Anything to say? L’Arte pubblica a servizio del coraggio

Anything to say? L’Arte pubblica a servizio del coraggio

ROMA – L’installazione itinerante Anything to say? A monument to courage, opera dell’artista Davide Dormino sarà inaugurata il 6 dicembre 2016 alle ore 12.30 di fronte all’ingresso dell’università La Sapienza (Piazzale Aldo Moro, 5) e resterà visibile fino al 13 dicembre. Dopo aver toccato le più importanti piazze d’Europa, a cominciare da Berlino il 1 maggio 2015, si è spostata a Dresda, Ginevra, Parigi, Strasburgo, Perugia (in occasione del Festival internazionale del giornalismo), Belgrado ed ora arriverà a Roma, mostrandosi al pubblico in tutta la sua forza all’interno della rassegna “Che ci faccio qui?”, in corso al MLAC – Museo Laboratorio di Arte Contemporanea di Roma, a  cura di Fabrizio Pizzuto.

Tre figure bronzee, in scala reale, sono posizionate in piedi su delle sedie: si tratta di Julian Assange, Chelsea Elizabeth Manning, Edward Snowden, scelti dall’artista come “esempio di rivoluzionari contemporanei”; noti a tutti per le vicende legate a Wikileaks, si tratta di persone che hanno scelto di sfidare il potere, rischiando di perdere quello che di più caro abbiamo: la libertà.

Amati o odiati hanno voluto scardinare le regole di un sistema di controllo che gestisce tutte le nostre vite. “Non voglio vivere in un mondo dove tutto quello che faccio è registrato”, affermava Snowden, intrappolato dal 2013 in Russia; accanto ad Assange che, rinchiuso dal 2010 nell’ambasciata dell’Equador a Londra, sostiene che “Lasciare una persona nell’ignoranza è come metterlo in gabbia”.

In un momento politico e culturale sempre più delicato, di fronte a non rari casi in cui la parola viene repressa, le idee cancellate, sempre più abituati all’omologazione, alla paura di esprimere un parere solo perché discordante da quello comune, l’installazione viaggia ed invade di coraggio le piazze d’Europa.

Traendo forza dalla tradizione che vedeva il bronzo come il materiale per eccellenza del monumento pubblico, l’installazione vuole trasmettere un messaggio molto chiaro; “è un monumento di tutti, comprensibile a tutti”, ha dichiarato l’artista, senza un credo politico o religioso.

Accanto ai tre eroi contemporanei, una quarta sedia vuota è pronta ad accoglierci; che vogliate sedervi accanto a loro perché ne sposate le scelte o semplicemente per ammirazione, posizionarvi in piedi mostrando un cartello, urlando, dicendo qualcosa: potete scegliere di farlo.

La sedia vuota è un invito a porsi delle domande, attira ed incuriosisce le persone che di fronte ad essa si chiedono cosa fare: coinvolte, entrano così a contatto con l’opera, la quale solo in questa interazione trova il vero senso della sua esistenza.

Non solo un monumento a coloro che hanno avuto il coraggio di parlare sacrificando la loro vita, ma anche un tributo al coraggio di voler sapere.
A chi, nel piccolo della quotidianità, non accetta passivamente l’informazione calatagli dall’alto ma si spinge autonomamente alla continua ricerca della verità.

Una spinta verso l’azione: non sediamoci solo sulla nostra comoda sedia, ma alziamoci, guardiamo “oltre”, cambiamo punto di vista, facciamo scelte e mostriamole al mondo.

Uno degli obiettivi di Davide Dormino è quello di cercare di migliorare le sorti di Assange, Manning e Snowden; per quest’opera l’artista ha ricevuto dall’organizzazione francese AntiCor il Prix Èthique 2016.

Anything to say? A monument to courage
Davide Dormino
6-13 dicembre 2016
Piazzale Aldo Moro Ingresso Università

Per maggiori informazioni consultare il sito.

A monument to courage  A monument to courage

Giulia Chellini

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