Alta Roma: Antiche forme e nuove creatività

Alta Roma: Antiche forme e nuove creatività

Dal 25 al 27 gennaio il quartiere generale dell’alta moda internazionale è stato ancora una volta il complesso monumentale del Santo Spirito in Sassia. Per chi non è di Roma spiego che il  Santo Spirito è la parallela di Via della Conciliazione, cioè si trova di fronte a San Pietro. Potete immaginare, già nella caotica e trafficata capitale, San Pietro nel weekend? E la domenica con la messa del Papa? Senza pensare durante le varie udienze…! Il giorno che si è inaugurata la Manifestazione (24 gennaio) Hollande era dal Papa! Lascio intuire la situazione parcheggio. Bei tempi quando Alta Roma era al Parco della Musica dove non a caso si svolgono manifestazioni internazionali come il festival del cinema…

Comunque per questa edizione, ridotta in solo tre giorni di sfilate, (la fashion week è diventata fashion weekend) abbiamo assistito come di consueto, nella giornata d’apertura, alla sfilata della Maison Sarli. La sorpresa è stato nell’annuncio all’ANSA delle dimissioni del direttore creativo Carlo Alberto Terranova a 24 ore dalla passerella!

Massimo Anselmi, nuovo AD Sarli
Alta Roma: Massimo Anselmi, nuovo AD Sarli

Il nuovo Amministratore Delegato Massimo Anselmi, imprenditore di Arezzo, che con la sua azienda Chimera Gold ha rilevato il 47% delle azioni della Maison non è sembrato per niente a disagio dell’assenza dell’ex direttore creativo facendo calpestare la passerella, per la chiusura di sfilata, lo staff di tutta la Maison (compresi tutte le sarte e lavoranti). E’ stata una collezione discontinua, dove si alternavano gli inconfondibili pezzi storici dal taglio identificabile con la griffe con altri rivoluzionari che evocavano una grande innovazione nel taglio e nel tessuto. Poi di nuovo, dopo le geometrie che abbiamo imparato a conoscere ed amare in questi ultimi decenni, (presenti solo in un paio di abiti) con alcuni che si distinguevano per le nuance di colore che non appartenevano alla storia creativa del Maestro. Poi alcuni che, per quanto belli e romantici, con ramage floreali, intarsi e velature, sembravano usciti da altre collezioni di stilisti confondendoci ulteriorente. Però grande merito agli accessori, dalle scarpe alle borse, in rigide linee, dl prisma al tacco a parallelepipedo in metallo specchiato nelle tonalità dall’argento all’oro brillante. Anche i gioielli esaltavano i colori e le linee ma, ora lo sappiamo, tutti gli accessori per Sarli erano made Gold.

Sarli
Alta Roma: Sarli

Nella serata dello stesso giorno Raffaella Curiel ha fatto sfilare una collezione, come sempre ricchissima di tailleur per il giorno e per la sera (i tipici curiellini) con chiffon e volute sbieche, nervature, volant e ricami di fiori su prati dal fondo bianco, nero, blu, turchese o rosso.

Raffaella Curiel
La sfilata di Raffaella Curiel

Non sono state disattese le aspettative per l’evento di Gattinoni che ha presentato la collezione Primavera Estate 2014 eccezionalmente nel Cantiere del Nuovo Centro Congressi EUR S.p.A., detto la Nuvola di Fuksas. Poter percorrere il tragitto che collega le varie sale aeree ed attraversare quella che sarà la sala Congressi dell’edificio più all’avanguardia che avrà la capitale, come sarà appunto la Nuvola progettato da Massimiliano e Doriana Fuksas, è stata un’occasione ed un’emozione irripetibile. Inoltre la sfilata, meravigliosa nelle nuance di colori vividi e nei tagli spaziali ed all’avanguardia (proprio come l’architettura che ci avvolgeva), ha reso ancor più magica l’atmosfera.

