Yoga Glam… O Glam Yoga

Yoga Glam… O Glam Yoga

Oggigiorno tutti abbiamo sentito parlare almeno una volta dello Yoga.

Ma cosa e’ lo Yoga? Una disciplina millenaria che ha le sue origini dalla notte dei tempi nel subcontinente indiano.

Possiamo carpire l’essenza già dal significato della parola Yoga: unione di corpo e mente.

Negli ultimi anni abbiamo visto l’aumentare di corsi e scuole yoga, tanto da rendere nota a tutti questa fantastica disciplina.

Per renderla invitante nella società occidentale si e’ cercato di dare una certa aurea glamour tanto da essere proposta nelle palestre come esercizio fitness.

Noi siamo andati a trovare Elisabetta Fiori che insegna ed accompagna gruppi di ritiro-vacanze secondo una delle più tradizionali ed autentiche scuole yoga.

Buongiorno Elisabetta, parlaci dello yoga

Yoga significa unione, equilibrio del corpo, della mente e dell’anima. Attraverso la pratica dello yoga tradizionale si può arrivare ad uno stato di benessere psico-fisico che ormai nella nostra società spesso viene perso o sottovalutato. Yoga significa conoscersi, avere consapevolezza del corpo e del respiro, è una antica disciplina che oggi più che mai ci insegna a sviluppare la nostra capacità di adattamento alla vita.

Cosa vedi di migliore e più bello nella tua vita da quando pratichi questa disciplina?

Lo yoga entra nella vita delle persone in modo inaspettato e in qualche modo anche se lo lasciamo per un po’ poi ritorna. Così è successo per me, l’ho provato da ragazzina e poi è ritornato con forza da adulta quando ho iniziato a sentire il bisogno di avere uno strumento per andare “oltre”. La mia vita è diventata più consapevole e penso che la consapevolezza sia tutto. Sono finalmente riuscita a capire cosa volevo dalla mia vita e a liberarmi da vincoli psicologici e culturali. Lo yoga, oltre a migliorare il rapporto con noi stessi, sviluppa una capacità di amore e connessione verso tutti gli esseri viventi. E tutto diventa più bello!

Come ti è venuta l’idea del ritiro di yoga?

Prima di essere insegnante, sono anche studente e come tale mi è sempre piaciuto partecipare a ritiri, incontri e seminari di approfondimento di yoga. Da quando ho iniziato a insegnare ho pensato di proporre anche io delle iniziative che potessero portare i miei studenti ad a conoscere meglio ciò che sta dietro una lezione di asana, a vivere l’esperienza dello yoga in modo completo per qualche giorno. Con i ritmi delle lezioni settimanali e con i pensieri che spesso ci vengono a trovare anche in quelle occasioni, ritagliarsi alcuni giorni in un bel luogo fuori dalla città è un regalo che facciamo per noi stessi. Nei ritiri infatti vengono affrontati argomenti teorici sullo storia dello yoga e ovviamente pratiche più approfondite. È un’occasione anche per avvicinarsi alla meditazione, a pranayama più avanzati e al canto dei mantra.

In che cosa differisce dagli altri ritiri tipo Ananda ad Assisi?

Non sono mai stata da Ananda ad Assisi quindi non so dirti ma sicuramente i ritiri che programmo non dispongono di una grande struttura organizzata alle spalle! Mi piace scegliere delle location isolate, piacevoli, dove la dimensione famigliare e di condivisione sono molto importanti. Non mi interessano i grandi hotel o le strutture famose ma agriturismi gestiti da persone che non hanno perso il contatto con la terra, dove i prodotti sono locali e dove anche le persone possono ritrovare un contatto con la natura.

È importante per te seguire una scuola specifica?

È importante avere un maestro! Questo è fondamentale per un insegnante, ma può esserlo anche per uno studente. Bisogna cercarlo bene, capire quali sono le inclinazioni personali e seguire ciò che è più giusto per noi. Se la pratica troppo attiva e dinamica non fa per noi, va benissimo una scuola dove si pratica più meditazione, oppure il canto dei mantra o anche il karma yoga, fare delle buone azioni. Le vie dello yoga sono diverse e non dobbiamo perderci nelle mode e nelle pratiche acrobatiche perché così lo propongono nel centro più vicino a casa. Yoga è un percorso interiore e quindi dobbiamo ascoltarci e seguire la nostra strada. Il mio percorso mi ha portato alla scuola Sivananda prima e Satyananda poi, maestri di comprovata rettitudine che rispettano la tradizione dello yoga indiano. Loro e le persone che tramandano il loro sapere sono i miei maestri, la mia scuola quotidiana.

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Carmen Bartolone
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