Ecco perché lavorare da casa è una scelta eco-green per l’ambiente

Ecco perché lavorare da casa è una scelta eco-green per l’ambiente

ROMA – Oggi affrontiamo il tema sempre più in voga dello smart working. Secondo molti studi, oltre a migliorare il morale e la fidelizzazione dei dipendenti, assumere lavoratori da casa riduce l’inquinamento ambientale e aiuta le aziende a raggiungere gli obiettivi di sostenibilità. E’ un argomento molto complesso e noi tra i tanti quesiti, cerchiamo di rispondere anche a questo: lavorare da casa rende più felici?

Lo avreste mai detto? Ebbene sì, incoraggiare i tuoi team a lavorare da casa può contribuire a ridurre l’inquinamento ambientale e a raggiungere gli obiettivi di sostenibilità della tua organizzazione. Non è uno scherzo e se ci pensate è abbastanza intuibile. In base a uno studio condotto nel 2015 da Fraunhofer USA per la Consumer Technology Association, “il telelavoro riduce il numero di miglia annue percorse di una media ponderata di circa 1400 miglia per telelavoratore”. Prendendo come esempio gli Stati Uniti, la riduzione ambientale provocata dai tanto vituperati telelavoratori, comporta una diminuzione di 10.7 kWh del consumo energetico complessivo dell’intera nazione a stelle e strisce, che equivale al consumo di elettricità annuale di circa 750 mila famiglie. E non è finita qui! Secondo lo studio il telelavoro ha portato a una riduzione delle emissioni di gas serra di circa 8 milioni di tonnellate metriche.

Insomma, lavorare da casa è una scelta eco-green dall’impatto significativo, quanto lo può essere una campagna all’insegna della sostenibilità ambientale intrapresa da una compagnia aerea, oppure da un marchio d’abbigliamento sempre attento alla salvaguardia dei mari .

COME POSSIAMO ASSICURARCI CHE I TELELAVORATORI PRODUCANO RISULTATI DI QUALITA’?

lavorare da casa

Come abbiamo potuto vedere creare un team legato allo smart work offre molteplici vantaggi. Ma mettiamoci per un attimo dalla parte di un capo di un’azienda. Come può questo capo, assicurarsi che i team assolvano alle loro funzioni nel modo previsto? La risposta è da ritrovare nella tecnologia.

Esistono ovviamente dei requisiti minimi per lavorare da casa, dal computer al cellulare, dal Wi-Fi ad una buona conoscenza della rete e degli strumenti che questa può offrire. Ma diciamocelo, questi requisiti, al giorno d’oggi, sono facili da trovare; discorso più complesso è sicuramente quello legato ai software. Se la tua organizzazione usa già gli strumenti software più diffusi di elaborazione di testo, fogli di calcolo e presentazioni, è facile presumere che i dipendenti avranno la versione “personale” degli stessi strumenti a casa. Ma meglio non presumere niente. Prima che inizino a lavorare da casa, assicurati che i tuoi dipendenti abbiano accesso allo stesso software che usano in ufficio.

QUANDO SI PARLA DI SOFTWARE NON SI PUO’ NON CITARE TEAMVIEWER

lavorare da casa

Un’impresa che ha compreso perfettamente tutte queste dinamiche per quanto riguarda il lavoro da casa, è sicuramente TeamViewer , azienda che si occupa della creazione di software per la condivisione dei desktop a distanza. TeamViewer è il maggiore software al mondo per il controllo, il supporto e la collaborazione remota. Registra oltre 1,9 miliardi di dispositivi connessi ed oltre 40 milioni di sessioni avviate ogni giorno. Per l’uso personale è totalmente gratuito, e sempre più aziende stanno implementando il software per garantire servizi come lo Smart working, il supporto remoto e la collaborazione a distanza.

LO SMART WORK MIGLIORA DAVVERO LA QUALITA’ DELLA VITA DEI LAVORATORI?

lavorare da casa

Fino ad adesso, abbiamo elencato soltanto i vantaggi dello Smart Work, sia per i telelavoratori che per le aziende. Ma siamo sicuri sia tutto rose e fiori? Prendendo spunto dall’interessante articolo uscito qualche mese fa su Donna Moderna , non esistono solo vantaggi nel creare un team di lavoratori da casa, anzi, ci sono vere e proprie trappole da affrontare.

Qualche esempio? Beh, innanzitutto, il problema della reperibilità. Spesso le aziende, vertendo sul fatto che il lavoratore espleti i suoi doveri in un ambiente comodo e familiare, pretendono una disponibilità selvaggia, a qualsiasi ora e momento della giornata. Altro problema è che il tuo lavoro influisce tremendamente anche su chi ti sta attorno: se per un telelavoratore lavorare alle 3 di notte può rappresentare la normalità, non vale ovviamente lo stesso per figli, mariti, mogli o genitori. Spesso poi si rischia di trasformare la casa in un ufficio, con tutto ciò che questo comporta e non si può negare che chi lavora da casa, conduce quasi sempre una vita sedentaria.

Insomma, lavorare da casa rende davvero più felici? La risposta è NI. Offre certamente molti vantaggi, sta prendendo sempre più piede nelle aziende (17 su 100 adottano questo sistema) ma è un argomento da studiare a fondo. Voi che ne pensate?

