Arrivederci a presto, Budapest!

Arrivederci a presto, Budapest!

Ero stata solo una volta a Budapest, quando forse avevo quindici anni, ed il ricordo era di una città magica. Avevo il desiderio di ripercorrerla ora in maturità, con tutta la curiosità di visitare una capitale europea un pò fuori dagli itinerari classici. Così ho prenotato in un hotel che, oltre ad essere una garanzia per ospitalità, offre tutte le soluzioni alle esigenze di chi come me vuole fare tutto, cioè conoscere e visitare qualunque luogo storico artistico, godersi la night life, assaporare il buon cibo e vivere il più a fondo possibile la realtà del posto. La mia scelta è quindi chiaramente ricaduta nella mia catena preferita, prenotando al Kempinski Hotel Corvinus Budapest le mie quattro notti di fine estate.

Infatti quest’hotel è situato nella zona pedonale del cuore di Budapest, ed a pochi passi dal lungo fiume che incornicia il Danubio. Si estende con saloni estivi e terrazze sulla via pedonale Fashion Street, dove si può fare colazione anche all’aperto, tra tavoli apparecchiati con dolci di ogni genere, e godere del passeggio della gente locale che va a lavorare o quella che, camminando nella via dello shopping, si gode la vista di lussuose vetrine. La mia stanza affacciava su Erzsébet tér Square ed i suoi giardini, proprio dinanzi all’ingresso del parco, dove tra l’altro si staglia la ruota del parco. La hall ti accoglie in uno spazio moderno e lussuoso, d’altronde dobbiamo ricordare che in Ungheria, questo albergo rimane il primo e unico membro di The Leading Hotels of the World.

L’Hotel Corvinus inoltre, offre l’imbarazzo della scelta per i suoi due ristoranti che, unici nel loro genere, ben si evidenziano dalla concorrenza presente nel limitrofo quartiere gastronomico dove si possono trascorrere serate nella sperimentazione audace che varia dai sapori regionali a quelli internazionali. In ogni caso Budapest è un paradiso culinario, oltre che scenico, che si apre ai cinque sensi attraverso i bellissimi caffè storici fino alle trattorie locali. Quest’ultime dettano legge per gli appassionati di buon cibo e dell’alta cucina internazionale. Ma per godere di una varietà di esperienze culinarie sotto un unico tetto consigliamo di trascorrere una serata al nuovo ÉS Bisztró, a Hungarian-Viennese brasserie, appunto dentro l’hotel, di recente apertura. ÉS Bisztró è una raffinata brasserie minimalista che offre ricche pietanze ungaro-viennesi, preparate con raro gusto, dove l’esclusiva attenzione al servizio rende l’esperienza più piena di emozioni.

Girare per Budapest, tra tram, metro ed autobus è facile. In taxi tutto diventa più complicato perché quasi nessuno parla una lingua straniera come neanche l’inglese. Ad ogni modo proviamo a visitare i palazzi storici della città, per poi proseguire la lunga giornata tentando una visita al museo che aveva la mostra temporanea su Toulouse Lautrec. Regolandoci sugli orari europei, siamo arrivati alle 17.15, ma, nonostante su ogni guida ci sia scritto che il museo chiude alle 18, alle 17 non fanno già più entrare nessuno e la biglietteria è chiusa! Siamo allora ritornati a piedi in hotel (quasi 2 km) percorrendo Andrassy Utca, bellissimo viale alberato, contornato da ville liberty eleganti e, man mano che ci si avvicina ai giardini in Erszebet ter cominciano a comparire negozi alla moda, moderni, sia di firme note a livello internazionale che di stilisti emergenti ungheresi che non abbiamo perso l’occasione di visitare poi.

Quindi un po’ di pigrizia ci coglie e decidiamo di non uscire e sperimentare l’ES Biztrot, uno dei due ristoranti del Kempinsky Hotel.  Qui l’accoglienza è calda, senza eccessi, elegantemente alla mano, sempre il sorriso dominante nelle persone, anche qualche battuta, in inglese, con la cameriera biondissima e due occhi svelti e simpatici, brava a creare quell’atmosfera familiare che ci fa sentire ospiti graditi e coccolati senza dimostrazioni eccessivamente affettate che suonerebbero false. L’esperienza della serata è magica, e la troverete descritta nel dettaglio nell’articolo dedicato in MyCooking.

