Il Santo Nascosto, la musica Klezmer e la Klezmerata Fiorentina

Il Santo Nascosto, la musica Klezmer e la Klezmerata Fiorentina

MODENA – Cos’è la musica Klezmer? Il concerto di Klezmerata Fiorentina rappresenta un originale approccio con la musica klezmer che qui vi anticipiamo con una intervista.

Domenica 8 gennaio si terrà il primo appuntamento musicale del 2017 all’interno della rassegna Note di Passaggio, organizzata e curata dagli Amici della Musica di Modena. Il concerto rappresenta un originale approccio con la musica klezmer che qui vi anticipiamo con una intervista. A proporcelo sarà la Klezmerata Fiorentina, un ensemble composto da tre prime parti dell’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino ossia Riccardo Crocilla al clarinetto, Francesco Furlanich alla fisarmonica e Riccardo Donati al contrabbasso. Nata nel 2005, la Klezmerata Fiorentina gode di una reputazione internazionale grazie all’atteggiamento di schietto interesse  che l‘ensamble ha diretto sin dalla sua formazione verso la  musica autentica, strumentale, popolare degli ebrei ucraini e da loro poi proposta.

Ma che cos’è la musica Klezmer? Etimologicamente l’espressione deriva dalle parole ebraiche klei e morin ovvero strumento musicale, conseguentemente i klezmerin erano  musicisti itineranti, non proprio trovatori, che similmente  portavano la musica secolare sia essa vocale e strumentale in contesti di raduni sociali – feste, matrimoni, ricorrenze religiose – all’interno delle comunità ebraiche della mitteleuropa e soprattutto dei Balcani e dell’Europa dell’Est. In conseguenza di ciò gli strumenti dovevano essere facilmente trasportabili ecco quindi che i violini, le  viole,  flauti, ottoni,  il cimbalom, e le percussioni erano quelli più utilizzati ma anche il pianoforte verrà utilizzato in seguito. La musica Klezmer è una musica sincretica ovvero una musica in grado di assorbire al suo interno varie influenze e restituirle in un unicum ben ravvisabile e caratteristico. Una musica povera, talvolta bistrattata che al pari del popolo che l’aveva generata ha sia risentito che – forse – giovato degli spostamenti, delle migrazioni, degli sradicamenti ciò non di meno pur con le sue vicende alterne non ha completamente perso la sua identità. O forse no? Il miglior modo di fugare ogni dubbio è di rivolgere la domanda proprio a Riccardo Crocilla membro della Klezmerata Fiorentina.

Partirei dal nome del vostro gruppo, Klezmerata Fiorentina ricorda un po’ Kremerata Baltica e invece?
Lo sapevo che avrebbe detto così e invece no! Il suono sembra Kremerata e invece è anche Camerata dei Bardi (…) siamo di Firenze e ci rifacciamo piuttosto a questo è più aderente, ci riferiamo a  Klezmerata come camerata.

Quando si parla di musica klezmer c’è sempre molta confusione fra la musica gitana e la musica ebraica, come stanno di fatto le cose?
È tutto collegato. Il ceppo è proprio quello lì, quando uno sente un intervallo di quelli di tipo orientali di seconda eccedente, uno associa immediatamente i generi pensando che sia musica araba o israeliana, senza contare che molti elementi sono comuni anche nella musica rumena (…) attraverso elementi che si sono contaminati, tutti i vari gruppi etnici hanno imparato uno dall’altro. E hanno usato anche delle formule abbastanza simili. La differenza è che quello che proponiamo noi – in questa specifica occasione – è il repertorio sul quale abbiamo fatto la ricerca che esula dal classico klezmer piuttosto commerciale. Si tratta di brani dall’est Europa raccolti in un libro da un etnomusicologo che si chiama Beregovski che, a suo tempo, aveva raccolto tutte queste antiche melodie andando per i villaggi Shtetl (antichi villaggi rurali ndr) facendo un’operazione simile a quella che aveva fatto Bartok in Ungheria, per non disperdere la memoria. Le nostre sono vecchie melodie che noi abbiamo sviluppato, il primo cd prevedeva esclusivamente questi brani.