Gattinoni
Uno scatto della sfilata di Gattinoni alla Nuvola di Fuksas

In realtà la sfilata della collezione creata da Guillermo Mariotto, sembrava un evento parigino della fashion week internazionale più glamour.

Gattinoni alta roma

Comunque in questi tre giorni di sfilate non ci sono stati i soliti libanesi Tony Ward e Abed Mahfouz, ma, l’unica maison straniera presente, (ad esclusione di Jamal Taslac che lo consideriamo di adozione romana dopo l’apertura della boutique di via Ludovisi), era la stilista libanese Mireille Dagher. Taslac purtroppo presenta sempre delle collezioni monotone dove l’eco ad antiche collezioni riporta solo un sapore amaro di difficoltà creativa.

La manifestazione dell’haute couture capitolina è stata ancora capitanata dalla presidente Silvia Venturini Fendi, nonostante il cda sia scaduto lo scorso luglio, in quanto nomina legata alle vicende della presidenza della Camera di Commercio, che gestisce al 50% con Regione, Comune ed ex Provincia.

Non abbiamo poi visto cose nuove nelle proposte collaterali e nelle varie sfilate che si sono succedute, fino all’entrata in scena delle creazioni dello stilista-artista Gianni Molaro dove donne leonine ci avvolgevano di suggestioni africane. Modelle trasformate in maschere cubiste e spiriti leggiadri interpretavano la forza di giacche dalle spalle squadrate, con stole a gabbia di rigide crinoline. Infine bustier che si ergono su gonne a ruota di morbida seta. Come antiche divinità modelle dalle acconciature svettanti in lunghe code imprigionate in decine di cerchi dorati (come i noti bracciali indossati dalle donne africane). Ma l’apice è stato nella conclusione della sfilata con una sposa con lunghissimo strascico di mikado avorio (di oltre tre metri) adornato da perline dorate che riflettevano la luce della giungla incantata.

Molaro alta roma
Molaro

Innovazione nelle forme e nei tagli per la collezione del veterano Renato Balestra che colora la passerella dal verde giada, il mandarino e l’intenso turchese fino alla conclusione con l’istituzionale Blu Balestra. Di tanto in tanto, sorprendentemente, un ventaglio di piume variopinte che esplode nell’abbinamento eclatante del blu con l’arancio.

Renato Balestra alta roma
Renato Balestra

Poi nessuna sorpresa fino alla conclusione di  lunedì con la new entry del calendario Raffaella Frasca (al suo primo anno di vita) dove una donna dark che ripercorre un po’ la Daryl Hannah nella replicante di Blade Runner (di oltre 30 anni fa: era il 1982!) con abiti in pelle decorato al laser nei toni dei grigi cosparsi di pietre argento e pietre e catene metal. E come un elettrochoc un rientro alla banalità nella chiusura con una sposa meringa classico/romantica di tulle, volant e plissé.

Ricordiamo che le presentazioni e sfilate della manifestazione Alta Roma AltaModa, dopo gennaio, le rivedremo a luglio nella venticinquesima edizione che ci auguriamo rinnovata da nuove energie creative, più internazionalità tra gli stilisti ed i partecipanti, un nuovo organo direttivo rafforzato dalle esperienza e dalla fiducia nel futuro, il tutto per ricreare l’evento più glamour della capitale.