Steve Moss

9 Responses to "Ecco perché lavorare da casa è una scelta eco-green per l’ambiente"

  1. Silvia Camerini Maj
    Silvia Camerini   30 Luglio 2019 at 12:31

    Il futuro è già qui. Tra robot, telelavoro (cioè lavoro a distanza), rete internet, il mondo si è fatto piccolo e agile. Il tuo ufficio in casa, il tuo ufficio che ti segue ovunque, il tuo ufficio che abolisce l’orario “d’ufficio”. Personalmente ritengo sia un ottimo risultato, una tappa importante verso la liberazione dell’uomo.
    W lo smart work

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  2. Lamberto Cantoni
    Lamberto   7 Agosto 2019 at 00:27

    Steve scrive cose giuste. È vero che lavorare a casa comporta i problemi che giustamente elenca. Ma credo che dipenda dal tipo di lavoro implicato. Come sempre la soluzione giusta sta nel mezzo: vi sono casi in cui il rendimento qualitativo viene esaltato dall’uso di uno spazio privato…a patto che non siano preclusi momenti di confronto collettivo in sedi istituzionali. Per me, se è possibile, bisogna evitare il lavoro solo a casa e quelle solo in ufficio. Altra questione: è chiaro che se una azienda sceglie di avere collaboratori che lavorano a casa propria non dovrebbe essergli consentito di invadere la loro privacy: cioè in nessun modo devono avere accesso a come, quando e perché il collaboratore decide di operare. Fatto salvo naturalmente, le tempistiche concordate e l’entità del lavoro da consegnare.

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  3. Melissa Turchi
    Melissa Turchi   7 Agosto 2019 at 15:39

    L’ho sperimentato a partire dall’anno scorso e concordo sul fatto che lo smart working renda felici. È una strada fondamentale che le aziende non possono evitare di percorrere, ovviamente calibrando il numero di giornate al mese rispetto a quelle spese in ufficio (queste ultime, per me, devono assolutamente prevalere.)

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  4. Roberto Becchi   7 Agosto 2019 at 15:54

    Non ti devi spostare.Questo è l’unico aspetto che secondo me non ha nessun “contro”. Niente auto, niente bus o treno. Niente attese, niente code nel traffico, niente inquinamento. Niente tempo (e denaro) perso negli spostamenti: se risparmi supponiamo 30 minuti ad andare e 30 a tornare dall’ufficio, sono 60 minuti al giorno, 5 ore alla settimana, dalle 20 alle 24 al mese, cioè guadagni 1 giorno di vita ogni mese!

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  5. Fabiana   7 Agosto 2019 at 15:56

    non devi pensare a cosa indossare ed essere ogni giorno tirata a lucido. Sebbene non tutti siano come me (che non apprezzo i vestiti formali), anche in questo senso lavorare da casa fa risparmiare tempo e denaro, tuttavia qui c’è un “ma”. Va bene vestirti con abiti comodi, ma fai attenzione a non lasciarti andare (magari rimanendo tutto il giorno in pigiama o in tuta): a lungo andare non aiuterà né il tuo umore né la tua produttività.

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  6. Lionello10   7 Agosto 2019 at 15:56

    È casa tua ed è proprio come piace a te.

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  7. Kevin   7 Agosto 2019 at 15:57

    Caldaia rotta improvvisamente? Bimbi da andare a prendere prima a scuola perché stanno male? Se sei a casa, sarà molto più facile gestire gli imprevisti famigliari e non.

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  8. Stefano Maria Pantano
    Stefano Maria Pantano   12 Agosto 2019 at 20:16

    Argomento interessante che da qualche tempo riguarda moltissimi lavoratori e capi d’azienda. Inevitabilmente di remote working si parlerà sempre di più, anche se dirimere il problema del rapporto fra vantaggi ed efficienza effettiva non è sempre possibile attualmente. E’ certo che il concetto stesso di lavoro sta cambiando rispetto a pochi anni fa. Oggi la scuola continua per lo più a funzionare per creare cittadini il cui grado di consapevolezza potrebbe bastare al massimo per vivere in una società ferma agli anni ’70, non oltre. Le nuove generazioni raggiungono la maggiore età con cognizioni che sono già obsolete per il mercato che dovranno affrontare. D’altra parte la velocità con cui i cambiamenti incalzano il mondo di oggi rende quasi naturale che un adolescente studi in vista di una professione che di fatto potrebbe non esistere ancora. Personalmente trovo ci siano molti vantaggi nel lavoro in remoto e paradossalmente proprio il mio bioritmo improbabile mi renderebbe allineato a eventuali richieste di reperibilità fuori orario senza particolari impedimenti. Tendenzialmente, anzi, sono io a inviare comunicazioni notturne, per cui c’è un lato della fluidità dei nostri tempi che fa tanto comodo agli uomini di libertà come me. Logicamente nel profitto di un’azienda presumo abbia molta importanza la componente umana: se il gruppo di lavoro è efficiente e c’è una buona guida, il tutto dovrebbe funzionare al meglio. Nel suo piccolo MyWhere ha una struttura di questo tipo e proprio la flessibilità e la tecnologia gli consentono di avere corrispondenze da tutta Italia e da molti Paesi esteri, con risultati che non sono affatto scontati. Non dico queste cose con lo spirito dell’oste a cui si chieda com’è il suo vino. E’ ovvio che dirà che è buonissimo. Il nostro vino è con molta probabilità di qualità rispettabile o più che rispettabile anche perché la struttura di remote working è ben gestita, anche se il processo di miglioramento è sempre in divenire. L’esistenza di questa testata e il relativo numero di lettori ne è una dimostrazione sul campo.

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