Ad Aosta sulle tracce di Rocco Schiavone

Ad Aosta sulle tracce di Rocco Schiavone

AOSTA – Siamo stati alla Fiera di Sant’Orso, la festa più antica di Aosta che ogni anno anima la città e il suo centro storico. L’evento è riuscito a valorizzare, semmai ce ne fosse stato il bisogno, un territorio riportato alla notorietà dai romanzi e dalla serie tv dedicate al mitico e burbero vice-questore Rocco Schiavone. Se sentite la mancanza del burbero poliziotto più amato del momento, vi consigliamo un bel weekend lungo ad Aosta, alla ricerca delle location nelle quali si muovono Schiavone e i suoi colleghi.

Ad Aosta sulle tracce di Rocco Schiavone. Non è il titolo del nuovo libro di Antonio Manzini, ma un potenziale itinerario futuro da prendere in considerazione. Qualche giorno fa siamo stati alla Fiera di Sant’Orso, nota come “La Millenaria”. In poche parole, è la festa più antica di Aosta, con origini risalenti addirittura al Medioevo.

Aosta è tornata alla luce dei riflettori negli ultimi anni per essere la location della serie Rocco Schiavone. Se sentite la mancanza del poliziotto più burbero e affascinante d’Italia, avete 2 possibilità: la prima è rileggervi qualche romanzo di Manzini, creatore della saga e sceneggiatore della versione televisiva, l’altra è organizzarvi un bel weekend lungo nel capoluogo valdostano alla ricerca delle location nelle quali si muovono Schiavone e i suoi colleghi. Cosa scoprirete di Aosta? Che è un luogo meraviglioso, ricco di storia, dall’atmosfera molto meno cupa rispetto allo sceneggiato rai, una città vivace e piena di iniziative culturali interessanti.

AD AOSTA SULLE TRACCE DI ROCCO SCHIAVONE: LA FIERA DI SANT’ORSO

Nel tempo la Fiera di Sant’Orso si è trasformata in una manifestazione di grande rilievo che celebra la storia e le tradizioni valdostane grazie alla presenza di artigiani e aziende locali che espongono prodotti principalmente in legno, ma anche pietra, tessuto, cuoio, ferro e rame finemente lavorati e trasformati in arredi, sculture, souvenir e capi d’abbigliamento unici, frutto della maestria e del sapere degli artigiani della Valle d’Aosta.

La Fiera si svolge all’aperto lungo le vie del centro storico di Aosta: una vetrina per oltre mille artigiani che scendono dalle vallate quando è ancora buio per preparare i loro banchetti. A questi si aggiungono due spazi dedicati alle imprese artigiane e alle aziende dell’agroalimentare valdostano che restano aperte anche oltre i giorni di Fiera: l’Atelier des Métiers in piazza Chanoux e il Padiglione enogastronomico in piazza Plouves.

L’Atelier ospita 81 professionisti dell’artigianato che espongono le loro creazioni; qui è possibile trovare oggetti di ogni sorta, a partire da oggetti ornamentali e torniti fino ad arrivare a complementi d’arredo per intere stanze e abitazioni. Negli stand delle 71 aziende agricole, presenti nel Padiglione, è possibile gustare i sapori e i piatti caratteristici della regione, dai formaggi ai salumi, dai prodotti dolciari agli immancabili vini e liquori locali.

Fiera di Sant'Orso

COSA VEDERE AD AOSTA? CE LO RACCONTA ROCCO SCHIAVONE

ad aosta sulle tracce di rocco schiavone

E ora chi glielo dice a Rocco Schiavone che Aosta, dove il vicequestore è approdato per punizione, si trova sul gradino più alto della qualità della vita secondo un’indagine del Sole 24Ore? Probabilmente, se gli venisse fatto questo appunto, Schiavone risponderebbe ostinandosi a pestare ancora una volta neve e pozzanghere con le sue immancabili Clarks oppure rimarcando la sua nostalgia di Roma…

D’accordo Rocco, Roma è Roma, ma lo sai che Aosta è uno dei poli più Romani d’Italia? Non è un caso infatti che in passato, Aosta venisse soprannominata dai viaggiatori “la piccola Roma delle Alpi”. Il perché è presto detto. Qui ad Aosta potete trovare una quantità innumerevole di testimonianze dell’architettura romana. Qualche esempio? Si può iniziare dal Ponte Romano, situato sul lato est della città e in perfette condizioni, oppure dall’Arco di Augusto, edificato nel 25 a.C in occasione della vittoria dei Romani sui Salassi.

Dal Romano poi, si passa al Romanico. Durante il Medioevo qui ad Aosta, precisamente in via Sant’Anselmo, sorse uno dei quartieri più suggestivi, caratterizzati profondamente da questo stile architettonico. Stesso discorso si può fare per la cripta, il campanile e il bellissimo Chiostro, esempi perfetti di arte romanica lombardo-catalana-provenzale.

Uno dei meriti della serie tv Rocco Schiavone è il riuscire a mostrare le meraviglie di Aosta, ma soprattutto di utilizzare le atmosfere e l’identità del capoluogo valdostano come strumenti di racconto. Dallo sceneggiato di Manzini, ne esce un’Aosta ricca di storia e di paesaggio. Le atmosfere, le luci, le lunghe ombre dei monumenti, la neve, la pioggia “sono uno degli aspetti pregnanti del mio libro” – dichiara l’autore.

A Rocco però la dichiarazione del suo creatore non sembra bastare per cambiare giudizio su Aosta. Non la cambia neppure quando sale sul Monte Rosa, con visioni del calibro del Castore e del Polluce, balconi panoramici unici, gemelli alti più di 4000 m incastonati in un’atmosfera di ghiaccio e di sole.

