Premio Strega 2019, Antonio Scurati trionfa raccontando Il Figlio del Secolo

Premio Strega 2019, Antonio Scurati trionfa raccontando Il Figlio del Secolo

ROMA – A vincere, come avevo previsto, la 73′ edizione del premio letterario più importante d’Italia, è Antonio Scurati con il suo M-Il Figlio del Secolo. In questo articolo, vi racconto la cerimonia di premiazione alla quale ho avuto la fortuna di assistere. Preparatevi, non sarò troppo benevola con tutti i contendenti al premio finale!

Rispettati i favori della vigilia: Antonio Scurati, si è aggiudicato, in maniera netta, il prestigioso Premio Strega con il libro “M – Il Figlio del Secolo”, edito da Bompiani. Lo scrittore classe 1969 ha ottenuto la bellezza di 228 voti su 532.

Antonio Scurati, vincitore del Premio Strega 2019
Antonio Scurati, vincitore del Premio Strega 2019

“E’ un grande onore vincere qui – dichiara Scurati – che si unisce al successo di M in tutte le librerie italiane. Con questo libro ho voluto raccontare come Mussolini sia riuscito a fare breccia sul popolo, l’ho chiamato l’uomo del secolo non a caso. Mussolini, ahimè, è stato il primo a capire il 900′, ha fiutato la sua epoca, e ha trovato il modo per prendersi ciò che voleva, purtroppo attraverso violenza e brutalità”. 

CHE BELLA LA LOCATION!

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E’ stata una bella serata, arricchita dalla location, unica, e straordinaria, vale a dire il Salotto del Ninfeo del Museo Etrusco di Villa Giulia. Appena arrivata, la ricchezza e l’allestimento di questo luogo mi hanno colpita dritta al cuore, stuzzicando i miei occhi e la mia anima. Insomma, tra poco ovviamente vi parlerò del Premio Strega (qui trovate le impressioni pre cerimonia), ma non potevo non dilungarmi su un Museo tanto bello quanto la villa che lo contiene! E’ un polo davvero interessante e ricchissimo di oggetti, statue, vasi e gioielli, che quasi ti accolgono appena ne varchi le porte. Andateci se non l’avete già fatto! Godetevi gli affreschi, i mosaici sarcofago degli sposi, la ricostruzione della tomba affrescata, ma soprattutto accogliete in voi la bellezza dei luoghi circostanti e della villa, davvero unica!

Di grande effetto anche l’allestimento, arricchito da personalità del mondo del cinema, dello spettacolo e della musica, da Gianni Veronesi a Caterina Balivo, dai Bluvertigo a Corrado Augias, dalla coppia Rutelli-Palombelli all’Onorevole Franceschini.  Non me ne vogliano tutti questi personaggi, ma rivedere Piera Degli Esposti e Dacia Maraini chiacchierare negli spazi del Museo, mi ha fatto quasi emozionare!

M – IL FIGLIO DEL SECOLO: SCURATI E’ TAGLIENTE MA…

Premio strega 2019

Un trionfo, come detto, che in molti si aspettavano. M- Il Figlio del Secolo, a pochi mesi dalla sua pubblicazione, è già un caso letterario dai numeri spaventosi, con un successo trasversale di pubblico e di critica, tanto da rendere praticamente ufficiale l’arrivo di altri 2 volumi legati alle vicende autobiografiche di Mussolini.

Cosa ne penso? Avrei preferito un altro nome come vincitore, non perché la scrittura di Scurati (già 2 volte candidato e sconfitte negli scorsi anni, non ne poteva più di arrivare secondo) non fosse vivace e a tratti innovativa, ma perché sinceramente pensavo che di un nuovo libro su Mussolini non se ne sentisse troppo il bisogno. Certo, in questi ultimi anni, stiamo assistendo ad una “rinnovata curiosità” per il fascismo e il suo Duce, ma mi sarebbe piaciuto vedere sul gradino più alto del podio il libro della Cibraria, dal titolo “Il Rumore del Mondo”, unico vero avversario di Scurati.

