Un trionfo annunciato

Un trionfo annunciato

30 Novembre- Europauditorium. Una della più amate interpreti della canzone d’autore, Fiorella Mannoia, sta per salire sul palcoscenico di Sala Cagli. Superfluo parlare di sold out. Superfluo aggiungere che la seconda data, ovvero il 23 dicembre – appendice strappata a gran richiesta dal pubblico – riservava ancora la settimana scorsa, solo pochi posti liberi; e sì che stiamo parlando di Sala Europa che con i suoi 1348 posti, nei fatti, è il teatro più grande della regione. Ma questa sera già a dieci minuti alle 21, la sala è ben gremita, le rare poltrone vuote rivelano qualche ritardatario o vittima di un malanno di stagione.
Pubblico variegatissimo, direi che si spazia da ogni fascia di età, dai 20 anni in su sono arrivati proprio tutti. Iniziano i primi impazienti applausi, non molto dopo, rumori e suoni un po’ striduli, quasi un gracidio radiofonico che pare uscire da un televisore anni ’50, dal quale invece si udirà la voce di un presentatore che introduce una giovanissima Fiorella Mannoia debuttante al Festival di Castrocaro del 1969, là per cantare “Un bambino sul leone”, testo scritto da Celentano.
Incipit a ritroso nel tempo, significativo del taglio dello spettacolo, un preludio per rivivere attraverso questo concerto, il viaggio musicale di Fiorella attraverso gli anni e le mode. Giunge lei, poco dopo che la band l’aveva preceduta, sulle note della stessa canzone che aveva dato l’avvio alla sua carriera. Fiorella indossa un completo pantalone damascato argento e oro, attacca con la sua voce meravigliosa ed è subito ovazione, pubblico piuttosto caldo e “mosso”, già in apertura di concerto. Ringrazia per questa “bella festa di compleanno”, avvenuto però in aprile, ma che lo stesso coinvolge anche la sua professione non solo la donna, perché sono 40 anni che lei canta. Seguono “Caffè nero bollente” successo degli anni ’80 che lei aveva presentato a San Remo, in quegli anni. Intervalla le canzoni raccontandosi al pubblico, da donna comunicativa quale lei è non tralascia nulla: dalla politica, alla famiglia, all’amore, usa un tono amichevole e colloquiale, ma non sale in cattedra facendo questo, la si ascolta volentieri, perché ogni pedanteria viene da lei bandita.
Ogni canzone è preceduta dal racconto di un fatto, un aneddoto, un avvenimento che ad essa si colleghi. Confesserà di aver compreso come la sua voce portasse emozioni ma come nel frattempo, ciò non sarebbe bastato se non avesse sposato alla voce dei testi importanti, da lì l’avvio a collaborazioni di tutto rispetto quali quelle con Conte, Battiato, Ruggeri, Baglioni, Fossati e altri.
La scaletta propone vecchie glorie, quali: “Come si cambia”, “Amore è bello”, commentando con: “Non sarei qui, se non avrei cantato tutte le canzoni che ho cantato”. Silenzio generale. Ma poi ricomincia con “Quello che le donne non dicono” e fa subito dimenticare il lapsus, in fondo non è venuta a tenere una lezione di grammatica, certi incidenti possono capitare a tutti, lei sa fare benissimo una cosa: cantare. Ecco quindi che è subito pace fatta coi presenti, con tanto di ammiratrici che giungono da vari punti della platea a portarle fiori, lei ringrazia e invita il pubblico ad accompagnarla nei ritornelli, girando il microfono nella loro direzione. Quest’attenzione che pone nel coinvolgere chi le sta di fronte sarà qualcosa che si ripeterà molto spesso nell’arco della serata, vuoi attraverso il canto o il ballo quando non entrambi. Sì perché Fiorella sul palcoscenico ci sa stare e non è certo una figura statica, anzi!
Si prosegue poi con “Le notti di maggio” di Fossati, “La stagione dell’amore”.

