James Dean: il Mascalzone Timido simbolo della generazione ribelle

Oggi, per il 60°Anniversario dalla morte, ricordiamo James Dean.

James Dean: il Mascalzone Timido simbolo della generazione ribelle

ACCADDE OGGI – L’8 febbraio del 1931 nasceva il MITO maschile per eccellenza. Il più maledetto, il più ribelle, il più mascalzone che Hollywood ci abbia mai fatto conoscere.

Dono e maledizione. Il più grande merito di James Dean è stato quello di aver fornito un modello, un’estetica, ma soprattutto un atteggiamento idolatrato e imitato da rockstar, musicisti e attori, maledetti sì ma mai come lui. Per tutte le generazioni, James Dean sarà sempre il “timido mascalzone”, un’icona di bellezza pari, o forse addirittura superiore, a quella di Marylin Monroe.

Sarebbe banale definire Dean un ribelle. La verità è che James “maledetto” Dean è stato un “rebel witout a cause”, un ribelle senza causa. Per entrare nella leggenda gli sono bastati 3 film, La Valle dell’Eden, Gioventù Bruciata e il Gigante, tre capolavori che hanno consacrato il Timido Mascalzone come uno dei più grandi attori di sempre. Tanto per dir, l’American Film Institute l’ha inserito meritatamente al 18° posto tra le più grandi star della storia del cinema.

IL PICCOLO JIMMY

James Byron Dean nasce a Marion nello stato dell’Indiana l’8 febbraio del 1931. Viene da una famiglia legata al movimento cristiano dei Quaccheri. Dopo la morte della madre, “l’unica che mi abbia mai capito”, Jimmy si trasferisce a soli 9 anni dai suoi parenti in una fattoria dell’Indiana. Anche lì riceve un’educazione quacchera ma nel 49’ va a vivere da suo padre, sposato con un’altra donna che di lui non vuole saperne.

Non si trova bene da suo padre Jimmy, ma da contro altare, ha modo di respirare l’aria artistica che alberga i suoli californiani. Si appassiona al teatro, alla recitazione e dopo qualche anno si trasferisce a New York, dove frequenta l’Actor Studio, la prestigiosa scuola di recitazione. Qui le regole sono ferree, il percorso di mnemonica è molto rigido, insomma qui, si fa sul serio.

L’Actor Studio cammina sulla scia del pensiero e della metodologia del grande attore e regista russo Konstantin Stanislavskji, il cui primo allievo fu Lee Strasberg il promotore del metodo Stanislvskji negli Usa e fondatore della scuola.

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C’è un qualcosa in Jimmy che colpisce i suoi insegnanti all’Actor Studio. È il suo spirito ribelle. Non è solo parte integrante del suo carattere. James Dean la ribellione ce l’ha proprio dentro. E la mette in tutte le sue performance attoriali.

Di lui, Oriana Fallaci ha detto: “Dean era la Sagan tradotta in americano, l’adolescente pazzo per noia romantica, più vicino all’europeissimo Truman Capote e a Oscar Wilde che ai personaggi contadineschi di Peyton Place o ai giovani pazzi ma paesani che si riscontrano nei romanzi americani”.

James Dean è un ribelle sì, ma sul palco è anche un fenomeno. È veloce, impara subito, migliora rapidamente. A New York, Jimmy mostra tutto il suo talento, il suo fascino e offre una recitazione assolutamente personale, schiva, introversa e grintosa. Nel film La Valle dell’Eden emerge la caratteristica personalistica di Dean assolutamente ribelle. Il film datato 1955 con la regia di Elia Kazan altro discendente dello studio di Stanislavskji, racconta la storia di due fratelli : Cal figlio disamato di Adam si ribella al padre severo, si scaglia contro suo fratello Aron e scopre che la madre, creduta morta in realtà gestisce un bordello. In chiave psicoanalitica si rifà un po’ alla storia di Caino e Abele, dove il primo non è malvagio ma disperato e cerca di trovare nell’amore la salvezza.

“Nel giro di pochissimo tempo si è ritrovato con il denaro per fare tutto quello che voleva, con la fama mondiale, e tutte le donne ai suoi piedi. Il successo ottenuto così rapidamente è una cosa terribile. Soprattutto per una persona estremamente vulnerabile”. Martin Landau

GIOVENTU’ BRUCIATA

Emozioni forti = James Dean. Un altro capolavoro che vede protagonista Dean è Gioventù Bruciata, sempre del 1955. Narra la storia di due ragazzi e una ragazza, tutti provenienti da famiglie problematiche. Sono ribelli, partecipano a giochi pericolosi, vengono ricercati dalla polizia. La pellicola che porta la firma di Nicholas Ray, rappresenta la consacrazione definitiva per Jimmy. È un film che se lo ricordi pensi a Dean, un po’ come Il Corvo con Brandon Lee. È una pellicola che tutti conoscono, un’opera in cui ogni ragazzo – e la generazione non conta – si rispecchia in pieno.

È un inno alla ribellione, guarda caso, alla ribellione verso una società che ci schiaccia, falsa e ipocrita, una società che ci sta stretta. E quale migliore interprete di questo sentimento se non James Dean?.

COSA HA RAPPRESENTATO JAMES DEAN?

Come si può definire la grandezza e l’importanza di James Dean? Basta pensare al suo look indimenticabile. Jeans attillati, giubbotto di pelle, sguardo di ghiaccio. James Dean è e sarà per sempre l’icona del “carpe diem”, dello spirito libero, privo di regole.

Truffaut dirà di lui: “Dean va contro cinquant’anni di cinema. Lui recita qualcos’altro da quello che pronuncia, il suo sguardo non segue la conversazione, provoca una sfasatura tra l’espressione e la cosa espressa. Ogni suo gesto è imprevedibile. Dean può, parlando, girare la schiena alla cinepresa e terminare in questo modo la scena, può spingere bruscamente la testa all’indietro o buttarsi in avanti, può ridere là dove un altro attore piangerebbe e viceversa, perché ha ucciso la recitazione psicologica il giorno stesso in cui è apparso sulla scena”.

Uno così, non poteva vivere troppo a lungo. Doveva uscire di scena alla sua maniera. James Dean in un incidente d’auto in California. Era a bordo della sua Porsche Spider, la Little Bastard, come la chiamava lui, un’auto da corsa più che sportiva. Era il 30 settembre del 1955 e James aveva 24 anni. E dire che qualche minuto prima, un poliziotto lo aveva fermato facendogli una multa per eccesso di velocità.

La sua morte, come spesso succede, ne cementifica la leggenda. James diventa un mito. Dean verrà per sempre ricordato come il maledetto, l’inquieto, il ribelle, come l’uomo che ha bruciato la candela da tutte e 2 le parti, inquieto come tutti i ragazzi, forse anche di più.

Paolo Riggio

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