Fabiola Cinque

10 Responses to "Alta Roma: Antiche forme e nuove creatività"

  1. Alessia Giardiello   13 Febbraio 2014 at 14:42

    Giorni frenetici quelli della prima edizione 2014 di AltaRoma, contraddistinti da cambi al vertice e una compressione organizzativa di due giorni. Alla giornata di apertura l’attesa per la sfilata della maison Sarli ha lasciato il posto alla sorpresa per le dimissioni del direttore creativo C. Alberto Terranova. In effetti la sfilata mi è sembrata un pò sacrificata, come in secondo piano rispetto al clamore della notizia. In passerella una varietà di stili, di colori e di tessuti che hanno comunicato un senso di discontinuità, di confusione. Gli abiti si tingono delle nuances pastello, in netta cesura con lo stile black&white; poco resta della geometria che ha reso Sarli famoso nel mondo tant’è vero che all’uscita del completo pantalone nero e top bianco con fiore geometrico in vista il pubblico si è lasciato andare ad un applauso spontaneo, come per ricordare che, oltre le chiacchiere, Sarli è in quell’abito o meglio, Sarli E’ quell’abito. Apprezzabile, in ogni caso, lo sforzo dello staff organizzativo di mantenere viva l’attenzione sulla collezione. Di tutti gli eventi in programma quello che ha suscitato maggiore interesse e al quale avrei voluto essere presente è stata la sfilata di Gattinoni al Nuovo Centro congressi EUR. Un connubio, quello tra architettura, moda e tecnologia sempre pieno di fascino, poichè il concetto stesso di location è cambiato e dai salotti parigini a strutture monumentali come la cosiddetta “Nuvola” di strada se n’è fatta parecchia. Le difficoltà, i colpi di scena, le storture organizzative rappresentano tuttavia l’occasione per riflettere e per correggersi, laddove la materia prima su cui e per la quale si lavora, ovvero l’Alta moda, è di elevatissima qualità.

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  2. Maria Vincenza Bono   19 Febbraio 2014 at 17:13

    Improvvisamente ci si ritrova catapultati in un mondo di subculture, dominato dallo street style, dal fascino giovanile tipico della scena artistica londinese, questo è quello che ho provato nel vedere la collezione di Arthur Arbesser durante l‘ultima edizione di AltaRoma AltaModa.
    “Ready to wear” sembra essere la parola d’ordine che trasuda dai capi che si susseguono uno dietro l’altro nel complesso monumentale di Santo Spirito in Sassia.
    Si riesce a captare un tocco di femminilità grazie alle trasparenze nonostante la collezione sia composta da capi completamente dal taglio maschile con una forte attenzione a stampe e superfici materiche.
    La collezione sembra comunicarci una continua ricerca che lo stilista sottolinea con il mix di materiali utilizzati come organze di seta, cavallino e tessuti tecnici come il glittering gold.
    Il sapore che mi ha lasciato questo defilé è quello di un’ incoerenza generale nel contesto della manifestazione capitolina di Haute Couture.

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  3. Elif Dogu   20 Febbraio 2014 at 23:04

    The first edition of Alta Roma 2014 has taken place on the last weekend of january at Santo Spirito in Sassia (Holy Spirit in Saxony), which is a 12th-century titular church in Rome. It has been erected in Borgo Santo Spirito, a street which got its name from the church. it is adorned with numerous paintings, frescoes, and works of eminent artists from many periods.
    Watching a catwalk in such a church like this one was extremely priceless! Exclusively as one from outside of the country like me.
    On the couture runways, glory tends to come from gowns destined for the red carpet, or maybe a royal wedding. If you ask any woman… they all can respond indeed! there are few things more glorious than a great-fitting evening dress.
    The show of Sarli i was referring as a matter of course.
    The first sensations are felt on the runway were beautiful and romantic, with floral patterns, inlays and glazes.
    Except the desire to see “the new” while watching a fashion show, there were certain elements in the crowd that would’ve liked to see more along those lines. Only a couture atelier could pull off a feat like that. It was basically the signal achievement of the collection.

