Recensione Suicide Squad: i cattivi fanno squadra per salvare il mondo

A una settimana dall’uscita in Italia e a 15 giorni dal debutto negli USA, la folle squadra di supercattivi della DC Comics continua a far parlare di se e ad attirare fan vecchi e nuovi nelle sale cinematografiche. Tiepida e scettica la critica, elettrizzato il pubblico. Ma 5 milioni di fan su Facebook e incassi da record parlano da soli. Di seguito la nostra recensione.

Recensione Suicide Squad: i cattivi fanno squadra per salvare il mondo

MONDO – In un mondo dai contorni rovesciati, in cui è sempre più difficile distinguere tra buoni e cattivi, l’intelligence americana si confronta con un inquietante interrogativo: e se i tradizionali supereroi, quelli che da sempre lottano per assicurare i criminali alla giustizia, ci si rivoltassero contro?

Uscito a sorpresa nelle sale italiane il 13 agosto, con 5 giorni di anticipo sulla data preventivata e in un periodo che ha indubbiamente spiazzato tutti (tra cinema chiusi in pausa estiva e città deserte per il ferragosto), Suicide Squad, il cinecomic dell’anno diretto da David Ayer e prodotto da Warner Bros, è passato tutt’altro che inosservato e ha già sbancato il botteghino: 2 milioni di incassi in Italia nel solo weekend di ferragosto e più di 500 milioni di dollari su scala globale sono il bilancio dopo appena 15 giorni dal debutto negli USA.

Per chi ancora non ne fosse a conoscenza ecco in sintesi la trama (NO SPOILER), già anticipata da una campagna mediatica e di marketing senza precedenti, densa di indiscrezioni, video, trailer e uscite ad effetto che hanno tenuto viva l’attenzione dei fan per oltre un anno.

In un mondo dai contorni rovesciati, in cui è sempre più difficile distinguere tra buoni e cattivi, l’intelligence americana si confronta con un inquietante interrogativo: e se i tradizionali supereroi, quelli che da sempre lottano per assicurare i criminali alla giustizia, ci si rivoltassero contro?

Che fare se un giorno, per dire, Superman o Batman calassero dal cielo e decidessero di scoperchiare il Pentagono o rapire il presidente degli Stati Uniti? (ndr: l’eco dello scontro tra titani di “Superman vs Batman, Dawn of Justice”, uscito a marzo, è ancora nell’aria. Ha solo svestito i panni di cupa minaccia per esplodere in un carnevale di travolgente follia).

La risposta arriva dall’agente governativo Amanda Waller (Viola Davis): niente di meglio che addestrare una squadra di super-cattivi dagli equivalenti poteri, scegliendoli tra i peggiori meta-umani da loro stessi catturati.

I prescelti sono Deadshot (Will Smith), killer cecchino dalla precisione infallibile catturato da Batman, Harley Quinn (Margot Robbie), ex-psichiatra e amante del Joker (Jared Leto), altro leggendario quanto folle criminale in perenne lotta con Batman, Killer Croc (Adewale Akinnuoye-Agbaje) il mutante dalle sembianze di coccodrillo, Capitan Boomerang (Jai Courtney), Chato “El Diablo” Santana (Jay Hernandez), il meta-umano dotato di spaventosi poteri pirocinetici e Slipknot (Adam Beach).

Prende così vita l’improbabile squadra suicida, un manipolo di criminali catapultati loro malgrado al servizio dell’umanità, dalla parte dei buoni, senza tanti preamboli, con poche indicazioni e men che meno piani precisi. Ma con un’unica certezza: quella di avere in corpo una piccola capsula esplosiva, attivabile a distanza, a far da barriera contro ogni possibile defezione (1999: Fuga da NY insegna).

D’altra parte, se i buoni tradiscono e diventano così perversi, non potranno che essere i cattivi a salvare il mondo.

Il battesimo del fuoco li vedrà impegnati a fronteggiare una antica e malvagia divinità, apparsa all’improvviso – ma non per caso – nella metropolitana cittadina, dove forze oscure tramano contro il destino della Terra.

Punto di forza del film è sicuramente il cast d’eccezione, che complice una campagna di marketing perfettamente azzeccata ha catturato le simpatie dei fan fin dal primo video di presentazione, proiettato al ComiCon di San Diego nell’ormai lontano luglio del 2015. E’ lì, infatti, che la Warner Bros ha intuito il potenziale esplosivo nascosto dietro l’alchimia dell’incontro ante litteram personaggi-pubblico e si è affrettata a convertire quel primo video in una sorta di trailer pilota, nonostante l’uscita del film fosse ancora lontana e nessun rilascio fosse stato preventivato.

Da allora in poi i personaggi di Suicide Squad hanno preso a materializzarsi e a dilagare ovunque, invadendo la realtà con uscite pubbliche, indiscrezioni sulle riprese, variopinte locandine e ogni altro genere di emanazioni, come fossero una sorta di entità parallele capaci di possedere i loro stessi interpreti e trasformando l’attesa del film in una vera e propria caccia al tesoro di anticipazioni, curiosità e aneddoti su trama e protagonisti.

Emblematici gli aneddoti su Jared Leto, alias il Joker, che in occasione di alcune assenze dal set sembra abbia fatto recapitare agli altri membri del cast piccoli pacchi regalo contenenti dei topi morti (noi speriamo finti) accompagnandoli con biglietti poco rassicuranti quali “vi penso sempre”.

