L’intervista: il nuovo Presidente del Coni Giovanni Malagò si racconta su MyWhere

L’intervista: il nuovo Presidente del Coni Giovanni Malagò si racconta su MyWhere

Il nuovo presidente del Coni, eletto con 40 voti tra i 76 presenti, è Giovanni Malagò. Raffaele Pagnozzi (sostenuto dal ex presidente Giovanni Petrucci) si è fermato a 35 (una scheda nulla).

Il Presidente Giovanni Malagò ad avvenuta elezione ha dichiarato alla stampa:”Considero questa carica la più importante nel nostro Paese, farò di tutto per onorarla”. E noi gli crediamo. L’ho intervistato in occasione dei mondiali di nuoto a Roma.

Riportiamo qui di seguito l’intervista per intero per constatare con gioia la sua coerenza e onestà, e siamo certi che come non ha mai disatteso le promesse fatte, sarà per noi un grande Presidente.
Intervista al Presidente Giovanni Malagò prima dei mondiali di nuoto a Roma del 2009.

Intervista al Presidente Giovanni Malagò

Il suo impegno per portare i mondiali di nuoto a Roma, sport diventato così popolare in Italia da quando la squadra azzurra si attesta tra le più forti a livello internazionale, nasce anche da un desiderio di spostare l’attenzione dei riflettori del turismo su questa città?

Sicuramente. Il mondiale delle discipline acquatiche rappresentava un ‘occasione unica per promuovere la città e farla conoscere non soltanto per il patrimonio storico-artistico ma anche per la sua capacità di organizzare una grande manifestazione sportiva. Ci siamo riusciti e questa esperienza potrà rivelarsi molto utile per le prossime candidature.

Sotto l’aspetto turistico crede appunto che Roma ne abbia beneficiato? Se sì, in che proporzioni?

Se pensiamo che le previsioni di ricaduta di questa XIII edizione dei mondiali sul PIL locale si attestavano alcuni punti sopra al 2%, appare chiaro l’impatto economico di eventi di questa portata, soprattutto in un momento di particolare difficoltà quale quello attraversato dal nostro paese.

Secondo lei, nella cultura turistica italiana, e ancor più in quella romana, cosa manca e cosa si può fare?

Credo ci sia ancora molto da fare. Troppo spesso pensiamo che già il solo fatto di puntare sulla capitale italiana sia motivo di successo. Roma è sicuramente un nome che richiama alla mente storia, tradizione e cultura ma dobbiamo fare in modo che ci sia una programmazione strutturata e coordinata di eventi e che l’organizzazione sia di livello mondiale, tale da meritare il successo aldilà del fatto di svolgersi in una città così affascinante.

L’abbiamo incontrata nel nuovo circolo che ha inaugurato, l’AQUANIENE, di cui lei ha tenuto a precisare che è nato per volontà sua e dei soci dell’ANIENE senza beneficiare di fondi pubblici. L’AQUANIENE dopo i mondiali diventerà un club pubblico o privato? A chi sarà rivolto? Che tipo di strategia realizzerà per comunicarne l’immagine?

Tutti gli impianti, sia pubblici che privati realizzati o ampliati in occasione dei mondiali di nuoto hanno un vincolo di destinazione di quindici anni ben preciso a fini sociali. Rappresentano un patrimonio che da qui ai prossimi anni sarà a disposizione della cittadinanza. Finalmente la città di Roma si è dotata delle infrastrutture natatorie che la avvicinano agli standard delle altre capitali europee, ed è questa l’eredità maggiore del mondiale di ROMA09 per le prossime generazioni.

Lei è un imprenditore che ricopre diversi ruoli di grande responsabilità in aziende ed in istituzioni. In questo periodo di crisi economica, per l’Italia ma soprattutto per le imprese italiane, dove suggerirebbe di guardare? Che iniziative e quali strategie consiglierebbe?

