La discoteca ecosostenibile sarà una nuova tendenza?

La discoteca ecosostenibile sarà una nuova tendenza?

ITALIA – In base a quali caratteristiche la disco olandese ha potuto presentarsi come il primo caso di struttura dell’entertainment eco sostenibile? Cerchiamo di capire se questo modello di discoteca ecosostenibile è davvero percorribile!

Non abbiamo dovuto attendere molto tempo per veder arrivare anche tra i club di musica e ballo la fiducia anticipata nel concetto di eco sostenibilità. La domanda è: può esistere una discoteca ecosostenibile?  Per ora si tratta di un nuovo probabile standard che sta nascendo fuori dall’Italia. Infatti il primo club eco sostenibile è nato pochi anni or sono in Olanda. Venne chiamato Watt (come l’unità di misura dell’energia elettrica) ed ebbe subito un impatto internazionale.

In base a quali caratteristiche la disco olandese ha potuto presentarsi come il primo caso di struttura dell’entertainment eco sostenibile? È chiaro che per non rischiare il più classico dei boomerang informativi gli imprenditori dovevano dimostrare la compatibilità del Watt con i criteri scientifici che stabilivano l’eco sostenibilità di un progetto. Bisogna dire che in questo caso non ci possono essere dubbi. La disco olandese sfrutta un principio veramente geniale.

DISCOTECA ECOSOSTENIBILE: ECCO PERCHE’ SI

L’idea che ha avuto il progettista è semplice quanto complicata da realizzare: cosa fanno dal punto di vista fisico migliaia di giovani che ballano per ore e ore? Tra le altre cose producono una pressione costante sul pavimento. Ma che cos’è la pressione? Non è forse una forma di energia? Immaginiamo di trasformare le sollecitazioni meccaniche causate dal movimento di migliaia di persone sulla pista da ballo, in energia accumulabile… A questo punto non ci troveremmo forse di fronte ad un vero e proprio sistema di auto produzione energetico? In effetti le intuizioni del progettista si rivelarono giuste. Infatti applicando il principio della Piezoelettricità su una superficie calpestata in grado di trasformare la pressione in forza dinamica trasmessa a dispositivi capaci di permettere il passaggio di stato fino all’elettricità accumulabile, Alijd van Doorm, comprese quanto questa soluzione potesse risultare efficace per una discoteca. Non sono sicuro che van Doorm sia lo scopritore della nuova applicazione. Di certo è il personaggio che ha brevettato il SDC (Sustainable Dance Club), intorno al quale l’architetto Henk Doll ha creato la discoteca Watt. In realtà sembra che l’applicatività del principio piezoelettrico sia stata modulata dal lavoro di ricerca delle Università di Delft e di Eindhoven.

IL FUTURO DELL’ENTERTAINMENT E DELLA DISCOTECA ECOSOSTENIBILE

Comunque la vogliate vedere ci troviamo di fronte a qualcosa di sconosciuto per noi italiani: un club che esibisce un’avanguardia tecnologica di prim’ordine; un gruppo di imprenditori che interagisce con grandi centri di ricerca; una struttura dell’entertainment capace di attivare una comunicazione-mondo (Watt è divenuta subito uno dei club più visitati nel web). Probabilmente è da una dozzina d’anni che i nostri club non riescono più a dialogare con le agenzie economiche e tecnologiche all’avanguardia.

A questo punto immagino che il lettore si chieda: quanto vale l’energia accumulate dallo Watt? Secondo i responsabili del club oggi il sistema SDC rende possibile il risparmio di un terzo del costo della bolletta energetica del locale. Trovandoci di fronte a tecnologie che potremmo considerare di prima generazione, la performance in termini di risparmio non è male. Dobbiamo considerare però che i costi della pista super tecnologica arrivano, nel caso del Watt, a oltre 250.000 euro. Con l’attuale crisi di identità ed economica dei locali da ballo italiani sembra difficile con questi costi immaginare una diffusione del SDC.

IL MODELLO OLANDESE

Ma, ci dicono gli organizzatori del club olandese, le motivazioni che hanno permesso di concepire il Watt non sono solo economiche. Il club infatti si propone come un potente simbolo per contribuire alla diffusione tra giovani di un nuovo stile di vita all’insegna dell’eco sostenibilità.

