Supreme, il segreto del successo mondiale

Supreme, il segreto del successo mondiale

MONDO – Giovedì 22 Febbraio in occasione dell’uscita del primo drop online Spring/Summer 2018 proviamo a spiegare il successo di un brand di culto come Supreme.

Supreme, perché è così famoso? Perché i prodotti sono così esclusivi? Quali sono le strategie di marketing che ha adottato per arrivare a questo successo? Molti di noi si sono posti queste domande. Ecco, è arrivato il momento di svelare l’arcano.

Partiamo dal capire chi è Supreme. Nel 1994 James Jebbia, apre un negozio a Lafayette Street, Manhattan. Il primo store Supreme appare fin da subito diverso dagli altri. Questo infatti è una via di mezzo tra un negozio e una galleria d’arte. Ancora oggi al centro del locale si trova un grande spazio in cui è possibile andare sullo skateboard.

Nel 2017 il marchio Supreme ha venduto una larga parte delle sue azioni al fondo di investimenti Carlyle Group. Il gruppo ha acquistato circa il 50 per cento delle azioni di Supreme per circa 500 milioni di dollari, valutando quindi l’intera società un miliardo di dollari.

Supreme ha adottato fin da subito la strategia dei brand di culto. A differenza del brand di massa, il brand di culto, trasmette valori in cui il proprio target si riconosce con faciltà. Riesce quindi, a proporsi come modello d’appartenenza, oltre che come modello ispirazionale. In poche parole riempie un vuoto nella vita dei consumatori altamente ricettivi a livello emozionale.

La strategia è quella di investire in una comunicazione integrata e multicanale. Questa è stata attuata da grandi brand internazionali che oggi godono di un seguito notevole. Tutto ciò per creare una vera e propria community intorno al proprio brand. Questa strategia è stata applicata prima di tutto da brand come Apple, Ikea e Starbucks. Successivamente da Supreme.

Acquistare un prodotto Supreme significa quindi indentificarsi ed immergersi nel mondo del brand. Supreme è riuscita a trasformare il consumismo convenzionale in una sorta di venerazione che spinge il consumatore ad acquistare qualsiasi cosa abbia il marchio Supreme. Ad esempio, nel 2016 Supreme ha lanciato sul mercato un mattone brandizzato al prezzo di 30$. Questo fu sold out nel giro di pochi minuti finendo successivamente su ebay al prezzo di $1.000 di rivendita sul mercato. Un fatto eccezionale se si pensa a quanto possa essere inutile un mattone brandizzato per un normale consumatore.

Tutto ciò è possibile perché Supreme ha scelto di creare collezioni stagionali che rilascia gradualmente con drop settimanali. Molti si chiederanno, cosa è un drop? Questo è un rilascio controllato di nuovi prodotti in un periodo di tempo molto corto, creato per guidare e aumentare l’eccitazione del consumatore con un flusso continuo di novità.

La difficoltà nell’ acquistare prodotti Supreme ne ha quindi aumentato la fama di marchio esclusivo. Questo è un modo per evitare che il crescente successo del brand faccia stufare i consumatori. Acquistare un prodotto Supreme diventa quindi una sorta di gara a cui riescono a partecipare solo pochi.

Giusto per capire quanto la “scarsità artificiale” creata dal brand abbia effetto sui consumatori, riportiamo un dato alquanto dimostrativo. Infatti secondo Samuel Spitzer, capo dell’e-commerce Supreme, ogni giorno dopo il rilascio di un prodotto il traffico sul sito aumenta circa del 16,800%.

Ma il successo di Supreme è legato anche alle collaborazioni con brand di successo. Sicuramente la più significativa è l’ultima collaborazione, per la prima volta con un brand del lusso, come Louis Vuitton. Il lancio è avvenuto seguendo lo “stile Supreme”. La messa in vendita dei capi in 8 esclusivi Pop-Up store, con location e orari completamente sconosciuti fino a 2 ore prima dell’apertura. Creando ancora una volta appeal nel prodotto.

La domanda sorge spontanea, perché un brand del lusso come Louis Vuitton ha scelto di collaborare con Supreme? La risposta è semplice se si pensa che oggi i brand di lusso sono alla ricerca dello “street cred”. Letteralmente “reputazione da duro”, in poche parole i giovani consumatori di lusso di oggi desiderano qualcosa di più divertente e fresco dei brand classici “della mamma”. Ai prodotti infatti è richiesta un’identità e dei valori in cui i giovani consumatori possano rispecchiarsi. Quindi un matrimonio quello tra Louis Vuitton e Supreme nato consapevolmente e con obiettivi ben precisi.

Insomma, il fenomeno Supreme è il frutto di operazioni di marketing studiate a tavolino. Non è sicuramente un caso che un brand dello streetwear che produce prodotti relativamente semplici riesca a creare così tanto appeal intorno ai suoi capi.

Quindi non ci resta che aspettare il primo drop online il 22 Febbraio 2018. Sperando di riuscire ad acquistare uno dei tanti prodotti desiderati da tutti i giovani. Via alla corsa e in bocca al lupo!

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Martina Capuano

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