Pier Giorgio Parini. Piatti che coinvolgono mente, palato e cuore

Pier Giorgio Parini. Piatti che coinvolgono mente, palato e cuore

ITALIA – Se non fossi stata quasi costretta da un’amica, avrei fatto il giro del mondo senza rendermi conto che il meglio l’avevo a un passo dal naso, se non fossi stata forzata dal destino a provare la cucina di Pier Giorgio Parini avrei perso un pezzo del puzzle che compone il districato labirinto della gastronomia d’eccellenza.

Chissà perché siamo così abituati a pensare al futuro, a cercare di costruirlo, viverlo, intesserlo, immaginarlo e sognarlo. Chissà perché ci sembra cosi lontano quando in realtà al solo pensarlo è già passato. Il tempo è il grande cruccio dell’esistenza, il tallone d’Achille dell’umanità, il filo d’Arianna che ci farà uscire dal labirinto. Il tempo è passato tra un attimo e futuro tra un secondo, non siamo in grado di percepire il suo passaggio e quando ci proviamo ci sfugge di mano e allora è troppo tardi per riacchiapparlo. Non vi è alcuna soluzione che possa impedire il suo scorrere e tantomeno un laccio che ci aiuti a recuperarlo. Il tempo non perde tempo, ci impone solo di viverlo. Ma esiste un luogo, forse non l’unico, ma a me piace pensare che lo sia, dove pare che Kronos si sia fermato, dove gli odori punzecchiano l’olfatto e dove all’ora del tramonto puoi scorgere il sole dar luce al mare di fronte a te. Un luogo dove all’ora di cena si mescolano silenzio e profumo e suoni di natura conditi alla passione, è l’Osteria del Povero Diavolo a Torriana. Sembra strano pensare che in mezzo a un nulla fatto di tre case ci possa essere un cosi raro esempio di perfezione, impensabile, per me, fino a poche settimane fa, immaginare di andarci anche solo per un’ora. Se non fossi stata quasi costretta da un’amica, avrei fatto il giro del mondo senza rendermi conto che il meglio l’avevo a un passo dal naso, se non fossi stata forzata dal destino a provare la cucina di Pier Giorgio Parini avrei perso un pezzo del puzzle che compone il districato labirinto della gastronomia d’eccellenza.

 La sua cucina non ha bisogno di null’altro che di se stessa, non necessita di condimenti superflui in quanto traspare un’innata passione che domina il tutto, gli ingredienti hanno una voce importante che passa dalle mani dello chef e arriva direttamente a noi attraversandoci e imponendoci attimi di religioso silenzio. Parini è un cuoco istintivo, uno di quelli che annusano, osservano, toccano e poi attivano la propria anima pensante al servizio del piacere della gola.

Pier Giorgio Parini

E’ un ricercatore instancabile di emozioni, un demiurgo del “tentativo impiattato”, un provocatore che unisce sapori vicini e lontani inchiodandoci al contemporaneo. Ma cosa succede, se mentre seduta ad aspettare, ti arriva un RISO IN BIANCO dall’aspetto che ricorda la mensa ospedaliera? Non rimane che assaggiarlo. Un tripudio di sorprese dall’equilibrio perfetto, un piatto a più livelli che implica un annullamento dei pregiudizi visivi, un impatto iniziale “anemico” alla vista, che viene immediatamente sovrastato dall’irrorarsi di profumo di cipresso e da quel gusto così tremendamente nuovo al (mio) palato. Questo riso monopolizza i sensi, tutti.

Se ci troviamo, poi, di fronte a un piatto come il SEMPREVERDE non si può desiderare nient’altro che vivere quel momento in eterno, adesso, senza esitazioni, indecisioni, o perplessità. Non possiamo certo pensare a cosa sarà domani mentre, avidamente, portiamo alla bocca un cucchiaio di questo freddo dolce che ha convogliato a nozze con alcune erbette tanto amate da Pier Giorgio e che l’hanno consacrato “Re delle Erbe”, come la menta, la melissa, il finocchietto, il basilico, l’aneto, il cerfoglio, l’eucalipto, l’acetosella, la maggiorana e il timo.

Lasciate che il cibo esprima ciò che le parole non possono fare, lasciate che il tempo della cucina di Parini sia come il tempo di Alice in Alice nel paese delle meraviglie di Lewis Carroll, un tempo delle gesta che si compiono nel presente, un tempo variabile, fisico, ciclico, concreto, contingente, attuale e accidentale. Un tempo quotidiano fatto di giorni che si svelano tra frenesia e lentezza, abitudini e consuetudine, tra mobilità ed equilibrio. La cucina al Povero Diavolo vive in Kronos. Un tempo che esiste solo nel presente, dove passato e futuro sono unicamente dimensioni relative al “qui e ora”.

La cucina di Pier Giorgio Parini in tre parole. No, ne basta una. INDIMENTICABILE.

Pier Giorgio Parini

Povero Diavolo
Ristorante e Locanda
via Roma 30 – Torriana(RN)
Telefono 0541 675060
info@ristorantepoverodiavolo.com

Blue G.
Latest posts by Blue G. (see all)

One Response to "Pier Giorgio Parini. Piatti che coinvolgono mente, palato e cuore"

  1. Antonia   31 Ottobre 2012 at 08:38

    “Ma cosa succede, se mentre seduta ad aspettare, ti arriva un RISO IN BIANCO dall’aspetto che ricorda la mensa ospedaliera? Non rimane che assaggiarlo. Un tripudio di sorprese dall’equilibrio perfetto, un piatto a più livelli che implica un annullamento dei pregiudizi visivi, un impatto iniziale “anemico” alla vista, che viene immediatamente sovrastato dall’irrorarsi di profumo di cipresso e da quel gusto così tremendamente nuovo al (mio) palato. Questo riso monopolizza i sensi, tutti.”

    E’ come con i libri. Non si giudicano mai dalla copertina. Spesse volte, le cose migliori sono incartate in pacchetti buffi, non per forza piacevoli alla vista. Ma se – come hai scritto tu stessa – lasci ai pregiudizi ( di qualunque natura ) il modo, la possibilità ed il tempo di annullarsi, la verità si svela, e può rivelarsi sorprendente.

    Un sorriso. A.

    Rispondi

Leave a Reply

Your email address will not be published.