MONDO – Innovatrici, ugole d’oro, interpreti uniche, compositrici, strumentiste e cantanti. Sono le donne del rock. Ma Quali le rockstar donne che hanno fatto la storia di questo genere? Ecco la nostra classifica.
Ma chi l’ha detto che il rock è roba da maschi? Chiaramente come in tutti i settori le donne faticano maggiormente anche nella musica. Ma quando le senti poi è tutta un’altra storia. L’apporto è fondamentale. E non dimentichiamoci che per sfondare è necessaria tutta quella civetteria che caratterizza il lato femminile di ognuno. Insomma, quello che segue, quello che vi abbiamo ora proposto, è uno sguardo audace su un panorama già audace di per se. Ecco le 10 signore della musica rock che hanno cambiato la storia.
10) PATTY SMITH

Come Brian Ferry con Dylanesque, nel 2007 Patty Smith fa uscire un disco di covers, Twelve. Tra queste c’è Changing Of The Guards di Bob Dylan. Il disco è fenomenale e forse si prende in po’ in giro, dal momento che Patty Smith è conosciuta per una canzone di Springsteen (Because the night). È solo la conferma di una grandezza che non si improvvisa. E che ritroverai per sempre – è che poi finisce sempre così: la versione di Patty Smith non finisci più di ascoltarla. È il genere di rock cresciuto sulle ceneri della distruzione compiuta non senza danni dal movimento punk. Patty Smith in Italia è conosciuta anche per la sigla di Fuori Orario (Because the night), programma notturno di RAI 3 a cura di Enrico Ghezzi.
9) GRACE SLICK

È lei che ha cantato con voce bellissima l’inno di una generazione, di parte di una generazione. Di quella generazione consacratasi a Woodstock nella summer of love del 1969. Lei è anche autrice dai modi intellettualoidi. Non si sa perchè; ma musica simile, se fatta a NY, non passa per psichedelica. E se la musica di Frisco, San Francisco, trionferà poi nel mondo sulle ali dei Pink Floyd, molto è dovuto alle grazie vocali di Grace Slick, cantante dei Jefferson Airplane.
8) TORI AMOS

Tori Amos è stata una novità devastante, una giostra di parole nuove per tutti. Bellissimo il primo disco, Little Earthquake, ma non basta. Bisogna aspettare la ragazza dei fiocchi di grano, Cornflakes Girl, per accendere la luce su una nuova storia. Lei è la maestra di pianoforte. Lei è l’amante dei pianoforti Bosendorfer. Con lo strumento mette in scena orgasmi compulsivi da lap dance. È la voce più bella degli anni novanta. La carica erotica la prende dal suo amatissimo Robert Plant. L’intelligenza artistica è figlia della sua venerazione per Roger Waters. E c’è veramente poco ancora da dire ancora.
7) JOAN JETT

La madrina del punk non è qui a caso. Riuscire a collocare la Jett tra le prime dieci dinner del rock non è stato difficile. Ci sono i numeri, e ci sono tutti. Tre dischi d’oro e una canzone eterna: I love Rock And Roll. Non si tratta di una one time wonder ma di una presenza costante nel curcuito rock. Amatissima in Europa e in Giappone, ha finalmente trovato il modo di farsi amare e tanto anche in America.
6) PJ HARVEY

La rivoluzione di velluto e intellettuale di PJ Harvey ha trovato consensi un po’ ovunque. Le sonorità sono estreme, come estremamente libero e radicale è il suo pensiero. Con Tori Amos ha praticamente diviso a metà i gusti del pubblico. Il suo genere, più collocabile e trattabile, è diventato un vero e proprio insegnamento. Un monito per le nuove generazioni, non solo di rockers, ma di donne in rivolta pacifica e del pensiero.
5) ARETHA FRANKLIN

Anche con la Franklin si va sul sicuro, nonostante la sua sia una carriera più crossover, trasversale. Lei in pratica esiste da quando esiste il rock and roll. Ha primeggiato un po’ ovunque. Il suo essere nera, la colloca di fatto tra le antesignane, i prototipi di genere, il modello su cui costruire una grande storia. Il fatto è che quando tutti i generi musicali ti scorrono tra le vene, la musica che sgorga dalle labbra è pura forza culturale e del pensiero.
4) SHERYL CROW

È la protagonista indiscussa del rock femminile degli anni novanta. Tra Barbara Streisand e Tina Turner porta da sempre avanti un discorso di raffinata e indiscussa potenza artistica. Con innumerevoli top ten e numeri uno, per un decennio non ha sbagliato un disco. E ora è la numero uno del rock mondiale targato donna.
3) NINA HAGEN

Nina Hagen ha una storia davvero intrigante. I primi successi arrivano in patria, con lei molto giovane, nella vecchia Germania dell’Est. Poi in qualche modo riesce a stabilirsi a Ovest
Della vibrante scena musicale di Berlino (Bowie, Reed, Iggy Pop) lei è uno dei rari prodotti della new wave femminile. Attualmente è molto attiva sui social networks. La abbiamo scelta per un motivo molto semplice. L’abbiamo scelta per aver sempre impiegato il mezzo musicale per battaglie civili e per i diritti umani.
2) DEBBIE HARRY

Con ogni probabilità, con l’Amiga, il famoso computer degli anni ottanta, e Basquiat, Debbie Harry è, in qualche modo, l’ultima creazione di Andy Warhol. Vera perla dell’alternative nation americana, la sua diventa subito una questione di classifica. E i numeri parlano per lei. Blondie, nome d’arte e del suo gruppo storico, è una parte fondamentale della cultura americana e del business musicale. E per farla breve, lei era la sveglia videodromica di Max, James Wood, nel fenomenale film Videodrome di Cronenberg.
1) JANIS JOPLIN

Forse è lei la più grande. L’unica ad aver interpretato alla grandissima tutta la ricca parabola del grande mito del rock and roll. Pura, rubava il mestiere alle colleghe di colore, con quella sua voce intensa e graffiante. Emotiva, disgregante, sempre attenta alle migliori canzoni da cantare e quasi sempre meglio degli originali – su tutti la storica Bobby McGee. Muore prematuramente, vera rock star. Ma come tante stelle di prima grandezza, ha fatto a tempo a illuminare per sempre la notte dei cieli musicali – ah già…..Cry baby, adesso….ma è solo una canzone….
A proposito. Ho sempre pensato che Pino Daniele nella sua Che soddisfazione, si sia ispirato in qualche misura a Mercedes Benz della Joplin. Sarà davvero così?
(+1) BILLIE EILISH
D’accordo, questo nome farà discutere e non poco. Non parliamo di una vera e propria rocker, parliamo semplicemente di Billie Eilish. In soli 4 anni, si è costruita un futuro, sfruttando soltanto le proprie abilità. Il pubblico, americano prima, mondiale poi, ha imparato a conoscerla e ad esserne quasi spaventato. Perché? Perché la Eilish fa paura, inquieta, col suo dark pop onirico, col suo flow incalzante e quella voce che passa da sussurrata e pericolosa ad angelica e capace di raggiungere vette altissime.
La musica poi, è un aspetto fondamentale per innalzare il suo personaggio ad icona. I beat anemici ed essenziali convivono con bassi sintetici profondi e al limite dell’ossessivo. Strizza l’occhio alla al rock e alla trap Billie, ma quei generi li sfiora soltanto, perché il suo, è un pianeta completamente diverso. Il suo è il pop di Billie, un dark pop che non si era mai sentito prima.
Testo di Palandroide
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