Pooh, la magia del lato sinfonico che ci stupisce

Pooh, la magia del lato sinfonico che ci stupisce

Qualche giorno fa ho avuto il piacere di assistere al mio primo concerto dai Pooh. Un’amante come me della musica italiana non poteva non assistere almeno una volta a uno show della band o, come si diceva una volta, del complesso più longevo della storia italiana. Il 26 ottobre è infatti partito il tour “Opera seconda” che toccherà i più prestigiosi teatrali italiani fino a febbraio 2013. Ma la particolarità di questo tour è che per la prima volta i Pooh sono accompagnati, oltre che da Danilo Ballo (tastiere) e da Phil Mer (batteria), da un’orchestra sinfonica, la Ensemble Symphony Orchestra diretta dal maestro Giacomo Loprieno.

Quando si apre il sipario il primo impatto con la scena è veramente notevole: un’orchestra sinfonica composta da oltre 25 elementi e al centro le celebri tastiere di Roby. Quando dopo pochi secondi fanno il loro ingresso sul palco, Roby al centro, Red e Dodi al suo fianco con le loro immancabili chitarre. Il pubblico seduto si alza in piedi e li accoglie come fossero grandi rockstar con ovazioni e grida. E così prende il via uno spettacolo di oltre due ore e mezza con una scaletta ricca e variegata. Si comincia dai successi più recenti alle canzoni del nuovo album riarrangiate in chiave sinfonica come “Pierre”, “Il ragazzo del cielo”, “Sara nel sole”, per poi spostarsi lungo i decenni e, attraverso i loro grandi successi, sembra di ripercorrere un pezzettino della storia d’Italia dagli anni ’60 a oggi. I Pooh non si risparmiano, vestiti con camicia e pantaloni attillati dimostrano di essere in grande forma, non solo musicalmente parlando, e saltano scatenandosi sul palco. Tra una canzone e l’altra interagiscono con la gente ma si prendono anche singolarmente uno spazio dove ognuno dei tre componenti del gruppo, illuminato solo da un occhio di bue, parla col pubblico in modo intimo e racconta qualcosa di sé: cose che, nonostante tante interviste e una vita sotto i riflettori, non hanno mai avuto modo di raccontare.

Dopo due ore di concerto mi accorgo che mancano ancora i loro successi più famosi ed ecco che vengo accontentata perché una dopo l’altra arrivano “Dammi solo un minuto”, “Pensiero”, “Tanta voglia di lei”, “La donna del mio amico”, “Chi fermerà la musica”. La gente nel frattempo si è riversata sotto al palco, balla e lancia rose e pupazzi a Roby, Red e Dodi come se fossimo al concerto di una boy band con la folla di ragazzine che li acclama e sperano di sfiorare per un attimo la loro mano. E nel finale al grido di: “Abbiamo cominciato con la nostra ultima canzoni non potevamo che finire col nostro primo grande successo” ecco che arriva “Piccola Katy”.

Ma a creare la magia di questo concerto, oltre al talento di questa grandissima band coadiuvata dall’orchestra sinfonica, è stato il pubblico. Una tipologia di pubblico non definibile, molto eterogeneo e di tutte le età, dalle persone che probabilmente seguono i Pooh fin dai loro primi successi ai ragazzi, ma anche madri con figlie, coppie giovani e non, che si scambiavano effusioni durante le canzoni più romantiche. Nonostante l’apparente compostezza iniziale, forse dovuta al timore che può suscitare un teatro rispetto a un palazzetto, il pubblico ha dato fatto sentire alla band tutto il sostegno e l’affetto di cui aveva bisogno per fare un grande concerto. E così dopo quasi mezzo secolo di attività, i Pooh sono ancora attuali, riescono a rinnovarsi senza stancare e sanno ancora regalare belle emozioni anche alle nuove generazioni.

Sara Di Paola

One Response to "Pooh, la magia del lato sinfonico che ci stupisce"

  1. Falcio   4 Dicembre 2012 at 11:56

    Io l’avrei intitolato “CHI FERMERA’ LA MUSICA?” 😀

    Io ormai il nome dei POOH lo associo a Paolo Bitta (Camera Cafè), lascio questa chicca per i fan di entrambi!

    http://www.youtube.com/watch?v=fjulNAaRvrY

    Rispondi

Leave a Reply

Your email address will not be published.