Beyond Beauty

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Le immagini in mostra a Roma alla Gagosian Gallery dal 27 febbraio all’11 aprile sottolineano la forza della rappresentazione creativa, e a volte scioccante, che Avedon faceva delle donne. Ritratti intimi e fotografie di moda celebri, realizzate per Harper’s Bazaar, Vogue, The New Yorker, raccontano la carriera di uno dei più influenti artisti del Novecento, insieme alle foto dell’Early Paris Fashion Portfolio, undici immagini scattate dal celebre artista tra il 1947 e il 1957 “en plein air” per le strade di Parigi. C’è Marlene Dietrich al Ritz che si accende fascinosamente una sigaretta indossando un turbante di Dior, Dorian Leigh che si specchia nel camerino di Helena Rubenstein, una donna che salta su un ciottolato tenendo un ombrello e resta a mezz’aria.
La carriera di Avedon iniziò come giovane assistente fotografo della Marina Mercantile Americana durante la Seconda Guerra Mondiale; aveva il compito di scattare foto identificative. In seguito, la padronanza acquisita sia nella composizione che nell’ambientazione nonché il rifiuto di distinguere la foto artistica da quella commerciale hanno dato vita a una produzione di grande effetto che va dai ritratti di personaggi famosi agli scatti pubblicitari. Nell’arco della sua carriera ha ritratto con umorismo e originalità sia donne famose che sconosciute, celebrità e modelle, parenti e amici, cercando di evocarne la personalità e raccontandone la vita attraverso pose, atteggiamenti, capi di abbigliamento e accessori, considerati questi ultimi elementi fondamentali e rivelatori dell’immagine.
La sintonia tra Avedon e i suoi soggetti è decisamente più evidente negli scatti realizzati in studio: da Gloria Vanderbilt in posa come un cigno (1953) a Cheryl Crane (1963), passando per Tina Turner (1971), Veruschka (1967), Jean Shrimpton (1970) per arrivare a Malgosia Bela e Gisele Bündchen ritratte insieme strette in un abbraccio (2000). Parte della mostra anche le 24 immagini a colori pubblicate dal New Yorker e intitolate In Memory of the late Mr. And Mrs. Comfort del 1995, dove bellezza perversa e lusso eccentrico si scontrano con l’idea della morte.
Ogni volta che mi concentro sulla bellezza di un viso, sulla perfezione di ogni singolo dettaglio, mi sembra come se non potessi cogliere cosa ho di fronte, sedotto dallo standard di bellezza dell’altro o dalla sua opinione su quali siano le sue migliori qualità. E di solito questo non è mai auspicabile. Così ogni sessione diventa una sfida.” – Richard Avedon.

Avedon

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Cinzia Leggieri
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