Dopo cena optiamo per una bella passeggiata nel ghetto ebreo. Qui l’emozione di una città notturna così vivace ci sorprende. Questo è un quartiere che ripercorre architettonicamente un po’ i suggerimenti dei rifacimenti della Berlino dell’est, magistralmente recuperata e convertita in strutture di design all’avanguardia.  Una serie di vicoli bui, illuminati solo dalle insegne dei vari locali, bar, ristoranti, enoteche e discoteche che si dischiudono uno dentro l’altro. La musica ed il fluire di così tanti ragazzi ci immerge in un’esperienza unica che consacra il suo battesimo in bicchieri di vino rosso dalle chiare origini magere. La serata è tiepida e questa città ci appare sempre più magica.

La mattina dopo ci facciamo coccolare ancora nel bistro dell’hotel consumando una ricca colazione nei tavolini della veranda che affaccia sull’elegante via dello shopping. In mattinata è prevista la visita al Parlamento di Budapest, simbolo della città ed una delle mete turistiche più famose del paese. Andiamo a piedi sulla sponda del Danubio dalla parte di Pest, dieci minuti dall’hotel, e subito veniamo colpiti dall’imponente visione di questo classico esempio di architettura neogotica, immenso nel suo sviluppo orizzontale, che fonde ed integra elementi architettonici di diversi stili originari dalla cultura europea. Infatti quest’imponente struttura celebra l’incontro tra il gotico mitteleuropeo e modelli italiani come ad esempio la mastodontica cupola centrale, che grazie all’utilizzo del ferro è una delle più grandi nel suo genere, e nella struttura ricorda essenzialmente la cupola di Santa Maria del Fiore, raddoppiandone il numero di lati. Ci ricordano che durante il periodo del comunismo, fino al 1990, la guglia più alta era sormontata da una stella rossa. Abbiamo visitato il palazzo con una guida che ci ha illustrato, oltre le particolarità architettoniche, le dinamiche politiche e celebrative, anche con i vari cerimoniali che vedono il cambio della guardia proprio come avviene in altri paesi. Inoltre l’edificio ospitava le Camere in cui si sarebbero riuniti i due rami del Parlamento fino al 1944. In seguito l’Ungheria abbandonò il sistema del bicameralismo: quindi, attualmente si riunisce in questo palazzo una sola camera: l’Assemblea Nazionale di Ungheria. L’edificio è anche sede di un’importante biblioteca, del capo del Governo e del Presidente della Repubblica.

Proseguiamo la nostra giornata da turisti con un giretto in tram, sbagliando direzione ed uscendo dalla città, ma cogliendo l’occasione per vedere anche un po’ di Pest fuori dagli itinerari prettamente turistici, con i palazzi pieni di uffici, con la gente vera, studenti, donne con le borse della spesa, bambini tenuti per mano dalle loro mamme alle fermate del tram, sereni e solari nei loro sorrisi. Da qui siamo tornati al ponte delle catene, sul Danubio, al di là del quale si alza la collina su cui si trova la parte storica di Buda, con il Palazzo Reale e le vie medievali della città, piuttosto elegante, anche se ricostruita in buona parte dopo la seconda guerra mondiale. Presa la funicolare per salire in pochi istanti, si raggiungono i bastioni del palazzo da cui si gode una vista meravigliosa a 360°. Camminiamo in strade ciottolate, appena restaurate, così come molte delle case che ci danno un impressione di ordine, di pulizia, e di paese che funziona.

Le due parti della città sono entrambe magiche, e forse grazie anche al clima mite ed alla generosa accoglienza, vaghiamo in percorsi alternativi con qualche breve sosta in chalet dove consumare una birra bella fresca e dissetante. Vogliamo chiudere la giornata turistica facendo onore alla tradizione musicale di questa città, così decidiamo di andare a vedere l’Opera, la Carmen, all’isola di Margaret. La location del teatro immerso nel bosco della piccola isola privata è suggestiva, e l’acustica perfetta ci fa apprezzare la messinscena teatrale in una dimensione fantastica.

Questi tre giorni di visita hanno arricchito il mio bagaglio culturale ma soprattutto mi hanno fornito una nuova spinta, animata da curiosità ed attrazione, per questa cultura mitteleuropea dove vale ancora la moneta locale e non regna l’euro; e dove l’antico si fonde con l’energia della giovani generazioni che si affacciano alle avanguardie culturali della nuova Europa.

Hamarosan találkozunk, budapest (arrivederci a presto, Budapest).

Budapest reportage ITA

Fabiola Cinque

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