Due parole al volo con Daniele Cipriani

Due parole al volo con Daniele Cipriani

Un aspetto di questo gala e che lo rende – per me – così interessante, è avere una precisa narrazione coreutica pur nella sua frammentazione. Inoltre, l’aspetto curioso è che il mondo del cinema si è spesso ispirato alla danza, come nel caso di “Scarpette Rosse”, “Etoile”, “Murder rock”, “Billy Elliot” e tantissimi altri. Il film il “Cigno Nero”/”The Black swan” parla di danza ma in modo negativo, la schizofrenia della ballerina di danza – nel film – se ne vede davvero poca. Il “Gala” in questione invece pizzica dal film. Come mai questa scelta di pescare nel mare torbido del film?

Sicuramente tutto ciò che può dare attenzione alla danza, attraverso anche il film, un tramite che ha fatto avvicinare al mondo della danza, persone che magari non avevano mai visto un balletto. Il titolo “Il Lago dei Cigni” è un titolo famosissimo se si può pescare anche recuperando un titolo come “Il Cigno Nero” che ha usato un regista e però l’ha reso così celebre, e ha attirato tante persone al cinema e indirettamente alla danza, o anche a teatro, dopo sta a noi, fare capire quello che è la danza di qualità e di alto livello. Quindi il film è stato solamente un tramite, perché non sfruttarlo? Ci hanno sfruttato a noi per fare un film! Questo è stato un discorso commerciale tra virgolette e puramente organizzativo perché ormai con questo gala siamo in giro da 4 anni: l’anno scorso abbiamo fatto Roma, a Milano, a Firenze e abbiamo riscosso un gran successo.
In questo sono affiancate a grandi stelle ma non è il solito gala di stelle che uno mette insieme, però gli abbiamo voluto dare un fil rouge continuativo. Non è il gala dove si vedono: Don Quixote, Il Corsaro; quindi ci sono parti solistiche, ci sono giovani ballerini – come sono i ragazzi dell’Opera di Roma – affiancati da stelle come Alessio Carbone, Giuseppe Picone, e Maria Yakovleva. La mia scommessa in questo gala, è stata di affiancare i giovani con i già affermati etoile. Perché Alessio Carbone ha accettato il mio invito di danzare i 3 preludi con Flavia Stocchi , quattro anni fa quando lei veramente era uscita dalla scuola del Teatro dell’Opera da poco, quindi ho chiamato Alessio e l’ho fatto venire a Roma, ho chiamato Elisabetta Terabust , le ho chiesto di venire in sala prove e di insegnarle questo passo a due che era stato scritto per Elisabetta  (“I tre Preludi” su coreografia di Ben Stevenson); da lì si è pensato di affiancare a giovani ballerini, grandi stelle e dare comunque a loro quella sicurezza. Poi Flavia ha fatto comunque il suo percorso. Abbiamo fatto “Carmen” al Teatro Massimo di Palermo, su coreografia di Amodio, nel primo cast c’era Eleonora Abbagnato ma nel secondo, Flavia Stocchi. Lo stesso con Marianna Suriano l’anno scorso, lei non aveva mai danzato il “Cigno Bianco” e ho chiesto a Giuseppe Picone di essere il suo principe nel passo a due del Cigno Bianco .

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Daniela Ferro

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