Cézanne e i suoi straordinari ritratti al Museo d’Orsay

Cézanne e i suoi straordinari ritratti al Museo d’Orsay

PARIGI – Ancora per un mese circa, fino al 24 settembre, avrete la possibilità di visitare la mostra Ritratti di Cezanne, ospitata al 3° piano del Museo d’Orsay. E val sempre la pena una fuga di qualche giorno nella ville lumière.

Parigi è sempre Parigi: con i suoi raffinati tetti di ardesia e balconcini in ferro lavorato, con i suoi bistro sempre pieni di gente, con le sue boulangerie emananti profumi irresistibili di croissant e tanto altro! Ma Parigi è anche la città dell’avanguardia culturale e artistica, e tra i bellissimi ricordi che porterò dal mio recente soggiorno nella capitale francese, oltre quelli legati ai momenti con la mia famiglia, c’è sicuramente la mostra Ritratti di Cezanne, ospitata al 3° piano del Museo d’Orsay.

Organizzata dal Museo d’Orsay insieme alla National Portrait Gallery di Londra e alla National Gallery di Washington, l’esposizione raccoglie una vasta serie di ritratti del celeberrimo artista, che vanno dalla produzione giovanile a quella dell’ultima fase, proponendo un interessante excursus dell’evolversi del suo stile e della sua tecnica pittorica.

Nel genere del ritratto Cezanne si cimenta frequentemente (quasi 200 ritratti!) ma con un approccio molto diverso da quello dei pittori accademici, non solo per la scelta dei soggetti, che ricade prevalentemente su familiari o conoscenti, ma soprattutto per il linguaggio formale, sempre più svincolato dai dogmi della tradizione che esigeva perfezione prospettica e nitidezza di immagini.

La tumultuosa personalità del pittore si riflette già nelle opere degli anni ’60, caratterizzate da una stesura pittorica molto densa e dai tratti marcati; se nel bellissimo olio “Cezanne padre mentre legge l’Evénement” (1866) le forme sono affidate a pennellate corpose entro sommarie linee di contorno, nella serie di ritratti dello zio materno avvocato, il colore è addirittura steso con la spatola, con brevi e materiche pennellate, riprendendo la tecnica dell’ammiratissimo Courbet.

A seguito di contatti con alcuni pittori impressionisti, in particolare Camille Pissarro, la sua pittura si ammorbidisce nei toni e nella stesura dei colori, ma non viene condizionata più di tanto, e se alla fine degli anni ’60 Monet e compagni rivoluzionavano la scena artistica con lo sfaldamento dei contorni verso una pittura più incorporea e cromaticamente vibrante, Cezanne ribadiva la chiarezza delle forme, come si evince nel ritratto di Achille Empéraire (1867/68), la cui figura è costruita attraverso sintetiche campiture di colore e spesse pennellate, che ritroviamo per descrivere schematicamente la poltrona e la sua floreale tappezzeria.

Dopo il rifugio nella tranquilla campagna dell’Estaque, dove si dedica alla pittura di paesaggi, l’artista tornerà al genere del ritratto dal 1875, immortalando in varie riprese familiari, amici intimi e conoscenti. Il senso di permanenza e il rigore formale e compositivo che stanno alla base delle finalità artistiche di Cezanne, sono ben evidenti anche in queste opere, concepite e realizzate con gli stessi identici criteri delle nature morte.

Oltre alcuni ritratti del figlio Paul, dove si nota un cambiamento di stile verso cromie più chiare e pennellate più sciolte, vi è un cospicuo numero di ritratti della moglie Hortense,  modella di comprovata pazienza oltre che compagna di vita. Eh sì, Cézanne sottoponeva i suoi modelli a lunghissime ed estenuanti sedute! E non ammetteva compromessi.

A parte poche differenze compositive – Madame Cezanne che cuce (1877), Madame Cezanne in blue (1888/90), Madame Cezanne sulla sedia gialla, (1888/89), tanto per citarne alcune – queste opere mostrano una certa ripetizione di valori formali (lo sguardo assente, l’immobilità e frontalità della posa, l’essenzialità cromatica giocata sui colori primari, i rimandi geometrici tra abiti e sfondo) che conferiscono monumentalità e senso di atemporalità al soggetto, senza tuttavia privarlo di una sua individualità.

Il periodo degli anni ’90 vede protagonisti dei ritratti cezanniani conoscenze parigine, come collezionisti d’arte e critici, ma anche persone di umile estrazione sociale, come contadini e operai della sua regione nativa Aix. In particolare questi ultimi sembrano attirare l’interesse dell’artista, non solo per motivi puramente artistici, ma anche per fattori psicologico-sentimentali riconducibili forse al suo approssimarsi alla vecchiaia. E questo straordinario percorso espositivo si chiude proprio con il ritratto del Giardiniere Vallier (1905/1906), che oltre a testimoniare un’ulteriore evoluzione della sua pittura – i cui tocchi di colore a guisa di acquerello uniscono figura umana e natura in un armonico parallelismo – viene a stabilire anche una connessione tra modello e artista, quasi a voler alludere a un ultimo autoritratto.

Vi ricordiamo che se volete scoprire angoli e locali per vivere le atmosfere più inedite della capitale francese, qui Parigi è raccontata tra arte, luoghi e cucina, e splendide foto che vi faranno vivere il cuore vero di Parigi.

Non è proprio dietro l’angolo, ma se avete modo di fare una “scappata” a Parigi per le vacanze estive, o per qualsiasi altro motivo, non dovete assolutamente perdere questa occasione!

  • INFO mostra: Ritratti di Cezanne
  • 3° piano del Museo d’Orsay
  • Data della mostra: 13 giugno – 24 settembre
  • Curatori:
  • Mary G. Morton, Capo del Dipartimento di pittura francese della National Gallery di Washington
  • Xavier Ray, Curatore e Direttore del Museo di Marsiglia

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Cézanne

Giuliana D'Urso

One Response to "Cézanne e i suoi straordinari ritratti al Museo d’Orsay"

  1. Luna   24 Agosto 2017 at 16:04

    L’arte europea è meravigliosa e mi piace moltissimo studiarla soprattutto il periodo di Kandisky mio connazionale ma vedere Cezanne deve essere splendido! Anche Parigi me la immagino meravigliosa. il vostro articolo InstaParis con le foto e itinerari è interessante spero presto di fare un bel viaggio!

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