Consigliare nuove attività in questa situazione non è affatto semplice. C’è chi sta pensando ad investire nella green economy con grande successo ma credo che alla fine più della scelta del settore conti soprattutto la qualità. Se nonostante le difficoltà ad accedere al credito si riesca ad investire nella qualità, qualsiasi tipo di servizio o prodotto avrà successo. Il made in Italy è sempre un valido marchio.

Noi attraverso IQUALITY vogliamo rappresentare l’eccellenza del Made in Italy. Lei crede che possiamo ancora avvalerci della forza distintiva di questo marchio?

Stiamo parlando dei punti di forza del nostro Paese. Soffriamo la competitività di altri Paesi soprattutto orientali che possono puntare su maggiori risorse finanziarie e manodopera a basso costo. La nostra missione deve quindi essere quella di distinguerci con la nostra originalità, evitando di rincorrere gli altri. Affrontare i competitors sullo stesso mercato con gli stessi prodotti sarebbe una battaglia persa. Noi abbiamo sempre saputo distinguerci e dobbiamo riprendere a farlo.

Tra i settori trainanti dell’economia italiana: turismo enogastronomia, moda; crede ci possa esser una rinascita per uno di queste settori in particolare?

In questo momento ci sono molti, tra gli sport vari, che stanno attirando l’interesse e l’attenzione del pubblico italiano. Fuori dal nostro Paese alcune discipline come rugby, golf, baseball sono sport nazionali e considerati alla pari se non addirittura superiori al calcio. Tra un anno avremo i mondiali di volley, si parla di un Gran Premio di Formula 1 a Roma. Stiamo parlando di eventi che, se sfruttati al meglio, possono non soltanto portare grandi risorse dal turismo ma anche confermare al mondo intero le nostre capacità.

Crede che si debba investire di più nello sport italiano? Oltre alle discipline acquatiche, oltre chiaramente al calcio, a quale sport farebbe rivolgere alle istituzioni maggior attenzione?

I numeri dei mondiali di nuoto dimostrano che gli italiani sanno apprezzare anche altro oltre al calcio. Basta proporlo nei modi e nei tempi giusti, attraverso un prodotto distintivo che punti sulla qualità del servizio oltre che sulla passione per la disciplina sportiva . Per farlo occorre sicuramente investire di più, puntare maggiormente sui grandi eventi sportivi e convogliare le tante e forti realtà imprenditoriali verso un unico obiettivo.

Tra i settori dell’eccellenza italiana abbiamo anche la moda. Lei che è un uomo sempre molto elegante, ed attento all’immagine nelle varie occasioni, può dirci quali sono gli stilisti (della moda uomo) che ama di più?

Mi piace l’uomo che sappia adattare la sua immagine alle diverse occasioni e sicuramente l’abbigliamento e gli accessori aiutano a sentirsi a proprio agio nelle diverse occasioni. Personalmente mi piace diversificare il mio modo di vestire, consapevole che l’eleganza non sia solo una questa di immagine e di apparenza. Questa filosofia è stata esportata anche ai mondiali di nuoto, dove Giorgio Armani è tra gli sponsor ufficiali di questa manifestazione in occasione della quale ha disegnato le divise ufficiali degli atleti italiani e dei membri del comitato FIN.

Crede che la donna italiana, fortemente offesa da queste ultime polemiche che da “vallettopoli” arrivano a “cavalieropoli”, ha ancora la capacità di far valere la sua intelligenza ed il suo charme senza svendere la sua immagine per benefit economici e di popolarità?

La politica e l’imprenditoria italiane stanno già dando risposte concrete in termini di nuove figure professionali e manageriali al femminile. Ritengo che stia nella volontà delle singole persone scegliere il proprio percorso di formazione e realizzazione, senza che questo significhi ridimensionare le proprie aspettative e sminuire la propria dignità di donna.

Tra le donne della politica e dell’imprenditoria, c’è qualcuna che merita la sua attenzione in modo particolare?

Fare un solo nome significherebbe fare un torto a qualcuna.

Presidente la ringrazio per la sua disponibilità. A presto.

io_Malagò e Biagiotti
Io e Giovanni Malagò
Fabiola Cinque