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  4. Giacomo Michieli   25 Febbraio 2014 at 14:27

    Viviamo in tempi veloci, caotici e per certi versi schizofrenici. Un po’ come il traffico capitolino che ti fa diventare matto ma ti sa regalare degli scorci che il mondo ci invidia. AltaRoma Altamoda in questa prima edizione del 2014 è stata metafora perfetta della Città e di questo tempo. Da fashion week a fashion weekend -con tutte le difficoltà del caso- ha saputo regalare comunque le emozioni che solo la couture sa trasmettere. Ma Luciano Ligabue canta:”tutta questa bellezza,senza navigatore” ed è un verso calzante sia per l’Istituzione AltaRoma che si ritrova ancora con il CDA scaduto da luglio (da questo punto di vista abbiamo ancora molto da imparare dai francesi), sia per la sfilata di Sarli. A ventiquattro ore dalla sfilata l’ ANSA batte la notizia dell’abbandono del direttore creativo della storica maison e sulla passerella, troviamo un mix di pezzi geometrici che sono il tratto distintivo della maison ad altri romantici, con intarsi floreali e una palette di colori che non fanno parte dell’heritage Sarli, dando l’idea di una collezione discontinua.
    “Fra un domani che arriva e che sembra in apnea” continua Ligabue e per Gattinoni il futuro è arrivato e respira benissimo. La collezione di Mariotto continua a stupire per l’alta tecnologia che usa per tagliare i suoi abiti e la palette luminosa della collezione. Una sfilata con una couture futuristica nella lavorazione che insieme alla insolita location del cantiere della spettacolare Nuvola di Fuksas non ha nulla da invidiare agli show parigini e riesce a caricare di grande significato il defilè. Perchè alla fine più che macerie, quello che abbiamo intorno è il cantiere di qualcosa di unico, innovativo è bello, la couture ce lo insegna, è dentro di noi in quanto italiani, dobbiamo solo iniziare a costruire.

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  5. Federica Pantano   26 Febbraio 2014 at 11:43

    Manifestazione più breve, collezioni più ‘contenute’ e qualche stilista che ha dato forfait. Questa la sintesi dell’edizione di gennaio di AltaRoma AltaModa ospitata ancora una volta al Complesso Monumentale Santo Spirito in Sassia. Non sono mancati comunque grandi nomi della moda italiana, da Sarli a Gattinoni, da Raffaella Curiel a Renato Balestra i quali hanno dimostrato ancora una volta che, nonostante le critiche, la moda può farci vivere grandi emozioni e portarci per un istante in un mondo lontano e spensierato.
    E proprio in questo mondo mi sono sentita partecipando alla sfilata “Fili di parole, Pagine di abiti” dello stilista marchigiano Vittorio Camaiani che si è svolta nella splendida cornice dell’Hotel Westin Excelsior di Via Veneto come evento collaterale di AltaRoma. Disegni, fogli, libri, poesie hanno dato la parola alle sue idee moda per la primavera-estate 2014. Non a caso infatti l’artista ha affidato agli abiti i versi di due poeti immortali: Leopardi e D’Annunzio. Vittorio Camaiani sceglie l’organza per dar forma allo scultoreo abito ‘libro’ e alle sue pagine, pagine con frasi e parole che, incise al laser su plexiglass trasparenti, ritroviamo anche nei bijoux. A chiudere la collezione cappelli in rafia che si schiudono come pagine di libri al vento. Una collezione che, come era prevedibile, ha richiamato il pubblico delle grandi occasioni il quale, tra lamentele e proteste a causa della sala poco capiente, è rimasto in ogni caso affascinato da questi ‘capolavori’ di stile.

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  6. Maria Chiara Vignola   27 Febbraio 2014 at 09:05

