Viaggio in Sudan: ecco cosa ci aspetta

Viaggio in Sudan: ecco cosa ci aspetta

SUDAN – Solo soggiornandovi possiamo capire che anche noi siamo un granello di quell’eternità di cui il deserto è ricolmo. É tempo di partire, il Sudan ci aspetta. Una boccata di ossigeno senza i miasmi della civiltà non può che farci del bene. Ecco il racconto del mio viaggio in Sudan. 

Viaggio in Sudan, verso un mondo nuovo. Quando la nostalgia o il desiderio di tuffarsi nel Sahara incominciano a bussare alla porta (e prima o poi capita a tutti) è un campanello d’allarme: tempo scaduto, si deve partire. Non vale la pena resistere o immaginare alternative.

Il deserto è la patria che ha dato origine ai nostri proto familiari, è quindi naturale la nostalgia di tornare a soggiornare nella casa dei nostri avi, dove nulla cambia: tutto è restato tale e quale, oggi come allora e domani ancora. Siamo noi che, nel frattempo, siamo mutati, ci siamo ammalati o drogati di civiltà e progresso, ma nei rari momenti che non passiamo davanti allo schermo della televisione, del computer, del telefono o al parabrezza della macchina, dal nostro inconscio riemerge il sapore del Sahara, fatto di luci, suoni, silenzi, colori e profumi: in nessun altro angolo della terra si trova l’eguale.

Solo soggiornandovi possiamo capire che anche noi siamo un granello di quell’eternità di cui il deserto è ricolmo. É tempo di partire, il Sudan ci aspetta. Una boccata di ossigeno senza i miasmi della civiltà non può che farci del bene.

 

viaggio in sudan

Nel punto di incontro tra Egitto, Libia e Sudan, e quindi tagliato in tre parti dai confini tracciati con il righello dai colonialisti nel 1800 senza alcun rispetto delle eminenze geografiche, si erge isolato nel nulla più assoluto uno dei più spettacolari djebel sahariani, il massiccio montuoso dell’Uweinat, un rilievo di roccia granitica e di arenaria esteso per 1.750 kmq, con un perimetro di 150 km ed un’altezza massima di 2.000. Lontanissimo, dalla valle del Nilo, dai rilievi vulcanici del Tibesti e dalle oasi egiziane, libiche e sudanesi, è circondato da ogni lato da enormi deserti assolutamente privi d’acqua, per arrivarci bisogna proprio andarci appositamente con un viaggio lungo e faticoso. Qui sono stati rinvenuti dagli esploratori del 900 pitture policrome rupestri, che ne fanno una delle più significative stazioni d’arte preistorica del Sahara. Tre sono i possibili itinerari per raggiungere il Djebel Uwenait: da nord-est, partendo dalle oasi del deserto occidentale egiziano attraverso il gran Mare di Sabbia, da nord-ovest, partendo dall’oasi libica di Cufra (ora inaccessibile), e, infine, da sud-est attraverso i deserti sudanesi; questo percorso, decisamente meno monotono dei precedenti, offre anche il vantaggio di condurre nel settore del massiccio più ricco di arte rupestre.

Si parte dalla capitale sudanese Khartoum, toccando in successione la necropoli reale di Meroe con le sue aguzze piramidi (sito unesco), il deserto del Bayuda con i suoi coni vulcanici e i nomadi Bisharin con le loro mandrie ai pozzi, le tombe affrescate di stile egizio di El Kurru, la foresta pietrificata nubiana con enormi tronchi fossili, i villaggi con le bianche case dipinte lungo il Nilo, il tempio di Soleb, maggior monumento egizio in Nubia. Si attraversa, quindi, il deserto occidentale sudanese, uno dei tratti meno conosciuti del Sahara e grande quasi due volte l’Italia: si tratta di un deserto totale, con pochissime tracce di vita vegetale e animale e del passaggio di veicoli. In compenso offre tutte le forme più spettacolari del Sahara: cordoni di dune estese all’infinito, pianure sabbiose, isolati pinnacoli di roccia erosi dal vento, estesi raggruppamenti di massi di granito tondeggianti sovrapposti gli uni agli altri, diversi paleosuoli. Dopo la disabitata oasi di Selima, un tempo importante nodo carovaniero, si raggiunge infine l’Uweinat. Sulla via del ritorno sosta all’isolato massiccio granitico del Djebel Kissu, anch’esso ricco di testimonianze preistoriche, quindi si incrocia il Darb El Arbain, l’importante via carovaniera che collegava le savane del Sudan centrale con l’alto Egitto, ancora disseminata di scheletri di cammelli calcinati al sole, attraversando infine un antico e inaridito affluente del Nilo ora popolato da nomadi Bisharin con le loro mandrie.

Se vi è venuta voglia di partire, potete affidarvi all’operatore milanese “I viaggi di Maurizio Levi”, unico in Italia specializzato da 30 anni in viaggi e spedizioni nei deserti di tutto il mondo, che propone come novità una spedizione sahariana di 16 giorni e 2.000 km, da Khartoum al Djebel Uweinat. Uniche partenze con voli di linea da Milano e Rroma il 17 novembre, 22 dicembre e 16 marzo 2013. Che fate? Partiamo?

Info:
I viaggi di Maurizio Levi

Tel.02 34 93 45 28

Lamberto Selleri

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