Roberto Bolle and Friends: quando le migliore punte si incontrano

Roberto Bolle and Friends: quando le migliore punte si incontrano

Bologna –  Prende avvio questa sera, proprio qui da Sala Cagli, il gala di danza più atteso in Italia e fra i più sensazionali nella panoramica internazionale, poiché l’étoile Roberto Bolle, già primo ballerino alla Scala e principal dancer presso l’American Ballet Theatre, riveste qui il duplice ruolo di ballerino e direttore artistico e ha quindi saputo richiamare a sé, le migliori punte della danza mondiale, creando uno stellato cast di artisti, dall’indiscusso talento.

Il programma, assieme alla serata, lascia presagire che l’evento sarà di grandissima bellezza. Il teatro è affollatissimo già dall’apertura; un tutto esaurito, registrato poco tempo dopo le prevendite; lo spettacolo resterà in cartellone fino a giovedì 12 febbraio, tre giorni anziché due come inizialmente era stato previsto: un regalo, questo, che Roberto ha voluto fare ai suoi numerosissimi ammiratori.

Dalla galleria, campeggia lo striscione del primo fan club italiano a lui dedicato, con i saluti dei “Bollerini” là “in festa per Roberto”, un tripudio questo che raramente avviene o si vede nei teatri formali, essendo più proprio degli stadi o dei concerti rock, ma Roberto Bolle riesce a suscitare anche questo, e la scelta di far iniziare il tour da Bologna è un suo gesto affettuoso, nei confronti di questo fan club, nato proprio nella turrita.

Si apre il sipario dallo sfondo color ocra e subito dopo entra lui come un fulmine a spezzare l’attesa di tutte quelle persone là ad attenderlo; in fondo questo è il loro grande appuntamento, Roberto Bolle mancava da Bologna, da ben 5 anni!

Un dio greco: altissimo, cosa rara fra i ballerini, fisico perfetto, bellezza apollinea, agile, preciso, sicurissimo negli atterraggi ed elegantissimo nelle movenze; una statua vivente, dal tratto michelangiolesco, ma che si muove con la grazia e la leggerezza di un angelo, “baciato da Tersicore”, in aggiunta. Che si può chiedere di più?!?

Interpreta il pas de deux tratto da “Excelsior” balletto dal  significato simbolico, su coreografia di Ugo Dell’Ara e musica di R. Marenco, con la giovanissima Nicoletta Manni, promessa della danza italiana, ora prima ballerina di fresca nomina, alla Scala.

Successivamente una meravigliosa Ekaterina Osmolina e Xander Parish, danzatore inglese con al suo attivo un contratto nientemeno che col teatro Mariinsky di San Pietroburgo, presentano un loro superbo estratto  dalla “Cenerentola” di Prokofiev, la cui bella coreografia di A. Ratmansky, si abbina agli splendidi i costumi, in linea, però, con la tradizione del balletto classico.

Notevole, poi, l’interpretazione di Dinu Tamazlâcaru, primo ballerino alla Staatsoper di Berlino, il  cui assolo “Les Bourgeois” di ispirazione doppiamente belga, sia per il testo di Jacques Brel che per  la coreografia di Ben Van Cauwenbergh, viene qui  interpretato, in maniera ammirevole per stile, eleganza, agilità, ironia espressa anche dalla mimica del volto, propria di un grande attore. Un’esecuzione ammiccante e di grande qualità artistica e, in virtù di ciò, molto applaudita.

Il cortometraggio “Passage” cerca e ottiene un grande effetto, dove il meraviglioso Roberto Bolle – su coreografia di Marco Pelle e musica e video di Fabrizio Ferri – duetta con il video stesso, suo alter ego a tratti, dal quale parte tutta la narrazione coreutica, intensa ed emozionante insieme:  la pioggia battente, una fabbrica abbandonata, il Nostro scalzo, in jeans e maglietta verde militare, la corsa affannata fino ad incontrare l’amata, lì interpretata dalla bravissima Polina Seminova; la narrazione esce dal video che fornirà solo le immagini come sfondo, per proseguire con lui solo sul  palcoscenico; questa interpretazione sublime, ha dato come una scossa elettrica a tutto il teatro e si è percepito, molto bene!

“Aus Ihre Zeit” è stato l’estratto successivo e ha visto l’interpretazione di Alicia Amatrain (impegnata con lo Stuttgart Ballet) e Costantin Allen, con la coreografia di Demis Volpi. Entrambi i danzatori ben affiatati, ne hanno reso una narrazione elegante, enfatizzata poi dalla raffinata sobrietà dei costumi, creati da Katarina Schlupf.

 Roberto Bolle

Il programma ha proseguito con un sunto dei momenti più salienti tratti da“Carmen”, dove la sigaraia, interpretata da un’energica Nicoletta Manni, trova in Roberto Bolle, il partner perfetto. La musica è giocoforza quella bizetiana su coreografia di Roland Petit; del balletto verranno eseguiti alcuni momenti, belli i costumi nero e oro, interessante questa giovane danzatrice, dotata sin da ora di una certa espressività, di cui sarà interessante seguirne i progressi.

“La Bella Addormentata” segue la tradizionale coreografia di M. Petipa, su musica di P. I. Ciajkovskij e vede ancora la coppia Ekaterina Osmolina e Xander Parish, interpretare un tema fiabesco, per il quale dimostrano predisposizione, provenendo entrambi dal balletto classico.

L’inusuale coreografia di Itzik Galili – autore di “Mona Lisa”- farà sì che Roberto Bolle e Alicia Amatrain irrompano con tutto il loro vigore, eseguendo questa danza, la cui “scrittura” sembra rompere ogni schema tradizionale, in ossequio a una spiccata forza muscolare. La narrazione coreutica si accompagna qui, alla musica-non musica di Thomas Hofs che ne scandisce con metronimica impietosità, la  dominanza ritmica assoluta.

Viktorina Kapitonova e Dinu Tamazlâcaru,  si cimentano, invece,sulle note di Cesare Pugni, in una bellissima interpretazione del famoso “Carnevale di Venezia”: la coreografia è quella classica di M. Petipa. Viktorina che si è formata al Bolshoi di Mosca e ora è ballerina principale dell’Opera House di Zurigo, è una danzatrice elegante ed espressiva, con una rispettabilissima formazione nell’ambito del balletto classico, ha uno stile che non si può non ammirare.

Ma sarà “Through the Light” dove l’antico e il moderno, si stringeranno in un amplesso di forza e carisma insieme, poiché sulle note del celeberrimo Canone di Pachelbel, si inserisce l’assolo di Roberto Bolle, a dorso nudo e con una lunga gonna rosso scarlatto, in palcoscenico a duettare ancora con  sé stesso, poiché le movenze dell’artista vengono proiettate sullo sfondo, divenuto schermo e dove lingue di fuoco si alternano ai suoi stessi movimenti, disegnati là così come avvengono, di riflesso, sul palco, grazie all’impiego di un computer, procurando un impatto emotivo di un certo effetto.  La conclusione più alta e spettacolare ad opera del miglior danzatore italiano e uno tra i migliori al mondo.

Applauditi tanto e con tutto l’affetto, da chi partecipa alla danza, non solo con gli occhi ma anche, e soprattutto, col cuore.

Daniela Ferro

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