Mannoia 2014

Quando sarà poi il turno di “La storia siamo noi”, verranno proiettate sullo schermo una serie di immagini di personaggi che hanno per le loro influenze o per le loro idee segnato il ‘900 come: M. Luther King, Gandhi, i giudici Falcone e Borsellino, Kennedy, Pertini, J. Lennon e altri ancora. Alle 22,05 una breve pausa ma si riparte subito dopo con Conte, intanto ha una mise più femminile: top e gonna lunga con spacco tutto rosso rubino ed è scalza.
Sarà poi la volta di “Messico e nuvole” dove si lancia nel ballo con ancor più energia di prima; a seguire proporrà ancora “Mimosa” di Nicolò Fabi, “La paura non esiste” di T. Ferro, riguardo questo testo, dice di volerla dedicare a tutte le donne, “le mie sorelle”, prendendo a pretesto il brano, si esprime riguardo alle violenze purtroppo così frequenti, ai danni di queste ultime. Ha un’idea precisa sulla questione, sostenendo che occorra sì una legge adeguata ma anche un cambiamento della mentalità e dell’educazione che dovrebbero avvicendarsi. Tanto le madri quanto i padri hanno un ruolo nel trasmettere i valori legati al rispetto della persona; i padri, inoltre, dovrebbero insegnare ai figli a non trattare le donne come se fossero “dei motorini”. Ritiene poi che le donne dovrebbero fidarsi di più del loro istinto poiché, sostiene che talvolta vadano incontro all’uomo sbagliato, sperando che questo cambi, ma ciò non avviene e certi “rapporti malati ” hanno quale “unica soluzione, una rapida fuga”, insomma, ognuna di noi sente “quando si accende la spia rossa”: attenzione quindi a prestarvi ascolto! Questo farà da premessa al testo successivo, dedicato alla figlia che non ha avuto “In viaggio”. Il testo è amato al punto che appena termina sono tutti in piedi in una standing ovation, quasi un tifo da stadio! Seguono poi “Cercami”, “Sally”, “Qui non è successo niente”, accompagnata dal pubblico che si è a sua volta lanciato in balli e canti, si alza, va sottopalco, lei saluta, stringe alcune mani e ricomincia, con la sua carica di energia, sa perfettamente quanto possa un cantante influenzare con i propri testi l’opinione, anche se non tutti i colleghi si rendono sempre conto della forza di una canzone. Riferisce anche come – per essere schietta e aperta nel dire le cose- perda consensi, aggiungendo poi che neppure la sua pagine di Facebook viene risparmiata dagli insulti. Ma lei “non ha paura” e continua a dire ciò che non le piace. Intanto la gente sembra euforica, tutti a ballare, a riprendere il concerto cellulare alla mano: ma si renderanno conto che domani dovranno andare al lavoro, almeno in tanti?!? Sullo sfondo vengono proiettati i versi della canzone.
Alle 23,20 saluta e si allontana. Delusione, non può essere! Pubblico tangibilmente dispiaciuto ma lei lo percepisce e ritorna, attaccando questa volta con “La casa in riva al mare” di L. Dalla, c’è poco da fare lei sembra nata per il palco, felice com’è di starci sopra. Arriva il turno di “Via con me” e qui la sorpresa: scende dal palco e si fa un bel giro del teatro, il pubblico è in delirio, Fiorella che balla con le persone che si avvicinano e va a salutare “quasi” personalmente anche quelle sedute in galleria. Dubito che si fosse messa d’accordo con la security, ma tanto fa che l’addetto ha il suo bel da fare nel spianarle il percorso… sembra inarrestabile, 60 anni già compiuti? Impossibile! Vista così da vicino è assolutamente in forma e splendida. Coinvolgente, affabile, con un’energia che trascina e trasmette la voglia di ballare anche alle poltrone del teatro, tanto è vulcanica. Un giro di presentazione dei componenti della sua ottima band. Spenderà anche qualche parola per tutti i numerosi operatori che rendono possibile il concerto, stando però dietro le quinte e che fanno – dice lei – “ il lavoro più duro”.
L’ultimo brano sarà “Il cielo d’Irlanda”, dove al canto alterna anche gli autografi, trova anche il tempo di indossare un cappello da cowboy prestatole da uno spettatore là assiepato a tanti altri sotto palco. Una festa senza dubbio non solo un gran concerto ma Fiorella l’aveva proprio definito così in apertura di serata, è stata un’ottima padrona di casa, ma a tutti quelli là sotto, chi lo va a dire che il concerto sta finendo? E dire che è quasi mezzanotte…

Copyright Stefano Liberatore 2014

Daniela Ferro

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