Che cos’è il Fil Rouge? Dal mito cinese a Goethe: perché si dice così e qual è il suo significato

Che cos’è il Fil Rouge? Dal mito cinese a Goethe: perché si dice così e qual è il suo significato

MONDO – Fil Rouge è un’espressione francese che utilizziamo nei contesti più disparati, ma ne conosciamo davvero le origini e il significato?  E perchè non lo chiamiamo filo rosso? Partendo da un’opera d’arte ad una molteplicità di titoli di libri, trasmissioni e film vediamo quanto è usato (e abusato) questo termine.

In questi anni è entrato nel vocabolario popolare il concetto di fil rouge, tradotto banalmente dal francese filo rosso ed è stato declinato nelle forme più disparate della cultura.
Che cos’è il fil rouge? Avevo affrontato questo tema un pò di tempo fa, ma oggi è attuale più che mai. Qui vi dico perché.

L’espressione fil rouge accompagna da sempre libri, film, linee editoriali – e MyWhere ne è un esempio lampante – e mostre. A questo proposito non posso che partire dalla installazione Filo Rosso di Paola Grossi Gondi, una scultura tubolare sinuosa in acciaio rivestito di guaina in fibra dipinta a mano, creata appositamente per la Galleria nazionale d’arte moderna di Roma.

Il Filo Rosso di Paola Grossi Gondi
Il bozzetto de Il Filo Rosso di Paola Grossi Gondi che avvolge la GNAM. (Immagine da catalogo)

Filo Rosso è un’opera concepita senza inizio né fine, che prende forma nell’atrio del museo.

“Il Filo Rosso in primo luogo è un ogge􏰀tto fuori scala, un ingigantire􏰁mento con un punto di partenza realisti􏰁co e un approdo simbolico. Tanto sotti􏰃le da essere quasi monodimensionale, il filo da cucito diventa, in questo caso, una scultura capace di invadere lo spazio come se fosse un’installazione. Proprio questa sproporzione rispe􏰀tto alla misura umana connetto􏰀e Filo rosso ad altre opere dell’arti􏰁sta, che pure al primo sguardo appaiono molto diverse…” CommentavaMaria Vi􏰀ttoria Marini Clarelli.

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La scultura alla GNAM (anche in foto homepage) realizzata su ideazione e progettazione di Paola Grossi Gondi, con il contributo dell’ingegnere Matteo Ranghetti per lo sviluppo esecutivo e la modellazione geometrica e dell’ingegnere Francesco Iorio per le verifiche statiche.

 

Così aveva commentato anche Roberto Capucci “Appena entrato nella Galleria Nazionale d’Arte Moderna ho avuto uno straordinario impatt􏰀o con questo eccezionale elemento rosso che dall’ingresso circolava nelle altre stanze in volute barocche e archi. Mi ha dato immediatamente un’impressione di novità, aerea e geniale”.

Paola Grossi Gondi
L’artista Paola Grossi Gondi al lavoro

Finita qui? Macché, il filo rosso è anche un concetto brillantemente esposto da Sigmund Freud per spiegare quell’elemento preciso dell’inconscio che definisce l’intero percorso psicologico di un individuo.

IL FILO ROSSO IN ITALIA: TV E LETTERATURA

I libri sul Filo Rosso

Quando si parla di Filo Rosso non c’entrano i massimi sistemi. Questa espressione ispira anche l’omonima trasmissione di successo condotta da Paola Perego – in onda tutti i giorni il sabato dalle 14 alle 15:30. Si tratta di un contenitore di infotainment basato sul racconto filo rosso che lega nonni e nipoti. Attraverso le loro storie vengono affrontati argomenti e temi sociali, alternando momenti di riflessione con le voci della gente comune e dei personaggi del mondo dello spettacolo raccontate sia in studio che attraverso servizi.

Dalla psicologia alla tv, per arrivare ai libri. Ve ne vengono in mente qualcuno? A me 3. Penso ad esempio a Il Filo Rosso di Paola Barbato, un thriller che non mi ha dato tregua, in cui l’autrice costruisce un’implacabile macchina narrativa alimentata dalla cronaca nera di questi anni e mette a nudo sentimenti e ossessioni che non vorremmo mai confessare.

Dalla Barbato passo ad un’altra scrittrice, vale a dire Anna Zennaro, che con il suo Il filo rosso del destino omaggia in modo potente  e piacevole lo Sho-do e le arti grafiche giapponesi.

Infine Il Filo Rosso di Vincenzo Cozzolino che ci ricorda che al destino non si comanda.

D’accordo, ma cos’è il fil rouge? La risposta è apparentemente semplice, filo conduttore. Quello che posso dire con certezza è che utilizziamo questo termine a due parole quando vogliamo indicare un percorso umano che stiamo seguendo, un denominatore comune che caratterizza un susseguirsi di eventi.

Vi convince? A me solo in parte. Perché il termine fil rouge ha in realtà un’origine misteriosa e antichissima e ancora oggi non esiste punto di incontro tra un sostenitore di una tesi e un altro. Provo però a fare un po’ di chiarezza.

