Zanele Muholi, arte e responsabilitá sociale

Zanele Muholi, arte e responsabilitá sociale

Già riconosciuta per il coraggio e la creatività alla celebrazione Out 2016 dell’Africa, Zanele Muholi lo scorso aprile a New York viene proclamata vincitrice dell’ Infinity Award 2016 per il documentario e il fotogiornalismo.

Fotografa sudafricana e attivista visuale, unisce la passione per l’arte con l’impegno nel combattere le ingiustizie sociali.
Attraverso i suoi scatti, prevalentemente in bianco e nero, mostra la comunitá LGBTI (lesbian gay bisexual transgender intersex) raccontando le storie personali delle vittime di discriminazione omofoba e razziale nella cornice di un Sud Africa post apartheid. L’obiettivo é quello di aumentare la consapevolezza dei problemi che questa societá ancora incontra nonostante il Sud Africa sia un paese che, dopo la terribile esperienza della segregazione razziale, nel 1996 crea una tutela costituzionale portandola nel 2006 ad essere il primo paese in Africa a riconoscere i matrimoni tra persone dello stesso sesso e guadagnandosi l’appellativo di “nazione arcobaleno”. Purtroppo però la realtá sociale é ancora molto diversa dalla costituzione: un paese che vanta il triste primato nel tasso di crimini a livello mondiale sfociando nei casi piu gravi in stupri correttivi e omicidi.

A difficult love - South Africa
A difficult love – South Africa

E’ dunque un appello di resistenza alla violenza e all’oppressione quello di Muholi che nel 2002 diventa co fondatrice del  Forum for Empowerment of Women (FEW) e nel 2009 crea Inkanyiso, un forum della comunitá queer e media visivi. Artisticamente attiva dal 2006, pubblica diversi progetti fotografici nonché un importante progetto video, “Difficult Love”, documentario del 2010.

A consacrare il suo successo internazionale é il premio per il miglior artista emergente al Carnegie International di Pittsburgh del 2013 con il progetto: Faces and Phases (2006 – 2014): un manifesto contro la discriminazione al fine di ridefinire gli stereotipi associati al genere e la sessualità.
Composto da una serie di scatti affiancati a poesie, la raccolta, come un archivio storico, mette in luce le identitá complesse dei personaggi fotografati. Prendendo spunto dalle foto da passaporto richieste ai cittadini all epoca dell’ apartheid, Muholi sceglie la forma del ritratto per il suo progetto mostrando i soggetti delle sue immagini senza paura, con lo sguardo dritto in camera, mentre gli spettatori sono invitati a confrontarsi con i propri pregiudizi.

“E giunto il momento che portiamo un immaginario positivo, quasi mai visto, di noi nello spazio in cui ci troviamo.” afferma Zanele Muholi che finora ha catturato più di 60 ritratti, con la speranza di raccogliere 500 istantanee di comunità LGBTI neri in tutto il mondo. Attualmente prende parte in diverse collettive, affermando in maniera itinerante il suo incessante impegno sociale e artistico.

Zanele Muholi, arte e responsabilità sociale si incontrano

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Daria Craparo
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