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Insomma, mettiamola così, non è proprio il mio genere. Leggere nel 2019 un libro di 800 pagine su Mussolini non è una delle mie priorità. Il suo M, nonostante si presenti come romanzo, è in realtà un’opera molto storica, che ritrova la caratteristiche romanzesche solo quando l’autore racconta in mood ironico e grottesco le vicende amorose di Mussolini. Altro punto che non mi ha convinto molto, è l’indulgenza di Scurati nel raccontare la figura del Duce. Non fraintendetemi, l’autore condanna le terribili gesta de “L’uomo del secolo”, ma spesso lo rende quasi simpatico al lettore, quasi ridicolo e questo gioco, a volte, risulta sgradevole. L’autore però smentisce durante la cerimonia: “Il mio libro è una velata apologia? Balle, l’antifascismo oggi non è più militanza bensì esaltazione della democrazia, M racconta ogni tipo di violenza esercitata dal Duce senza peli sulla lingua”.

Non posso comunque non esimermi dal complimentarmi con Scurati per lo stile scorrevole e diretto, che riesce quasi a musicare i documenti ufficiali dell’epoca, uno stile che si esalta soprattutto nei momenti di quotidiana e sfrenata violenza del regime.

Ad ogni pensavo che il Premio non si esponesse con un candidato così “politico”… e lui, a parte la dedica, non si è prestato in modo generoso anche se, alla proclamazione della vittoria, si è letteralmente “scolato” tutta la bottiglia del liquore Strega …

IL RUMORE DEL MONDO, UN ROMANZO STORICO EMOZIONANTE E ITALIANISSIMO

Fabiola cinque al Premio Strega 2019

Onore ai vinti sì, ma anche agli sconfitti, (quasi!) tutti meritevoli della candidatura al 73′ Premio Strega. Comincio col secondo classificato, vale a dire Il Rumore del Mondo di Benedetta Cibrario (Mondadori). Datemi pure contro, ma secondo me far vincere questo titolo sarebbe stato molto più coraggioso. Il libro è un romanzo storico in cui il Risorgimento agisce da lente d’ingrandimento per il nostro tempo. Racconta la storia di Anne Bacon, figlia di un mercante e futura sposa di un ufficiale piemontese e racconta la storia della nostra grande storia.

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L’ho sentito mio, molto più degli altri libri in lizza per la vittoria finale, l’ho sentito mio perché reputo l’epoca raccontata la più emozionante della storia d’Italia. L’ho sentito mio, perché non ne avevo mai abbastanza di tutti i personaggi, anche quelli minori, ma soprattutto, l’ho sentito mio perché ci ho rivisto tutto quello che siamo e tutte le fatiche e le difficoltà che abbiamo dovuto vivere per arrivare ad esserlo. Complimenti! Un secondo posto che sa di primo per quanto mi riguarda!

LA STRANIERA, OLTRE I CONFINI DELLA RABBIA E DEI LUOGHI COMUNI

Sugli altri 2 libri in lizza per la vittoria del Premio Strega, so che dovrò litigare con molte amiche, ma a me “La Straniera” di Claudia Durastanti (La Nave di Teseo) e “Fedeltà” di Marco Missiroli (Einaudi) non mi hanno del tutto convinto. Perché? Ve lo dico subito!

Cominciamo dal libro della Durastanti. La Straniera, pone al centro del racconto una famiglia piena di problemi, dalla sordità dei 2 genitori, alla migrazione forzata da Sud a Nord.

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La storia di questa famiglia è uno strumento che utilizza l’autrice, per raccontare una rete di condizioni sociali e fisiche, che portano ad attriti, sforzi, rinunce e grosse difficoltà. Mi sono avvicinata a questo testo con la curiosità e il “rispetto reverenziale” dovuto a un libro che arriva prima in dozzina e poi in cinquina al Premio Strega. Le sensazioni iniziali sono state quelle di una scrittura buona, profonda sebbene a tratti leziosa, ma andando avanti il mio senso di disagio è aumentato di fronte a quello che mi è parso uno sfogo rabbioso e, consentitemelo, talvolta banale. Insomma, un’operazione letteraria ben scritta, ma che non ho apprezzato al punto tale da porlo nella “finalissima”.  L’autrice però mi ha argomentato tanti tratti con una serena consapevolezza, rendendo al testo una visione più profonda, più attuale di quanto non mi sia parsa tra le righe.

