La materia dei sogni di Nino Migliori

La materia dei sogni di Nino Migliori

MILANO – C’è una vetrata, alla Fondazione Forma, che si affaccia dentro ad un deposito di tram degli anni trenta. Se sentite sferragliare non è la vostra immaginazione, è ancora in funzione: correte a incollare il naso al vetro e godetevi lo spettacolo dei convogli che rientrano per riposarsi, prima di ripartire da via Custodi e perdersi per Milano.

Non riesco ad immaginare dettaglio migliore per descrivere la personale dedicata a Nino Migliori. Il caso vuole che la vetrata magica si trovi nella seconda sala, a cui si accede subito dopo aver goduto delle meravigliose serie “Gente dell’Emilia” e “Gente del Sud”, ritratti neorealisti di una quotidianità che è scolpita nei nostri ricordi, di un’Italia inconsapevole della sua forza.

I tram, quelli veri, quelli che si vedono dalla finestra, sono lo specchio di una riflessione sulla memoria, tanto cara al fotografo bolognese: alle nostre spalle i ricordi, davanti a noi le sperimentazioni, l’esplorazione di ciò che può regalarci il futuro mentre ci accompagna, alla nostra sinistra, la realtà, fusione perfetta tra ciò che eravamo e ciò che possiamo diventare.
È proprio la memoria il punto di partenza, e di non ritorno, per la ricerca dell’artista emiliano che non abbandonerà mai la riflessione sull’impatto visivo delle immagini, arrivando negli anni settanta a riflettere sulla memoria come bombardamento mediatico. Precursore allora, attuale ancora oggi.

La mostra di Forma è la prima grande retrospettiva dedicata a Nino Migliori che in un insieme di immagini celebri e di inediti, presenta le fotografie realizzate negli anni Quaranta e Cinquanta, la serie dei Muri, le sperimentazioni off camera, le celebri polaroid, fino alle installazioni più recenti.
Un lavoro sorprendente che lascia stupito chiunque decida di conoscerne il senso e la mole.

Sorprende certo per la sua immensa produzione e per la diversità dei progetti realizzati, ma la vera sorpresa risiede nell’assoluta coerenza che in tanti anni di lavoro ha saputo mantenere.
Tutta la sua ricerca si fonda su un unico, solo linguaggio da esplorare: la fotografia, la materia prima per creare i suoi sogni visivi.

Fino al 4 novembre la retrospettiva sarà arricchita da una installazione presentata per la prima volta a Forma: Foto scattate e abbandonate. Qui Nino Migliori ha raccolto le stampe mai ritirate dagli studi fotografici, rullini fatti sviluppare ma dimenticati o forse volutamente rinnegati dai propri autori. Protagonista è ancora una volta la memoria.
La mostra è a cura di Denis Curti e Alessandra Mauro ed è accompagnata da un catalogo edito da Contrasto che è andato letteralmente a ruba il giorno dell’inaugurazione.

Un consiglio: per andare alla mostra prendete la bici, infilatevi gli auricolari e ascoltando It’s or never (o al massimo Can’t help falling in love), pedalate lungo il Naviglio e proseguite verso porta Romana per poi infilarvi in via Giovenale. No, Elvis non c’entra nulla con l’Emilia ma vedrete Milano come non l’avete vista mai. Anche questa è materia dei sogni.

Nino Migliori
Nino Migliori

NINO MIGLIORI LA MATERIA DEI SOGNI
19 Ottobre 2012 – 6 Gennaio 2013
Forma – Centro Internazionale di Fotografia
Piazza Tito Lucrezio Caro, 1 – Milano

Maria Letizia Tega
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