Stregato dal Teatro. Il regista Federico Grazzini si racconta

Stregato dal Teatro. Il regista Federico Grazzini si racconta

BOLOGNA – Il regista ha messo in scena al Teatro Comunale Il Barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini riscuotendo un buon successo di critica e di pubblico. Nella nostra intervista con lui, ripercorriamo le tappe fondamentali della sua carriera e molto altro.

Tutta colpa di Strehler che lo ingaggia quando aveva solo 10 anni nel 1992 per Le baruffe chiozzotte: Federico Grazzini decide allora che anche lui, da grande, avrebbe fatto “il mago”, colui al cui cenno tutto prende vita sulla scena.

Stregato dal teatro frequenta a Milano la Scuola “Paolo Grassi” al Piccolo Teatro, il corso per attori, quello di regia e di cinema, e poi a seguire la scuola di light design del Maggio Musicale Fiorentino. “La luce e la musica sono fondamenti del lavoro sulla scena”. Conosce i vari mestieri del teatro e li pratica tutti, dalla scenografia alla recitazione, dai costumi alle luci. “Potrei fare tutto da solo, ma non lo voglio perché io faccio teatro per stare con gli altri. Vivo la creazione teatrale come un lavoro di squadra, di un gruppo fatto da artisti che stimo e che mi piacciono”.

E nel meraviglioso scrigno dell’Opera Lirica Federico ritrova tutto, scene, costumi, regia, musica, danza, luci. “Sono arrivato a lavorare per l’opera senza fare l’assistente a nessuno. Per primol’As.Li.Co. Operadomani al Teatro Sociale di Como mi commissionò dei progetti per avvicinare l’opera ad un pubblico giovane.”

Visto dall’esterno il mestiere di regista d’opera sembra simile a quello di un domatore di leoni.

“Ci troviamo a lavorare con tante persone tutte con le proprie specificità professionali che sempre comportano problemi particolari. I tempi di realizzazione poi, secondo piani di produzione assurdi tutti italiani, sono sempre compressi e non fanno che esasperare la tensione. Per me essere regista vuol dire realizzare un processo di idee che è artistico, che vuole comunicare idee, che non è assolutamente fine a se stesso, ma ambisce ad essere un collegamento culturale verso il pubblico. Io cerco di raccontare la storia drammatica, fatta di musica e di teatro, utilizzando linguaggi fluidi, che diano vita al palcoscenico, perché le azioni fatte sulla scena e con l’aiuto fondamentale della musica emozionino la platea. Rossini buffo che non mi fa ridere è un fallimento. Rigoletto che non mi fa piangere non funziona.”

federico grazzini

Anche a me non piacciono gli spettacoli freddi e solo intellettuali. E’ da un bel po’ che vedo farsi sempre più netta la divisione tra regie conservative, tradizionali e regie innovative, contemporanee.

“Gli ingredienti di un’opera di repertorio sono sempre quelli, ma li si possono elaborare in tanti modi diversi. Si può fare opera in modo non “museale”, rinnovando il linguaggio senza snaturare. Ovvio, dipende dal titolo. Ci sono alcune opere dalle complesse drammaturgie assolutamente da rispettare. Certi tentativi registici danno un risultato infelice quando sono davvero eccessivi, ma io credo che rispettando la partitura musicale e le esigenze drammaturgiche del racconto teatrale si può creare un dialogo nuovo e sorprendente, sempre ben riconoscibile ma con una nuova vitalità. E poi ci sono le diverse sensibilità da pubblico e pubblico.In Germania, ad esempio, vengono organizzati incontri con gli spettatori prima della produzione per approfondire i temi dell’opera. Io ho lavorato un intero anno con l’ufficio drammaturgia di Erfurt su Romeo e Giulietta di Gounod prima di trovare un’idea per la regia!”

Se dico Rossini tu cosa rispondi?

“Rossini buffo è la leggerezza del gioco, la fantasia del bambino, l’abbandono al divertimento puro, la follia organizzata. Già nella musica sta la comicità. Nel Barbiere di Siviglia ho inventato dei giochi che sono in relazione strettissima con la musica, cercando di evitare i cliché tradizionali. Nel Finale Primo sono stato molto cauto perché la costruzione musicale è eccezionale e zeppa di virtuosismi. Il delicato equilibrio va cercato assieme al direttore d’orchestra. Sono convinto dell’azione terapeutica dell’opera: dopo un Barbiere non si può che essere migliori e cresciuti nell’anima.”

Se dico Verdi?

“Verdi è il Teatro, come lo è Shakespeare(non a caso Verdi lo amava moltissimo). Scopo del Teatro è sviscerare l’animo umano. Gli spettatori, secondo l’antichissima regola, rivivono sulla scena passioni, affetti, emozioni, conflitti che raggiungono il cuore e la mente di tutti. Affrontando Verdi io non dò per scontato nulla, lavoro battuta per battuta con precisione, so che c’è sempre qualcosa di nuovo anche in quello che conosco bene e che ho fatto tante volte.”

INFO FEDERICO GRAZZINI

federico grazzini

Federico Grazzini ha messo in scena al Teatro Comunale di Bologna Il Barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini riscuotendo un buon successo di critica e di pubblico. Questa produzione andrà in tournée in Giappone il prossimo mese.

Dal 21 luglio al 9 agosto prossimo allo Sferisterio di Macerata Federico Grazzini sarà il regista di una nuova produzione di Rigoletto di Giuseppe Verdi.

Teatro Comunale di Bologna

Il Barbiere di Siviglia

Silvia Camerini Maj
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