E poi, nella nostra chiacchierata, il fatto che abbia riconosciuto anche in me il mio sentirmi “straniera” ( in realtà nel mio cv scrivo sempre “bastarda” più che “straniera” ma la sua dedica mi ha conquistato…

Fabiola Cinque Premio Strega 2019

FEDELTA’: UN PASSO INDECISO PER MISSIROLI

Passiamo al libro di Marco Missiroli. Parliamo di un romanzo attesissimo, soprattutto dopo il successo di “Atti osceni in luogo privato” (Feltrinelli). “Fedeltà” racconta le conseguenze all’interno di una coppia quando si istilla il dubbio del tradimento. Si parte dalla gelosia per arrivare all’ossessione, alle proiezioni, alle fantasie e ai deliri e sono proprio queste alcune delle tante emozioni vissute da Carlo e Margherita, i protagonisti. Missiroli vuole qui indagare sulle contraddizioni dell’esistenza, ambigua spesso e spesso seducente, cercando di essere il più realista possibile. Ci è riuscito? Per me non sempre colpisce l’anima anche se poi, con un guizzo, riconquista la tua attenzione. La  trama non brilla per originalità,  e la descrizione dei personaggi mostra delle incertezze che, dapprincipio, non te li fa amare appieno. Sembra ci sia un po’ troppo buonismo ma alla fine  ti rivela tratti inediti dei personaggi che ti portano a scavare più nel profondo. Si allontana (per fortuna!) dal quesito dell’unicità dell’amore vero e ti lascia con la soddisfazione della “non ricerca” spasmodica della risposta a tutti i costi. Chiedersi sempre e comunque una definizione sull’amore, è relativa fedeltà, sarebbe noioso. Missiroli Qui ti narra quanto la fedeltà del sentimento possa sopravvivere anche dopo l‘assenza, o anche per un cane torturato in sanguinosi combattimenti. Missiroli apre qui nuovi confini e non delude, anche se sono certa che Missiroli può molto di più… così aspetto anche il prossimo!

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ADDIO FANTASMI, UN VIAGGIO FAMILIARE A MESSINA

Fabiola Cinque Premio Strega 2019

Il libro di Nadia Terranova “Addio ai fantasmi”, mi ha conquistato! Racconta la storia di Ida e del suo ritorno a Messina, la sua città Natale, per ristrutturare la casa di famiglia. Ida si trova quindi a fare i conti con il suo passato, con la figura del padre scomparso, non morto, letteralmente scomparso, a cui non è mai riuscita a dire addio e la cui figura condiziona ancora la sua vita di donna. A Messina quindi Ida ha la sua occasione per liberarsi del passato che inquina il suo presente.

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Un libro struggente, di crescita e miglioramento diviso in tre parti, che dividono le fasi della vita di Ida, la giovinezza e la scomparsa del padre, la vita di donna segnata da un dolore che non riesce ad esternare ed infine il ritorno a Messina e forse la liberazione. Scritto con il tono tipico e  familiare della Terranova, che scansa termini aulici e drammatici, questo libro mi ha immerso totalmente nella città di Messina, che sembra non raccontata ma dipinta.

Inoltre, mi sento di ringraziare la Terranova per la nostra conversazione piacevole e costruttiva.

Tirando le somme, non è andata come avrei voluto ma è andata come avevo previsto. Questa manifestazione me la porto sempre nel cuore, per diversi motivi tra cui la sede prescelta, che amo più di altre, (per la mia devozione verso la civiltà Etrusca), per l’alcool che scorre a fiumi (grazie a Strega…), e perché mi da la possibilità di incontrare tanti autori e editori e giornalisti la cui ombra fa dissolvere ogni incertezza organizzativa.  Corrado Augias e Dacia Maraini sopra ogni cosa, e tutto il resto è… gloria. Evviva il premio degli scrittori!

Premio Strega 2019

Photo copyright MyWhere

Fabiola Cinque

9 Responses to "Premio Strega 2019, Antonio Scurati trionfa raccontando Il Figlio del Secolo"

  1. Lamberto Cantoni
    Lamberto   5 Luglio 2019 at 09:00

    Bell’articolo, coraggioso e diretto nei giudizi. Mi ha fatto piacere la vittoria di M. Storia, politica, romanzo ben amalgamati. Il fatto che abbia avuto un riscontro fuori dall’ordinario tra il pubblico dei lettori lo vedo come un segno di maturità in controtendenza rispetto le previsioni dei tanti jettatori che vorrebbero convincerci che siamo in balia di decerebrati e illetterati millennials attratti da fake recit.

