alla Fondazione Querini Stampalia, che alizza gli Oggetti, il Lavoro e il Turismo della e nella città lagunare. Con tutte le contraddizioni del caso. La mostra è perfettamente in linea con la poetica dell’autore, volta a scardinare i pregiudizi legati all’identità nazionale – non solo la sua – e culturali, specialmente quelli su cui si fonda la cultura occidentale. Stavolta, più in particolare, si concentra sugli stereotipi connessi a Venezia, sul suo turismo di massa compreso, così come sull’immaginario collettivo in cui è protagonista.

Venezia è meta dei grandi numeri, anche delle immense navi da crociera che ne sovrastano case, chiese e Palazzi storici, appestando di olezzi di gasolio le sue calli; è sito di forte attrazione anche culturale, è tra le città più amate e da visitare: rappresenta un’imprescindibile, rinnovata tappa di un Grand Tour contemporaneo, simbolo di grande bellezza e di lusso. L’essere tanto attrattiva la sta mettendo da tempo a rischio: ciò che l’arricchisce – il flusso turistico, appunto –, dunque, la sta danneggiando, consumandola… Inoltre, ci dice Durham,turisti e intellettuali condividono, di Venezia, una visione romantica che cancella la realtà viva dei lavoratori veneziani, i quali ricreano in continuazione la città, le impediscono di andare in rovina, le ridanno forma sotto gli occhi di tutti.” Così, egli ha parlato con maestri vetrai, operai, gondolieri, bottegai, camerieri, ristoratori e amministrativi, scoprendo le loro singole storie, le peculiarità e anche le difficoltà delle loro attività, talvolta al nero, portata avanti da clandestini immigrati, invisibili pur se fondamentali per lo sviluppo produttivo locale. Gli oggetti del lavoro di queste persone, i reperti del quotidiano, sono parti di installazioni, opere di assemblaggio particolari, fatte anche di vetri, vernici dalle tinte vivaci, antichi mattoni veneziani, sassi, souvenir per l’industria locale e turistica. Tutto si unisce in un mix di elementi, materiali e concetti in una sorta di invito al viaggio e in rappresentanza di un ipotetico dialogo sui temi in questione. Così, ecco il turismo, risorsa e anche, abbiamo detto, peso e problema (da risolvere), nonché luogo comune da chiarire; ecco l’idea che di Venezia si ha fuori da Venezia: vera e ideale allo stesso tempo; ed ecco, infine, il lavoro che regge la città e che essa produce, in un circolo talvolta positivo altre complicato. Jimmie Durham ha grande rispetto per questo, per l’uomo, per i suoi sforzi, la quotidianità, la sua dignità, l’identità, conoscendo bene i rischi che sono alla base di una filiera sempre sul baratro dello sfruttamento: delle persone, dei territori, della storia. Venezia più di tante altre città non ne è esente.

Info mostra

  • Jimmie Durham – Venice: Objects, Work and Tourism
  • Un progetto a cura di Chiara Bertola e nato dalla collaborazione tra Fondazione Querini Stampalia, Venezia, e Kurimanzutto, Città del Messico Messico e con il sostegno di Fondazione FURLA, Bologna; Dena Foundation, Parigi; ZERYNTHIA Associazione per l’Arte Contemporanea, Roma.
  • Un libro d’artista accompagna la mostra (Durham ha composto questo libro con testi e immagini – oggetti che ha raccolto, immagini di persone e scene veneziane – e vi ha racchiuso la sua analisi dei legami tra il settore turistico, le storie dei lavoratori veneziani e la storia della città).
  • Fondazione Querini Stampalia, Venezia – Area Carlo Scarpa e Museo
  • Santa Maria Formosa – Castello 5252, 30122 Venice Tel. + 39 041 2711411

Jimmie Durham l’artista navigato celebra Venezia

Barbara Martusciello

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