Forse perché Schiavone è più un tipo da centro città. Anzi è un tipo da bar, la location perfetta per farsi gettare un po’ di vino in faccia dalla donna offesa o tradita di turno. In centro, basta farsi 2 passi per incappare nel Caffè Nazionale (inserito tra i locali storici d’Italia) dove il mitico Rocco Schiavone ama bere il caffè e incontrare le sue nuove e travagliate fiamme. Il Caffè Nazionale, si trova in Piazza Chanoux, la principale della città dove tra l’altro, è situato il bellissimo Municipio neoclassico.

In conclusione del nostro mini tour sulle tracce di Rocco Schiavone ad Aosta, non si può non passare un po’ di tempo tra i boschi. Quali sono le location utilizzate durante la serie? Facile, l’antico ponte sulla Dora di Verney e le QC Terme Pré-Saint-Didier, quest’ultima situata in un palazzo ottocentesco con vista Monte Bianco.

Come direbbe Giallini, “Di qualità, come Aosta”.

LO STORYTELLING TERRITORIALE, UNA FORMULA VINCENTE CHEPREMIA TUTTI

ad aosta sulle tracce di rocco schiavone

La serie tv ideata da Antonio Manzini non è certo la prima a utilizzare questo tipo di storytelling territoriale; negli ultimi anni sono tanti i casi in cui film o serie tv, hanno reso celeberrime località nascoste o snobbate dai turisti, riuscendo addirittura in alcuni casi a portare migliaia di visitatori e ad aumentare il settore terziario di queste aree specifiche. Qualche esempio? Beh, in primis Il Commissario Montalbano, serie campione d’incassi targata Rai 1 tratta dai romanzi di Camilleri, ambientata nell’immaginaria Vigata ma che in realtà ritrae scorci di Punta Secca, Scicli, Donnalucata, Ragusa e altre città del Ragusano divenute mete ambitissime proprio grazie alla fiction. A dimostrarlo un dato: negli ultimi 15 anni, la regione del Ragusano ha assistito ad un aumento del 30% di turisti con ovvio incremento drastico del fatturato.

Stesso discorso lo si può fare per Don Matteo, ambientata nel bellissimo borgo di Gubbio, situato nel nord dell’Umbria a un passo dal confine con le Marche, crocevia di culture nel passato che però ha saputo mantenere nel tempo una sua forte identità. Anche Gubbio (in minor misura rispetto al Ragusano) ha tratto importanti benefici economici e attrattivi grazie alla fiction di rai 1, con numeri legati al terziario in continua ascesa.

Di esempi ulteriori ce ne sono eccome! Rimanendo in Italia è innegabile il lavoro di promozione territoriale svolto da La Porta Rossa con Trieste, I Bastardi di Pizzofalcone con Napoli, o da The Young Pope con Roma e le zone limitrofe alla Città del Vaticano e non si può non citare il connubio Valle d’Aosta-Rocco Schiavone, altra fortunata serie Rai, che mostra ed esalta un territorio molto vivibile, ricco di fascino, storia e patrimoni naturalistici, in contrasto con le atmosfere cupe dello sceneggiato.

Paolo Riggio

10 Responses to "Ad Aosta sulle tracce di Rocco Schiavone"

  1. Claudio Amici   28 Gennaio 2020 at 07:55

    La tv, in questi rari casi, svolge un ruolo determinante per mostrare e far conoscere il nostro Paese. Questa serie poi mi è piaciuta in particolare modo e la scoperta come la città di Aosta credo sia un po’ per tutti…

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  2. Rosanna Fiume   28 Gennaio 2020 at 23:31

    Adoro Rocco Schiavone, ci sarà anche lui …?

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  3. cinzia fabiani   28 Gennaio 2020 at 23:37

    Certo da Roma sono 7h di treno… varrebbe la pena attaccarci il weekend

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  4. Simo pelli   28 Gennaio 2020 at 23:40

    Che darei per farmi un bel weekend al QC Terme Pré-Saint-Didier! Da come è situato, in un palazzo ottocentesco con vista Monte Bianco, credo non abbia eguali

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  5. Luciano   29 Gennaio 2020 at 09:01

    Beh da Milano sono solo 3h … non ci ho mai pensato ma sembra così bella e invitante! Tu Paolo ci sei mai stato?

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  6. Livia Amido   29 Gennaio 2020 at 09:07

    Sono una prof. di storia dell’arte e non mai stata ad Aosta ne’ ne conoscevo le bellezze dell’impero romano in questa città. Devo colmare la mia carenza al più presto e questa festa di domani mi sembra invitante!

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  7. Steve Moss
    Steve Moss   29 Gennaio 2020 at 12:40

    beh lui è un grande, e mi stupisco che alle donne piaccia tanto. Rocco Schiavone rappresenta il tipico “faccia da schiaffi” che piace tanto. Comunque l’Italia è tutta così bella che non smette mai di stupirmi, e Aosta riesce davvero a sorprendermi in questa descrizione!

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  8. Melissa Turchi
    Melissa   30 Gennaio 2020 at 09:05

    Purtroppo Aosta viene poco presa in considerazione nelle varie opzioni turistiche, ma in realtà è veramente una città che merita una visita!

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  9. Giada   31 Gennaio 2020 at 09:56

    Complimenti!! Mi è piaciuto molto il Vs articolo: semplice, essenziale, non noioso. Bravi!!!

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  10. Valdo   31 Gennaio 2020 at 09:56

    Molto utile, non pensavo che Aosta fosse così bella, abbiamo deciso di andarci il prossimo mese!

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