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  2. ann   5 Luglio 2019 at 10:03

    Non voglio mettere in discussione la fattura dell’articolo. Mi è piaciuto il tentativo di restituirci i contorni dell’evento. Mi permetto solo di non essere d’accordo con le conseguenze della sensibilità dell’autrice quando ci parla della sua mancata percezione del “bisogno di un altro libro su Mussolini”. Io penso esattamente il contrario, probabilmente perché vedo i rigurgiti di post fascismo in crescita nel nostro Paese. Capire che Mussolini non era una anomalia, un mostro una tantum, ma un uomo cinico e uno spregiudicato manipolatore che ha sfruttato le circostanze maturate in un Paese con evidenti problemi nella transizione verso la modernità, non sono contenuti di poco conto.

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    • Fabiola Cinque
      Fabiola Cinque   5 Luglio 2019 at 16:45

      Hai ragione. Non voglio ritrattare completamente il mio pensiero “non c’era bisogno di un altro libro su Mussolini”, ma in realtà mi sono espressa male. C’è sempre bisogno di storia. C’è sempre bisogno di indagare, anche a ritroso, e “rileggere” la storia. La verità è che non avrei messo a concorrere 4 romanzi, d’amore e narrativa varia, con un documento storico. Affiancato da altri temi sociali avrebbe reso tutta la kermesse e il contesto più omogeneo. La disparità era stridente.

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  3. Antonio Bramclet
    Antonio   5 Luglio 2019 at 11:20

    Ho letto sui quotidiani gli intrighi che condizionano il Premio Strega. Devo dire che sapere quanto gli editori facciano lobby a favore dei propri autori toglie credibilità all’evento. Perché non è possibile creare una giuria indipendente dalle pressioni? Secondo me i giurati dovrebbero essere sorteggiati in segreto tra un vasto numero di critici competenti. Nessuno dovrebbe sapere chi sono. Forse il premio risulterebbe poi imprevedibile e credibile.

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    • Fabiola Cinque
      Fabiola Cinque   5 Luglio 2019 at 16:38

      Si è sempre così, anche dopo Sanremo si dice che ha vinto quello portato dalla casa di produzione musicale più forte, o dal contest di Maria De Filippi piuttosto che l’altro perché comunque è sponsorizzato bene… lasciamo stare le polemiche, saranno anche fondate, ad ogni modo immagino che premiare una casa editrice piccola e indipendente sia difficile contro i “mostri sacri”.
      Ad esempio io amato molto di più il libro della Cereda (arrivata dodicesima), che quelli della cinquina. Ovviamente essere pubblicata da un bravo ma “giovane” editore come Giulio Perrone forse non l’ha troppo beneficiata. O forse no…?

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  4. Stefano Maria Pantano
    Stefano Maria Pantano   5 Luglio 2019 at 12:36

    Mi amareggia attualmente la mancata possibilità di seguire da vicino grandi eventi come il Premio Strega, per via di alcuni impegni che mi tengono segregato, ancora per poco. Sono d’accordo con Fabiola sulla non urgenza di un altro libro su Mussolini, specie se questo accanimento all’ombra di un uomo morto settant’anni fa non fa che insistere in modo miope e idiota su uno spocchioso atteggiamento dei nostri intellettuali nel ricollegare il fascismo a qualsiasi attuale tentativo di tutela dei nostri interessi economici nel mondo. Basta fare delle inchieste accurate o vederne di già realizzate dai pochi giornalisti che hanno il coraggio di schierarsi fuori dal coro, come dietro quello che viene spacciato per il sogno ellenistico di Alessandro Magno ci sia in realtà un disegno che sta distruggendo il nostro Paese e tutela gli interessi di nazioni che hanno realizzato i campi di sterminio e oggi hanno il coraggio di ergersi a paladini dei diritti umani. Non si tratta qui di difendere ideologie che hanno portato l’Europa degli anni ’30 sull’orlo del baratro, ma continuare a leggere sempre le stesse cose nel 2019 senza la minima autocritica e la capacità di porle nel giusto contesto storico perché viziate da precomprensioni politiche è una cosa che francamente stanca. Non sento ancora parlare delle nefandezze e delle grandi viltà compiute dalla partigianeria italiana, molte delle quali a guerra finita. Non sento parlare abbastanza degli orrori realizzati dal comunismo, eppure il pugno chiuso è ancora per molti motivo di orgoglio. Detto questo, mi trovo d’accordo anche sul fatto che a fronte di questa vittoria dal sapore evidentemente più politico che letterario, altri finalisti come Terranova o Durastanti avrebbero potuto ambire meritoriamente a questo Premio Strega 2019. Ovviamente non possiamo dare a queste affermazioni un carattere di certezza senza la lettura dei testi.