CHE COS’E’ IL FIL ROUGE? FORSE, A DIRCELO POTREBBE ESSERE GOETHE

Che cos'è il fil rouge

Uno dei romanzi più belli di Goethe Le Affinità Elettive – potrebbe essere la causa della diffusione di questa espressione. Lo scrittore tradusse in letteratura il concetto che Freud utilizzò per definire l’inconscio.

Come viene spiegato nel libro di Goethe, il filo rosso veniva utilizzato per districare le gomene da una nave. Il filo rendeva infatti possibile separare l’una dall’altra le corde aggrovigliate.

Vi riporto un estratto del romanzo:

“Abbiamo notizia di un ordinamento particolare della marina inglese, per cui tutto quanto il sartiame della flotta regia, dalla fune più robusta alla più tenue, è ordito in modo che vi passi a traverso un filo rosso; questo non può essere tolto senza che tutto si sfaccia, e permette così di riconoscere anche i pezzi minimi come appartenenti alla corona”.

QUAL E’ IL SIGNIFICATO DI FIL ROUGE? ECCO L’IPOTESI PIU’ “ROMANTICA”

Che cos'è il fil rouge

 

L’ipotesi marinaresca ha il suo fascino ma io scelgo quella del cuore. Secondo una leggenda cinese molto famosa in tutto l’Oriente, tutti i neonati quando vengono al mondo presentano un filo rosso annodato al mignolo della mano sinistra. Questo filo, lungo e invisibile, ci lega inesorabilmente alla nostra anima gemella, con cui un giorno. siamo destinati ad unirci.

C’è ovviamente una storia attorno a questo mito e ha come protagonista Wei, un uomo rimasto orfano di entrambi i genitori in tenera età, che desiderava sposarsi ed avere una grande famiglia.

I suoi sforzi però per molto tempo furono vani. Nonostante avesse raggiunto l’età adulta, Wei non era ancora riuscito a trovare una sposa. Tutto cambia durante un viaggio, quando Wei incontra sui gradini di un tempio un anziano dedito alla lettura appoggiato con la testa su un sacco.

Wei chiede all’uomo cosa legge e l’anziano a quel punto si presenta: è il Dio dei Matrimoni e, dopo aver consultato il suo libro, rivela a Wei che sua moglie ora è una bimba di 3 anni e per sposarla dovrà attendere 14 anni prima di conoscerla.

Wei è deluso dalla risposta e chiede all’anziano cosa contiene il sacco. La risposta non si fa attendere. Dentro c’è il filo rosso, invisibile, impossibile da tagliare. A cosa serve? A legare i piedi delle anime gemelle. Una volta che le persone sono legate tra loro, saranno destinate a sposarsi indipendentemente dai loro comportamenti o dagli eventi che vivranno.

La spiegazione dell’anziano non convince Wei che, per per sentirsi libero di scegliere da solo la donna da sposare, ordina al suo servo di uccidere la bambina destinata a diventare sua moglie. Il servo pugnala la bambina ma non la uccide: riesce soltanto a ferirla alla testa e Wei, dopo quegli eventi, continua la sua solita vita alla ricerca della moglie.

LA LEGGENDA DEL FILO ROSSO: IL FINALE

Che cos'è il fil rouge
Che cos’è il fil rouge: la leggenda del filo rosso del destino

14 anni dopo Wei, ancora celibe, conosce una bellissima ragazza diciassettenne proveniente da una famiglia agiata e la sposa. La ragazza portava sempre una pezzuola sulla fronte e Wei, dopo molti anni, le chiese per quale motivo non se la togliesse nemmeno per lavarsi. La donna, in lacrime, racconta che quando aveva tre anni fu accoltellata da un uomo e che le rimase una cicatrice sulla fronte; per vergogna la nascondeva con la pezzuola. A quelle parole Wei, ricordandosi dell’incontro con il Dio dei matrimoni e dell’ordine che dette al suo servo, confida alla donna di essere stato lui a tentare di ucciderla. Una volta che Wei e la moglie furono a conoscenza della storia si amarono più di prima e vissero sereni e felici.

Ora, non so se questa storia sia davvero romantica e forse uno come Wei è meglio perderlo che trovarlo, ma almeno abbiamo scoperto le più antiche e probabili origini dell’espressione fil rouge. E voi a quale credete?

Fabiola Cinque

One Response to "Che cos’è il Fil Rouge? Dal mito cinese a Goethe: perché si dice così e qual è il suo significato"

  1. Jan   12 Aprile 2023 at 23:59

    Il passaggio da “Le affinità elettive” che citi non dice questo ma secondo quanto riporta Goethe, il filo rosso intrecciato indissolubilmente in ogni fune della Marina britannica serviva ad identificarla come appartenente alla Corona inglese, svolgeva cioè funzione simile a quella di un sigillo o di un monogramma; non serviva a “districare le gomene”.

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