Quale sarà quella metà di noi che nascondiamo? Ecco l’ultimo libro di Paola Cereda

Quale sarà quella metà di noi che nascondiamo? Ecco l’ultimo libro di Paola Cereda

ITALIA – Quella metà di noi di Paola Cereda è  tra i 12 libri Candidati al Premio Strega 2019, LXXIII Edizione, ed in attesa dell’esito della competizione, l’ho letto d’un fiato durante il lungo ponte di vacanze.

Quante volte investiamo nei rapporti affettivi, solo perché sono famigliari, senza capire che il “legame di sangue” non garantisce nulla, anzi.

Paola Cereda delicatamente entra nel quotidiano per arrivare alle sensazioni più intime. Entra nel personaggio in punta di piedi, apparentemente superficialmente, e descrive quello che si può intuire vedendo dall’esterno, giudicando le scelte ufficiali come chiunque farebbe, senza mostrarti il profondo. A quello ci deve arrivare il lettore, passo passo, entrando con passo felpato senza essere invasivo.

Ero quasi infastidita dalla apparente “passività” di Matilde, dal suo vivere dimesso nell’accettazione di mediocrità di rapporti e stato sociale, come se non dovesse e potesse chiedere di più dalla vita. La sua energica eleganza caratteriale emerge, ma è sopita. Da cosa? Perché non reagisce? Mi viene voglia di reagire io al posto suo, con violenza e veemenza. No, lei non lo farà, perché è una donna intelligente, che comprende i silenzi, che capisce quando non è il caso di discutere ne tantomeno di urlare. Matilde non accetta la sua condizione incondizionatamente, anzi la sceglie, la vive nel profondo, e la trasforma.

In modo sommesso, elegante, l’autrice Paola Cereda ci porta per mano tra i vicoli di una Torino austera e gelida, come i rapporti famigliari, calda e autentica nel miscuglio delle razze in una barriera povera e multietnica, ma ricca di sogni , allegria e amore.

Paola Cereda Quella metà di noi

L’editore Giulio Perrone descrive così la sua scrittura: “asciutta e chirurgica, che pure inaugura spazi di autentica poesia”. Mi trova d’accordo, non avrei saputo descriverla meglio. Leggetelo e fatemi sapere che traccia lasceranno le pagine di questo libro su di voi.

Quella metà di noi di Paola Cereda è tra i 12 libri Candidati del Premio Strega  2019 LXXIII Edizione. Volete sapere perché sintitola così? Troverete nella bandella della copertina, oltre la bio dell’autrice, questa frase che, se non vi avrò già incuriosito io, vi solleciterà non poco: “ogni rapporto ci trasforma, in una dimensione di reciprocità che, attraverso l’altro, ci permette di valutare quanto, alla fine, siamo disposti a cedere di quella metà di noi”.

Paola Cereda, Quella metà di noi
Roma, Auditorium Parco della Musica 17 03 2019. LIBRI COME Festa del Libro e della Lettura. CONFERENZA STAMPA DI ANNUNCIO DEI CANDIDATI AL PREMIO STREGA 2019 ©Fondazione Musica per Roma / foto Musacchio-Ianniello-Pasqualini

Quella metà di noi

Paola Cereda

Editore Giulio Perrone

€ 15,00

 

Fabiola Cinque

10 Responses to "Quale sarà quella metà di noi che nascondiamo? Ecco l’ultimo libro di Paola Cereda"

  1. Antonia Storace   27 Aprile 2019 at 19:49

    Mi attirava già da un po’. Ora, a maggior ragione, voglio leggerlo. La pila di libri sul mio comodino sta rapidamente diventando una torre di vedetta!

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    • Fabiola Cinque
      Fabiola Cinque   28 Aprile 2019 at 09:18

      Si Antonia è un libro che va scoperto piano piano. All’inizio sembra che quasi nulla si muova, poi invece si entra più nella storia di ognuno di essi, nelle emozioni che serbano, delle loro speranze o dei rimpianti. E anche se sembra che nulla sia destinato a cambiare, ti ritrovi alla fine con un nuovo inizio.

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  2. Stefano Maria Pantano
    Stefano Maria Pantano   28 Aprile 2019 at 21:37

    Un libro sicuramente interessante, che presumo riguardi il problema dell’identità. Se, come dice Ozpetec ne “La finestra di fronte” -tutti ci lasciano addosso un po’ di sé- e noi siamo il risultato delle interazioni più o meno rapide, più o meno importanti e delle scelte che facciamo, quello che siamo finisce per coincidere nella nostra testa con un’idea che ci siamo costruiti: un personaggio al quale dobbiamo uniformarci e che il più delle volte non possiede le soluzioni dei nostri problemi. Accettare la contraddizione che è dentro di noi ci aiuta a capire anche quelle degli altri e che la sofferenza non è spesso che frutto di un punto di vista miope, fatto di schemi fissi disattesi e di rigidità. Non c’è solo una metà di noi che resta nascosta. Ci sono tantissimi personaggi differenti che dicono tutto e il contrario di tutto e che si nascondono a turno. La verità va rivelata perché velata 2 volte, forse 3, 4, 5… È il bambino che siamo stati ad avere tante volte la soluzione ai drammi dell’adulto ed è nel buio che ritroviamo quello che siamo più autenticamente. Mi è capitato, nella vita, di dovermi allontanare da persone alle quali tenevo, talvolta senza dare alcuna spiegazione. L’anima sa sempre che cosa fare, anche quando fa scelte non felici. Allora accettiamo che la vita stessa ci porti dove dobbiamo andare e verso quello che dobbiamo diventare, senza l’ossessione di poter controllare le cose. Ci sono dei versi di Jimenez che amo molto e che potrebbero riassumere quello che voglio dire:

    Io non sono io
    Sono colui
    che cammina accanto a te senza che io lo veda;
    che, a volte, sto per vedere,
    e che, a volte, dimentico.
    Colui che tace, sereno, quando parlo,
    colui che perdona, dolce, quando odio,
    colui che passeggia là dove non sono,
    colui che resterà qui quando morirò.

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    • Fabiola Cinque
      Fabiola Cinque   28 Aprile 2019 at 22:59

      La tua traccia, forse, potrebbe riassumere chi è Matilde nei confronti della figlia. O forse chi è stata Matilde, o chi vuole essere. Non so quanto sia consapevole della sua metà. Matilde riscopre e svela, a sé stessa, alla figlia, all’ingegnere che accudisce, un’altra metà. Nascosta o sopita, che importa? Quella metà di noi consapevole o inconsapevole che appartiene alla nostra storia, vissuta, desiderata, immaginata e sofferta, forse persa per sempre, forse da riscoprire e conquistare. Quella metà di noi “sbagliata” o che ha commessi errori che non ci siamo perdonati. Non lo so, ognuno leggerà la Matilde in cui si rispecchia. Nella Matilde di ieri, o di quella nuova che tornerà.

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  3. Melissa Turchi
    Melissa Turchi   14 Maggio 2019 at 10:48

    La presentazione più interessante cui ho assistito all’ultimo Salone del Libro è proprio quella di Paola Cereda!
    Se avevo una minima incertezza di leggere o meno il suo libro (confesso che non ho mai letto nulla di questa autrice!) me la sono tolta dopo le sue prime frasi, che mi hanno letteralmente rapita. La sua proprietà di linguaggio, accompagnata dalla profondità di quanto ha raccontato, e non ultimo il suo forte desiderio di provare meraviglia davanti alle storie degli altri tanto da indagare a fondo e fare delle proprie spedizioni puntuali sui luoghi descritti nei suoi libri, sono stati dei regali, almeno per me.

    Sono uscita con la curiosità, che mi porto ancora addosso, di scoprire il segreto che porta la protagonista del libro, una ex-maestra, a fare la badante in età avanzata. Mi sono chiesta quanti segreti conserviamo dentro noi stessi. Quante cose non sappiamo anche delle persone più vicine che non ci dicono per vergogna, per paura, per creare un mondo dove nessuno può entrare.
    Diciamo che non vedo l’ora di leggerlo!

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  4. Rosanna Fiume   15 Maggio 2019 at 16:50

    Melissa che bella esperienza dev’esser stata aver assistito alla presentazione della Cereda a Torino! Io quest’anno non ho partecipato al Salone ma ti osso senz’altro confermare che è un libro che vale la pena di leggere! Poi ci dirai il tuo parere.

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  5. Lucio D’apporto   22 Maggio 2019 at 10:38

    Direttore rimango stupito ogni volta che leggo un suo articolo chiedendomi come faccia a trovare tutto il tempo per seguire tutto ciò di cui scrive. Però complimenti per le recensioni dei libri (la seguo anche su formiche). Su questo è imbattibile! Ho comprato tutti i libri di cui ha scritto e non ha mai deluso le mie aspettative!

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  6. Ugo Ricci   22 Maggio 2019 at 18:35

    Devo confessare che anche a me l’immobilismo di Matilde aveva cominciato a rendermi insofferente. La sua “rivelazione” sommessa, senza violenti colpi di scena, mi ha fatto ulteriormente apprezzare il romanzo.

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  7. Eva Mago   22 Maggio 2019 at 18:38

    Scopriamo che siamo in tanti ad aver letto la Cereda. Credo che unanimemente le possiamo augurare il meglio per il Premio Strega! Incrociamo dita per lei!

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  8. giuliana d'urso   7 Agosto 2019 at 13:51

    Mi aggiungo alla lista delle new entry come lettrice di Paola Cereda e ringrazio Fabiola per avermelo caldamente consigliato.Mi è piaciuto molto! Fin dall’inizio la pacata eleganza della scrittura, combinata con una profonda introspezione psicologia e immediatezza descrittiva, mi ha intrigato e sebbene anche io istintivamente non mi sia identificata nel personaggio, perché apparentemente troppo passivo, ho avuto alla fine, invece, l’impressione come di essere “presa in contropiede” da una serie di riflessioni sulla vita (troppo lungo ora da spiegare) che questo libro ti porta inevitabilmente a fare. Sicuramente ne leggerò altri di questa interessantissima scrittrice.

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