Giulietta e Romeo, Shakespeare secondo Fabrizio Monteverde

Sabato 25 Febbraio al Teatro il Celebrazioni di Bologna è andata in scena Giulietta e Romeo interpretata dal Balletto di Roma, si tratta di una delle creazioni più vibranti di Fabrizio Monteverde. Il coreografo ha proposto una rilettura personale in chiave marcatamente femminile di uno dei più celebri drammi della storia del teatro.

Giulietta e Romeo, Shakespeare secondo Fabrizio Monteverde

BOLOGNA –  Giulietta e Romeo nella realizzazione del Balletto di Roma reca la firma di Fabrizio Monteverde per raccontare ancora una volta la più celebre love story di tutti i tempi. Il balletto ripropone quasi in toto la coreografia del 1989. La storia di Giulietta e Romeo viene questa volta raccontata secondo un differente stilema rispetto a quello shakespeariano, essendo preponderante l’elemento femminile e nello specifico sotto l’insegna di un matriarcato apertamente schierato. L’opera pur rimanendo fedele all’originale ne propone alcune varianti, la scena spazio-temporale viene ricondotta non più ad una Verona rinascimentale ma in un non precisato sud di collocazione più contemporanea, quasi in omaggio al cinema neo realista. La pregnanza femminile è dichiarata sin dal titolo che inverte i nomi dei protagonisti e da lì in poi questa supremazia muliebre verrà conservata per tutta la durata dell’opera.

La musica di Prokofiev sulle cui note avviene la contrapposizione tra le due famiglie rivali – quella dei Capuleti e dei Montecchi – i contrasti che vedono la presenza di uomini e persino donne fronteggiarsi in un insiemedi movenze secche, spigolose, movimenti che fendono l’aria come rasoi, e in quanto tali ci anticipano il climax finale. Passione, forza, orgoglio, senso di dominio sembrano i sentimenti più forti e parrebbe quasi difficile che su tale piattaforma emotiva possa nascere un sentimento di amore eppure a dispetto di tutto è quanto avverrà in seguito, malgrado il noto epilogo.  La  madre di Romeo imperiosa e glaciale benché su una sedia a rotelle, appare dura e arcigna anche nell’espressione del volto che non si rilassa mai in un sorriso, è certamente lei il motore di tutto, ed è lei che sembra tenere i fili della discordia fra le due fazioni apparendo in scena sin dall’inizio; contrapposta alla Capuleti, la madre di Giulietta più blanda e di indole più superficiale.
I giovani protagonisti sono a loro volta emuli delle famiglie alle quali appartengono. Giulietta si mostra volitiva, capricciosetta  ma anche temeraria, sarà lei quindi la parte spiccatamente attiva tra i due, sarà lei intraprenderà iniziativa, sarà lei a scendere dal balcone abbarbicandosi a quel muro che è anche il simbolo di chiusura e incomunicabilità tra le due opposte fazioni. Romeo appare meno attivo tra i due, si lascia andare e coinvolgere da Giulietta forse più per gioco e per curiosità.
Scenografia severa, minimalista, il grigio degli sfondi sarà  in contrasto con i colori dei costumi dei danzatori dove il nero e lo scarlatto svettano, fatta eccezione che appare sempre di bianco vestita, adottando sia colore delle spose ma anche del lutto all’unisono. La scena è sobria con pochi elementi che restano quasi sempre fissi trasformandosi all’occorrenza con minime varianti sarà una scala, conterrà il balcone posto di sguincio sul lato sinistro, ma sarà anche la tomba della scena finale nella quale si intravedranno i corpi di Mercuzio e Tebaldo fuoriuscire da due aperture-loculi, tramite una chiusura quasi circolare che con la morte dei protagonisti rimette in ordine quei tasselli che l’odio era riuscito a raccogliere.

Uno spettacolo che ha trovato nella superba interpretazione dei danzatori del Balletto di Roma degna corrispondenza essendo loro interpreti intensi, precisi, ben preparati e molto espressivi. Splendide le scene corali molto affascinante come nel primo atto la Danza dei Cavalieri dove i danzatori  entrando di spalla muovono le braccia con la rapacità di uccelli notturni, davvero esemplari poi i due protagonisti nel pas a deux.

Giulietta e Romeo è un’opera che conserva un afflato poetico e di grande bellezza insieme, esprimendo  l’arte magistrale di Monteverde, un coreografo che riesce comunque a raccontare “la novità” malgrado i secoli che questa rechi con sé.

Per le date della tournée clicca qui

 

Daniela Ferro

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