Realtà o finzione, eccesso di immedesimazione, goliardia o trama di marketing, poco importa: il dato di fatto è che l’Extended Universe DC Comics (DCEU) della Warner è tracimato nel reale ben prima della sua uscita ufficiale e questo spiega in parte il profondo gap che si è creato tra critica e pubblico, tendenzialmente ingessati e scettici i primi, apertamente entusiasti o comunque decisamente elettrizzati i secondi.

Suicide Squad è insomma il punto di arrivo finale, la pirotecnica esplosione (o implosione) di una trama ben più allargata, densa e stratificata, che non può che deludere se analizzata al microscopio o confinata entro perimetri troppo circoscritti. Perchè il film era iniziato, inizia e continua tutt’oggi  ben al di là e al di fuori delle sale, in uno sconcertante macrotesto che invade il quodiano e segue trame tutte sue.

Perché, in definitiva, il suo oggetto ultimo è la follia, il ribaltamento delle prospettive, lo stravolgimento delle norme. E la follia, si sa, per sua natura dilaga ovunque, non si piega a interpretazioni lineari né tantomeno si adegua alle nostre aspettative. Prendere o lasciare.

“Siamo cattivi, siamo fatti così!”
Sintetizza Margot Robbie, splendida Harley Queen.

L’unica chiave di lettura possibile è una corrosiva e provocatoria auto-ironia, un travolgente invito a passare per una volta dall’altra parte della barricata, dovunque questo ci porti e per quanto sconcertante possa essere. Complice il più classico degli espedienti filmici: la traslazione dei villain da carnefici a vittime, che libera il pubblico dai sensi di colpa e azzera ogni barriera all’identificazione.

Quanto ai personaggi è sicuramente vero che Harley Quinn, come ha lamentato la critica, perde rispetto ai comics originali molti dei suoi tratti più peculiari – in particolare quelli di personaggio succube a tutto tondo del malvagio – disinnescando qualunque dibattito su debolezze femminili analoghe. Ma come rimpiangerli, questi tratti, di fronte al variopinto, irriverente ed effervescente personaggio che li sostituisce, magistralmente interpretato da Margot Robbie, una delle migliori prove del cast?

Peggior sorte, dobbiamo ammetterlo, tocca invece al Joker, la variante new Dandy, psichedelica ed Emo del super-villain di Jared Leto, penalizzata suo malgrado da una sceneggiatura che lo relega a poco più di una comparsa, tradendo le aspettative dei fan e le promesse dei trailer. Lo penalizza inoltre non tanto l’impeccabile interpretazione di Leto quanto la natura stessa del personaggio, che in quanto villain per eccellenza è il primo a soccombere in un mondo capovolto in cui i buoni sono più malvagi dei cattivi e viceversa. Ulteriore riprova che nessuno, nell’irriverente e folle Multiverso di Ayer, è mai perfettamente in linea nemmeno con se stesso.

Se rapportate ai comics originali, insomma, non sono rappresentazioni “normali”, quelle del Joker, di Harley Queen e in forma minore di tutti gli altri personaggi che la Suicide Squad di David Ayer ci presenta. Siamo daccordo.

Ma qual è allora il segreto del successo del film?

Suggerisce Harley Queen:
“Normale è solo un programma dell’asciugatrice”

E soprattutto:
Cosa vuol dire essere normale? E chi mai vorrebbe esserlo davvero? (Karen Fukuhara alias Katana, Movieplayer, intervista)

Riassumendo:
“Noi siamo cattivi! Siamo fatti così”

ALTRE INFO

Suicide Squad è la trasposizione cinematografica delle avventure dei personaggi DC Comics creati da Ross Andru, Robert Kanigher e John Ostrander, terzo capitolo dell’Universo Esteso DC Comics (DCEU) della Warner dopo l’Uomo d’Acciaio (2013), reboot della serie di film di Superman, e Batman v Superman: Dawn of Justice (marzo 2016).

Sull’onda del successo ottenuto dal film, voci di corridoio vociferano della possibile uscita di un  “Suicide Squad, Final Cut”, versione completa con tutte le scene tagliate dalla versione ufficiale, che potrebbe essere rilasciata a breve.

Visti i numeri sembra inoltre che la Warner stia già valutando di dare un seguito alle avventure della squadra con un sequel incentrato sulla figura di Harley Queen, che potrebbe anche diventare uno Spin-off indipendente.

SUICIDE SQUAD: THE ALBUM (Original SoundTrack)

L’uscita nelle sale è stata preceduta da un count-down scandito anche in musica dal progressivo rilascio della colonna sonora in title tracks e relativi video, confluiti poi in un Album d’eccezione (Suicide Squad: The Album) che si snoda tra inediti, cover, collaborazioni illustri e meriterebbe da solo un discorso a parte. Citiamo qui per tutti la splendida Bohemian Rhapsody (dei Queen) a cura dei Panic! At The Disco – attorno a cui si snoda il primo trailer – e l’inedita interpretazione in chiave contemporanea di You Don’t Own Me (classico di Leslie Gore) da parte di Grace e G-Eazy.

Sotto: Heathens, ultimo singolo dei Twenty One Pilots, scritto appositamente per la soundtrack del film e schizzato al vertice delle classifiche internazionali. Jared LetoWill Smith e Cara Delevigne fra i protagonisti

 

Daniela Cisi

One Response to "Recensione Suicide Squad: i cattivi fanno squadra per salvare il mondo"

  1. Paolo Riggio
    Paolo Riggio   30 Agosto 2016 at 22:45

    Visto il film, ci sono alcune pecche ma è a parer mio il miglior film del filone D.C. (fatta eccezione dei capolavori di Christopher Nolan). Margot Robbie è ormai una certezza.

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