    Anche se la XXIV edizione di AltaRoma AltaModa si è presentata in formula weekend invece che proporsi come settimana della moda, essa ha saputo comunque regalarci forti emozioni e offrirci interessanti creazioni.
    È proprio durante questo importante appuntamento della capitale romana, avvenuto lo scorso gennaio, che si è avuto modo non solo di ammirare i più celebri stilisti italiani, ma anche i nuovi talenti emergenti della Haute Couture.
    Molti, infatti, sono stati gli stilisti di grande tradizione come Sarli, Balestra e Gattinoni che sono stati protagonisti delle passerelle di questa manifestazione con la loro personale visione di quelli che saranno i trend per la prossima stagione. Sarli e Balestra sembrano non voler rinunciare ad una donna estremamente elegante e sofisticata, che vuole trasmettere rigore con le sue linee pulite e un po’ geometriche di Sarli con la sicurezza ed esclusività propria dei tessuti e della palette di colori di Renato Balestra.
    Una menzione a parte, spetta a Gianni Molaro, il quale ha saputo fondere i colori, la fantasia e lo stile delle lontane terre africane con un design di forte impatto, creando qualcosa di assolutamente unico e innovativo.
    Infine, la stilista Giada Curti si è distinta dagli altri stilisti di questa edizione, scegliendo come location la Residenza di Ripetta preferendola alla già conosciuta sede di Santo Spirito in Sassia, conferendo così a tale appuntamento un’immagine più ricercata in grado di dare risalto a una collezione dedicata al mare, al sole e all’aria magica di Portofino.

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  7. Antonia Santagata   27 Febbraio 2014 at 11:23

    Non si osa più…o per lo meno non si percepisce più l’emozione di quell’abito che, con il suo carattere, le sue forme ed il suo estro, sfila da protagonista destando stupore e facendo brillare gli occhi di chi l’osserva.
    Ciò che invece si è evinto, in questa edizione di AltaRoma AltaModa 2014, è stato una sorta di “rimprovero generale”, come quello della maestra all’alunno: “si, è bravo..ma potrebbe fare di più!”. Un paragone forse azzardato, ma che rende perfettamente l’idea: l’Alta moda romana, con il suo bagaglio culturale, con il suo potenziale fatto di maison storiche e giovani talenti, avrebbe potuto dar filo da torcere anche alla “prima della classe”, l’Haute Couture Parigina. Con questo voglio dire che tutte lamentele, tutti i disguidi tecnici, le critiche più feroci che si sono scatenate nei tre giorni dell’alta moda capitolina, avrebbero improvvisamente taciuto se a sfilare fossero state nuove emozioni, come quelle che ha trasmesso la maison Gattinoni attraverso un vero spettacolo innovativo dove tutto, dalla location agli abiti, era in perfetta sintonia, in un mood etereo fatto di sogni. O come è avvenuto per la sfilata di Vittorio Camaiani, all’Hotel Westin Excelsior nella quale, nonostante le piccole dimensione della sala,non si è parlato di altro che della creatività di ogni abito, ingiallito come una pagina di un libro ma al contempo innovativo per le forme.
    E’ L’EMOZIONE CHE CAMBIA L’ASPETTO DELLE COSE CHE OSSERVIAMO, che accompagna i nostri ricordi e che magicamente risveglia anche gli occhi assonnati di un giornalista seduto in prima fila!
    Purtroppo, per alcune sfilate, molti sguardi assenti, anestetizzati ed un retrogusto insipido accompagnavano chi si accingeva ad uscire e rientrare dalla sala Baglivi alla sala Lancisi.

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  8. Angela Federico   27 Febbraio 2014 at 11:37