Che cosa intende con noi li abbiamo sviluppati? Li avete arrangiati?
Noi quattro, come Klezmerata con la supervisione di Igor Polesitsky che è “l’ebreo originale” del gruppo – il violinista che ha frequentato questa musica e che ci ha indottrinati – abbiamo sviluppato questi brani, partendo dalle semplici melodie iniziali e a questi abbiamo aggiunto l’accompagnamento, ma non solo abbiamo aggiunto le armonizzazioni che non esistevano e anche abbiamo dato loro una forma. Si può trovare una melodia di sedici battute dalla durata cinque, di dieci o venti secondi e alla fine abbiamo trovato la maniera di arrangiarla, ottenendo quindi dei pezzi più o meno lunghi con improvvisazione perché non c’è niente di scritto a parte queste melodie e il resto viene fissato durante le prove, la nostra prassi è quella, come fanno gli zingari: si suona a orecchio!

Più o meno come il jazz alle origini.
Com’era una volta, sì. Alcuni non sapevano nemmeno leggere la musica per niente. Però si contaminavano e anche adesso se uno va nei villaggi zingari sente che alcuni sanno suonare anche bene però imparano così, a orecchio. (…)  Fra di noi quattro la prassi è questa: ci incontriamo, ci confrontiamo a vicenda ognuno propone qualcosa che poi viene fissato, senza bisogno però di scrivere niente.

Credo sia molto  divertente detta così, l’approccio sembrerebbe molto gioioso, di solito non accade sempre.
Ma per niente, nemmeno fra noi: ci scanniamo! (ridiamo) Ci sono dei momenti di testardaggine ed è veramente dura.

Durante le prove finché siete legati allo spartito ,”carta canta”, ma nel vostro caso come funziona?
Può essere divertente perché magari dopo l’arrabbiatura viene il sereno  e viene fuori qualcosa anche di unico, ma può essere anche comico. Non  tutti ci arrabbiamo alla stessa maniera, essendo in quattro due ridono alle spalle degli altri e lì è ancora più bello.

Per quanto riguarda il programma di domenica?
Il programma è sostanzialmente lo stesso contenuto nel nostro ultimo disco i Racconti di un Santo Nascosto (Hidden Zaddikim) nella tradizione ebraica esistono dei giusti, per questo il mondo viene salvato; c’è questo santo che gira per le campagne e fa il guaritore il cantastorie, il nostro è improntato tutto su queste melodie riferite a questo santo che girava per le steppe dell’Ucraina per cui c’è molta conduzione. Inizia con un pezzo del carro magico,  fino al benvenuto della sposa perché il klezmer è musica da matrimonio e da cerimonie. I matrimoni duravano una settimana e prevedevano una serie di riti, per ogni rito c’è una musica appropriata, come il velo della sposa e la rottura del bicchiere, per cui si alternano momenti idilliaci a momenti gioiosi, di festa, di danza. Questa è la matrice del programma. In questo disco ci sono melodie sacre, il benvenuto alla sposa, le stanze segrete, la notte dello zaddik, per dopo sconfinare verso altre cose più divertenti e danzanti  e anche appartenenti al repertorio degli ebrei trasferiti nell’Ottocento e i primi del Novecento in America. Dopo tutte le anticipazioni sul klezmer come lo vediamo noi, si va sotto qualcosa di più tradizionale ma anche sotto forma di musical. (…) Anche il modo di suonare o come lo suoniamo noi il klezmer si rifà alla lingua yiddish, gli accenti e le esasperazioni sono tipiche dello yiddish. Per dopo finire con qualche brano sefardita, quindi verso la Spagna ma anche verso al Turchia: un viaggio fra i vari generi.

“perfetta espressione tanto della gioia come del dolore. Non è solo ottimo intrattenimento, è alta creazione musicale!”

Zubin Mehta (parlando dell’arte della Klezmerata Fiorentina)

 INFO

Klezmerata Fiorentina
Domenica 8 Gennaio alle 17,00 presso la Sala delle Mura di Castelnuovo Rangone.

Come per tutti i concerti della rassegna, l’ingresso è gratuito. Il concerto è realizzato con il contributo finanziario del Comune di Castelnuovo Rangone, della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena e della Regione Emilia Romagna.
L’Associazione Amici della Musica di Modena opera senza fini di lucro. Sostegno economico proviene dai contributi di Enti Pubblici e Privati e dalle quote di adesione dei Soci. Tutte le informazioni su contenuti artistici, aspetti organizzativi, modalità di sostegno e di adesione alle attività degli Amici della Musica di Modena sono disponibili all’ingresso della sala.
Per informazioni: tel 3296336877; www.amicidellamusicamodena.it, info@amicidellamusicamodena.it

Daniela Ferro

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