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    • Fabiola Cinque
      Fabiola Cinque   5 Luglio 2019 at 17:02

      Ah però…Stefano mi metti in difficoltà. Credo che anche libri sul comunismo o altro siano tantissimi e attuali. La verità è che, anche se non amo le “classificazioni” un documentario è diverso da un film così come lo è da un cortometraggio e così i festival dove partecipano. Qui non mi sembrava adeguare mettere sulla stessa linea un romanzo d’amore e fedeltà, o simili, accanto ad un trattato storico. Ad ogni modo riconosco un gran coraggio al Premio di voler premiare comunque un docu-libro (al di là del credo politico) senza per questo prendere una connotazione politica. No Stefano credo che si sia voluto premiare l’intento di studio, di analisi e comunque il volere dei lettori che apprezzano da tanti anni Scurati. Ma ripeto, io non sono tra questi.

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  5. Stefano Maria Pantano
    Stefano Maria Pantano   5 Luglio 2019 at 20:22

    Ci mancherebbe, non metto in imbarazzo nessuno. Il mio commento, senza nulla togliere alla fatica di Scurati che meriterà sicuramente la lettura e tutta l’attenzione del caso, ha qui un sottotesto di critica nei confronti di una temperie attuale che vede qualsiasi tentativo di pensare altrimenti come il parto bilioso di menti primitive che custodiscono fasci littori in garage e vivono nell’odio di un qualche imprecisato nemico. Questo è il motivo per cui si nascondono i fallimenti politici degli ultimi anni con la costante agitazione dello spettro di Mussolini, che è diventato argomento di discussione quotidiano da parte di tanti che forse hanno bisogno di spostare il problema da una parte a un’altra, mancando effettivamente di risposte efficaci a malcontenti che remotamente potrebbero avere addirittura ragion d’essere diversa dall’abalfabetismo e dall’aggressività ferina congenita delle masse incolte (che magari lo saranno pure). Con questo placo le mie impertinenze e torno nei ranghi, dicendo che sicuramente si è trattato di una magnifica serata, anche se come giustamente hai detto il tutto si è giocato tra generi letterari fra loro inaccostabili. In questo la polemica è anch’essa il sale della vita.

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    • Lamberto Cantoni
      Lamberto   6 Luglio 2019 at 10:59

      Noto con piacere che su temi socialpolitici Stefano si esprime con insospettata chiarezza. Penso che gran parte dell’opinione pubblica, credo si possa dire, approvi la sua irritazione nei confronti dell’intellettuale idiota di sinistra e del suo modo di usare stereotipi come l’accusa indiscriminata di fascismo appioppata a chi si oppone alle cretinerie buoniste, politicamente corrette e sommamente ipocrite delle quali si fa portavoce. Tuttavia io vedo il caso M da un’altra prospettiva. A me interessa capire come un’intero Paese possa perdere il contatto con la libertà sostanziale seguendo un buffone ciarlatano cioè per essere chiari l’umanissimo Benito Mussolini, come dei bravi ballerini accordano i propri passi al suono della musica. Voglio dire che M, tra le altre cose, può essere letto come un caso esemplare di annichilamento dell’idea di libertà e delle civilissime pratiche che da essa discendono. Perché i casi esemplari sono importanti? Per via della loro chiarezza, perché in essi abbiamo l’illusione di scorgere a pieni contorni le forze degenerative in gioco…Il corollario di tutto ciò è che il caso esemplare ci rende sensibili , cioè emotivamente coinvolti. Esagerando un po’ potrei concludere dicendo: il caso esemplare ci motiva ad agire.

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