7° International Street Food Festival, cibo di strada come patrimonio culturale

7° International Street Food Festival, cibo di strada come patrimonio culturale

CESENA – Questo weekend, dal 5 al 7 Ottobre, si sta svolgendo nel centro storico il 7° Festival Internazionale del cibo di strada, 7th International Street Food Festival, dopo il successo delle edizioni precedenti. La manifestazione, organizzata da Confesercenti Cesenate e Slow Food Cesena, rappresenta una sinergia e incontro unico fra cucine regionali diverse, provenienti da tutto il mondo. È proprio in questa patria della piadina che hanno deciso di ambientare questo festival, proprio perché la piadina è uno dei modelli più riusciti del cibo di strada.

E anche quest’anno è giunto il momento dell’anno che preferisco, ovvero quando nell’aria si comincia a sentire quel profumo inebriante di castagne arrosto, le foglie secche che si stropicciano sotto ai piedi e, per noi romagnoli, l’inizio delle sagre paesane che abbraccerà tutto l’autunno.

È veramente difficile orientarsi fra tutte le fiere, le sagre e le manifestazioni gastronomiche, sembra quasi che a noi romagnoli piaccia considerare ogni weekend come un motivo di festa, oppure, vista da una prospettiva più interessante, manteniamo ancora così intatta quell’identità rurale e contadina che ci appartiene ed è radicata in noi, che al fiorire di ogni frutto, celebriamo tutta la natura.

E, quindi, via con la Sagra della castagna, del miele, della porchetta, dell’uva e pure della patata. Perché ad agosto abbiamo anche la Sagra della patata, a Montescudo. E quella del pisello, ma ancora quest’ultima mi manca.

Diverse tradizioni quindi, e riti, diversi metodi di cottura e diverse bandiere, ma soprattutto diversi profumi che si incontrano e creano un’atmosfera magica e cosmopolita nel centro della città. Le nazioni presenti sono più di venti, ognuna con i suoi piatti caratteristici, ognuna con i suoi profumi inebrianti di spezie.

La Romagna è presente con il pesce azzurro dell’Adriatico e la piadina, così come la Toscana, che invece propone Trippa alla fiorentina, ribollita e panini al Lampredotto. L’Emilia, con il Prosciutto di Parma, le crescentine, le tigelle e i borlenghi, tipici della valle del Panaro. È presente il Nord Italia, con una vasta gamma di specialità alpine, dal Münchner Weißwurst con senape e crauti, ai Pretzel, al tradizionale speck. Uno dei miei stand preferiti, invece, (e che mi ha confermato la qualità dei prodotti e di questo cibo di strada) è invece quello della regione Sicilia. A farlo da padrone l’Antica Focacceria San Francesco di Palermo, classe 1834, la più storica e la più tradizionale della città. Ci ero stata l’estate scorsa e mai avrei pensato di ritrovarli qui. Con mia immensa gioia ho potuto assaggiare un favoloso Pani ca’ meusa, ma anche i cannoli siciliani, lo sfincione e le arancine di riso, insieme alle tradizionali caponata e pasta alla norma. Volgendo invece uno sguardo al resto del mondo sono presenti anche la Russia, il Venezuela, la Romania e la Francia, soprattutto la Provenza, con il suo celebre “Riz de Camargue”. All’appello mancano ancora il Messico, il Kurdistan, l’Iran, l’Argentina con le sue carni meravigliose e la Grecia. E la speziata e piccante India. Un poutpourri di sapori e profumi quindi, in cui tuffarsi, e tutti consumabili in piedi o su piccoli tavolini.

    

L’allegria che domina in città è qualcosa di sensazionale, è stato fantastico sentire tante voci diverse, tante lingue. Il cibo di strada proposto è semplice, legato alle tradizioni alimentari di ciascun paese, è un’offerta gastronomica gustosa e soprattutto economica. Tutte le pietanze, infatti, hanno un costo dai due ai sei euro, che consente pertanto di poter fare anche più di un assaggio, anche più di un “viaggio” gastronomico. Sono, inoltre, presenti Officine Gastronomiche e seminari di vario genere, tenuti dal celebre e al momento alla moda Chef Kumalè. Gli argomenti e le degustazioni abbracciano, in linea con tutto il Festival, vari stati del mondo e vari argomenti, dal Taboulè al cous cous.

Questa manifestazione vuole quindi rivendicare lo Street Food come importante e fondamentale patrimonio culturale, sociale e antropologico, da tutelare quando questo sia sano e legato alle tradizioni di ciascuna terra.

Veronica Frison
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