Non è un caso se oltre al dispositivo SDC i proprietari hanno stabilito l’ingresso gratuito a tutti i clienti che arrivano al club a piedi o in bicicletta (non hanno però detto come fanno a controllare che un giovane non bari, per esempio parcheggiando la macchina a qualche centinaio di metri per poi arrivare all’ingresso dichiarando il falso).

Comunque, lo ripeto, il Watt sta spopolando tra i blogger ecologici, è visto di buon occhi dalle amministrazioni e dai politici, probabilmente avrà grandi sponsor.

Il SDC non è l’unico criterio per interpretare il paradigma oggi di moda che abbiamo classificato con il concetto di gran moda “eco-sostenibilità”.

ANCHE NEGLI STATI UNITI LA DISCOTECA ECOSTENIBILE E’ POSSIBILE

Anche a New York è stato recentemente inaugurato la prima discoteca ecosostenibile degli Stati Uniti.

Il Club chiamato Green house non ha niente a che vedere con il Watt. In che senso allora è eco-sostenibile? In questo caso i progettisti hanno costruito il locale con l’uso esclusivo di materiali riciclati e riciclabili. Il lavoro è risultato talmente minuzioso e serio al punto da far attribuire al club la prestigiosa certificazione LEED. In sintesi si può essere eco-sostenibili anche senza tecnologie sofisticate. La Green House infatti hanno rivestito pareti e pavimento in bambù, i banconi del bar sono fatti di vetro riciclato, migliaia di impianti organici al soffitto riflettono luci e colori con un effetto spettacolare efficace quanto i dispositivi luce/laser delle disco anni ’90, con il vantaggio di consumare molta meno energia.

L’IDEA DEL BRASILE

Lo stesso concetto di eco-sostenibilità ha sorretto l’Eco House di Sao Paulo (Brasile) costruita anch’essa con materiali riciclabili. È molto probabile che in questo momento siano in costruzione nel mondo centinaia di strutture progettate per rispondere alla domanda di sostenibilità sulla quale scommettono gli imprenditori che guardano al futuro. Non mi risulta che questa tendenza abbia sfondato in Italia. Perché? Forse i nostri imprenditori sono più furbi dei colleghi che abbiamo citato e non si fanno incantare dalle parole di gran moda? O al contrario sono tra i più stupidi ovvero non si rendono conto che il mondo sta cambiando e insieme al mondo è cambiata la mentalità dei giovani?

COSA SUCCEDE A MILANO

Milano ha vinto la competizione tra metropoli per l’organizzazione nel 2015 dell’Expo grazie al tema della sostenibilità. Probabilmente da qui a quella data ci beccheremo un’ondata di chiacchiere sulla sostenibilità talmente oppressiva da risultare insostenibile. Tutti per farsi una buona immagine vorranno cibarsi dell’eco sostenibilità. Anche chi non dovrebbe. Sembra ragionevole immaginare che questa macro tendenza non possa che rafforzarsi coinvolgendo fasce di pubblico sempre più ampie. Perché nessun club in Italia tenta in modo serio di interpretarne i modi con il linguaggio dell’entertainment notturno? Non credo che i nostri imprenditore siano stupidi.

IL FUTURO

Essi vedono nel mondo più o meno le cose che vedono gli altri, sentono le stesse parole e hanno problemi comuni (per esempio risparmiare sui costi energetici). Cosa cambia? Nessun imprenditore in altri Paesi paragonabili al nostro ha una burocrazia, soprattutto nel settore edilizio, così devastante. Nessun Paese dalla forte economia ha banche conservatrici come quelle italiane. Le nostre Università sono poco proattive con chi agisce in un mercato. Se a questo aggiungiamo le tasse che paga un imprenditore di discoteche, allora diviene impossibile immaginare che possa guardare aldilà del qui e ora.

Quando il futuro coincide con la gestione di un presente problematico, si investe poco e non si crea nulla di avveniristico. Senza la fiducia nel futuro le tendenze con la freccia del tempo in avanti non hanno senso. Le uniche possibili sono quelle che già funzionano. Ecco allora che tutti imitano tutti, sino allo sfinimento.

Antonio Bramclet
Latest posts by Antonio Bramclet (see all)

Leave a Reply

Your email address will not be published.