    Nuovo anno stessi errori… Durante la prima edizione 2014 di AltaRoma AltaModa i problemi e le difficoltà non sono mancate.
    Cominciando dalla location, il complesso di santo spirito in sassia è inadeguato per ospitare eventi del genere data la zona e la difficoltà di parcheggiare le auto, le sale sono troppo strette per ospitare una sfilata di moda, le sedute per gli ospiti sono poche e di utile c’è soltanto la prima fila dove la gente litiga per sedere, le altre due file retrostanti solo totalmente inutili, se vuoi vedere la sfilata, perché con scarsissima visuale come i posti standing dove la gente si ammassa senza alcun risultato.
    Come ogni anno, anche quest’anno comincia AltaRoma con uno degli eventi più attesi: Sarli couture; Ma in questa edizione non abbiamo assistito a abiti geometrici o abiti scultura, ma a privilegiare come unico punto di forza dell’intera collezione é il colore in abiti corti con ricami 3D e abiti di chiffon, tutto estremamente leggero fino a non sembrare neanche una sfilata firmata Sarli, dove se non in pochi abiti vengono annullate le geometrie dando spazio a tessuti leggeri che esaltano le scollature di organza.
    Collezione caotica e discontinua nell’intento di dare novità alla maison che quasi perde la sua identità, non a caso il direttore creativo ha deciso di rendere pubbliche le sue dimissioni la sera prima della sfilata.
    A risollevare le sorti di AltaRoma la maison Gattinoni con le creazioni di Guillermo Mariotto, ma alla fine dell’evento l’annuncio di lasciare le passerelle romane.
    Cosa resterà della fashion week di AltaRoma?
    La settimana della moda capitolina si è ridotta a un misero weekend che crea sconcerto se pensiamo che l’Italia è da sempre punto di riferimento della moda, dello stile e della manifattura.
    Per proseguire la storia abbiamo bisogno di validi successori dei maestri della moda italiana come Gianni Versace e Valentino Garavani e per rendere ciò possibile bisognerebbe puntare sui giovani talenti, anche se questo non è il caso di S.Andres Milano ad AltaRoma dove più che haute couture in passerella ho assistito a un susseguirsi di modelle in pronto moda.
    La moda è arte e per rappresentarla non esiste città migliore di Roma, ma nel modo giusto, creando una settimana della moda dove valga la pena parteciparvi e soprattutto ben strutturata su impronta della fashion week parigina con eventi ben organizzati e con personaggi della moda di rilevanza notevole, ma non basta guardare molto lontano come organizzazione, struttura, eventi e guest se pensiamo alla fashion week milanese, tutto un altro mondo.

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  9. Alessandra Corbo   27 Febbraio 2014 at 11:39

    Cala il sipario sulla XXIV edizione della kermesse capitolina AltaRomAltaModa, dedicata alle collezioni per la primavera-estate 2014. La fashion week diventa un lungo week end, ma con un calendario fitto di sfilate, happening, mostre e presentazione di libri. Letteratura, cinema e fotografia, le forme d’arte utilizzate per raccontare l’elegante mondo della moda.
    Maison storiche e giovani talenti si sono alternati sulle passerelle del complesso monumentale del Santo Spirito in Sassia.
    La donna della maison Curiel incontra lo stile e l’eleganza della femminilità orientale. Per il giorno e per la sera la collezione è ricca di tailleur, i tipici “Curriellini”. Piccoli capolavori di sartoria caratterizzati da plissettature, intarsi di tessuti, ricami di fiori su seta e pizzi.
    Sarli presenta una collezione di transizione ma dai tagli geometrici, che da sempre caratterizzano il suo stile. Linee pulite, asciutte e tessuti leggeri, esaltate dal contrasto dei colori che richiamano i paesaggi naturali di Monet. Ancora il colore è il protagonista della collezione di Renato Balestra. Non manca l’istituzionale Blu accompagnato da una vera esplosione di colori: verde giada, mandarino, turchese, sfumati insieme in lunghi abiti leggeri che scivolano morbidi sul corpo. Nino Lettieri sceglie invece di rendere omaggio alla bellezza italiana e alla sua tradizione sartoriale facendo indossare i suoi abiti, dominati dallo stile bon ton del plissè, alle ragazze di Miss Italia.
    Tutto il resto è creato dai giovani talenti, quelli di Who’s on Next e quelli delle Accademie.
    In calendario sfilano quindi, San Andrès Milano, Arthur Arbesser, Comeforbreakfast, Quattromani, EsmeVie, Greta Boldini e la new entry Raffaella Frasca.
    Tra gli eventi fuori calendario, osteggiata e in forse fino all’ultima ora, la sfilata della maison Gattinoni disegnata da Guillermo Mariotto, che ci ha portato, come in una metafora dell’incertezza esistenziale, nell’ancora incompiuta Nuvola di Fuksas nel quartiere Eur, in bilico tra sogno, realtà e lavori in corso. Pesanti sono le parole del presidente della maison Stefano Dominella al termine del defilè, dettate dall’amarezza per i problemi incontrati nella realizzazione dell’evento. Annuncia l’addio al calendario romano: “Sarà la nostra ultima sfilata a Roma per moltissimi anni. Sfileremo a Firenze, a Torino, in quelle città che vorranno l’istituzione di alta moda, di quest’alta moda che non si sa più bene che cosa sia”, ha dichiarato, aggiungendo: “Andremo in giro e la porteremo da altre parti, perché credo che Roma dovrà stabilizzarsi prima di avere le prove di tanta energia e di tanta fatica e di tanta gente”.
    Si chiude dunque anche questa edizione di AltaRoma, dove le splendide collezioni non sono bastate a spegnere il fuoco delle polemiche.
    Roma eletta prima tra le capitali fashion italiane e sesta nella classica mondiale, ma questa fashion week non si avvicina neanche minimamente alla couture che sfila a Parigi o alla moda consolidata e al ritorno mediatico che va in scena a Milano.
    Perchè non scegliere una location più adatta in termini di spazi? Perche si preferisce affollare le sale con tanti ospiti costretti ad assistere in standing, dove spesso l’unica cosa che si riesce a vedere è il lavoro svolto da hair style e make-up artist? Perché poco interesse da parte dei media tradizionali?
    Perchè non attrae l’attenzione dei più famosi blogger? Perché la mia bacheca di facebook si riempie di post durante le fashion week di Londra, Parigi e Milano e sono invece pochissimi i post dedicati ad AltaRoma? Perché non ci sono fotografi di streetstyle fuori dalle sfilate?
    Ancora tanti i perché che non trovano una risposta in questa manifestazione, che da innamorata follemente di Roma e della moda non mi piace chiamare punti di debolezza ma punti su cui lavorare per un futuro miglioramento.
    Aspettando la prossima edizione…

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  10. Veronica Fatone   5 Marzo 2014 at 16:29

    AltaRomaAltaModa 2014. Stefano Dominella, presidente di Gattinoni annuncia con occhi lucidi: «Questa è la nostra ultima esibizione a Roma. Andremo a Torino, Firenze, non so. Roma dovrà stabilizzarsi per avere certe prove». L’alta moda non abita più qui, sulle sponde del Tevere e bisogna farsene una ragione. E’ Parigi la capitale indiscussa della couture. E’ Milano la capitale della moda italiana. Roma ha perso un’altra occasione. In un clima incerto, da Curiel a Balestra gli stilisti tentano di ridare colore e bellezza alle collezioni. Quella bellezza che va tanto di moda e di cui tanto si parla ma che in realtà è scomparsa, sovrastata dalla rinuncia e dalla delusione di chi per primo dovrebbe credere nella couture capitolina. In questo senso la vincita dell’oscar ‘’La grande bellezza’’ di Paolo Sorrentino, l’antifrasi per eccellenza. Il mio sguardo ha catturato quello di altre persone che si lamentavano per non aver ricevuto un posto a sedere. Ma cosa realmente conta? Osservare le particolarità e la qualità degli abiti che sfilano o catturare con uno scatto il momento da condividere su un social solo per il gusto del poter dire ‘io c’ero’. E io mi sento ancora una bambina, che dal mio angolino dietro tutti osservo meravigliata ogni sfilata, come se fosse la prima. Come se fosse l’ultima. La passione muove. La passione ci rende vivi, mai passivi. Vorrei non guardare con malinconia e rassegnazione questo evento ma continuare a sperare o meglio credere che possa trasformarsi in una vera fashion week mondiale. Diamo valore alle nostre tradizioni. Crediamoci.

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