I ruoli da perdente di Joaquin Phoenix

I ruoli da perdente di Joaquin Phoenix

MONDO – In attesa di scoprire nei prossimi giorni se Joaquin Phoenix conquisterà il primo Oscar, riscopriamo cinque tra i suoi ruoli più belli (secondo noi) e poco conosciuti, i quali costituiscono il fil rouge di un immaginario fatto di personaggi ambigui, in bilico tra genio e sregolatezza.

Dopo (l’inaspettato?) trionfo del Leone d’Oro alla Mostra del Cinema, il chiacchierato Joker di Todd Phillips procede a gamba tesa a rastrellare premi, avviandosi a fare incetta anche ai prossimi Oscar che si terranno il 9 febbraio del 2020. Tra le undici candidature ottenute dal film, figura naturalmente quella al Miglior Attore Protagonista per Joaquin Phoenix, che nelle coloratissime vesti della nemesi di Batman ha forse regalato la performance della vita. Risate disturbanti, sguardo inquieto, movenze sinuose e improvvisi scatti di violenza schizoide sono i tratti caratteristici di un ruolo osannato e già pronto a divenire immortale. Ed è a ora il punto di arrivo più alto di una carriera costellata da innumerevoli successi.

In attesa di scoprire nei prossimi giorni se Joaquin Phoenix conquisterà il primo Oscar, riscopriamo cinque tra i suoi ruoli più belli (secondo noi) e poco conosciuti, i quali costituiscono il fil rouge di un immaginario fatto di personaggi ambigui, in bilico tra genio e sregolatezza. Di losers.

Il Gladiatore (2000) di Ridley Scott

Partiamo in quarta con il capolavoro peplum del regista di Alien e Blade Runner. Sul film è inutile soffermarsi: è la stra-celebre storia del generale Massimo (Russell Crowe in un ruolo magistrale), ridotto in schiavitù per non aver riconosciuto il pavido Commodo (Phoenix) come suo imperatore e pronto a vendicare la morte dei suoi cari, fatti giustiziare dal nuovo sovrano. A soli 26 anni, Phoenix mostra già un talento sovrannaturale nel tratteggiare un cattivo disgustoso e temibile (eppure sfaccettato al punto giusto da farne trasparire le debolezze umane), e in più di un’occasione riesce nel non semplice compito di oscurare il muscolare Crowe. Un personaggio già divenuto leggendario, che gli è valso la prima nomination all’Oscar.

I padroni della notte (2007) / Two Lovers (2008) di James Gray

Joaquin Phoenix
Joaquin Phoenix e Eva Mendes ne “I Padroni della Notte”

Film delicato e complesso sulle pene dell’amore, Two Lovers ha come protagonista Leonard, un uomo di carattere fragile che, sopravvissuto a un tentato suicidio a seguito del naufragio di una sentita relazione. L’incontro con altre due donne (Gwyneth Paltrow e Vinessa Shaw) arriveranno puntuali a far tribolare una volta (o due volte) di più il suo cuore. Two Lovers è diretto dal regista di I padroni della notte, altro film con Phoenix che vi consigliamo, in cui il nostro interpreta un atipico gangster che, nella sua vita dissoluta, prova comunque a trovare uno spazio per l’amore del padre poliziotto (Robert Duvall).

Irrational Man (2014) di Woody Allen

Joaquin Phoenix e Emma Stone in “Irrational Man”

Woody Allen ha innegabilmente perso lo smalto di un tempo, tuttavia alcune fiammate è ancora in grado di accenderle per ravvivare il buio della sala cinematografica, e la pellicola in questione è tra queste. Irrational Man segue le vicende karmiche di Abe Lucas, un disilluso insegnante di filosofia con la pancia da birra, disinteressato persino all’adulterino amore morboso di due donne (tra cui la Emma Stone di Birdman e La La Land), che riscopre l’amore per la vita quando decide di uccidere un giudice colpevole di non far bene il suo lavoro. Le conseguenze saranno inaspettate, per un film sarcastico e sottilmente inquietante, perfettamente in linea con la vena noir del regista newyorkese, già assaporata con Match Point e Scoop.

A beautiful day (2017) di Lynne Ramsay

Imbolsito, ingrassato, capelli lunghi trasandati e barba incolta, Joaquin Phoenix si arma di martello in questa pellicola sottovalutata di Lynne Ramsay e impersona Joe, un reduce di guerra mentalmente instabile e tormentato da pulsioni suicide che ha trovato lo scopo della vita come giustiziere solitario che sgomina i traffici di prostitute in una New York purulenta. Il film, stilisticamente a metà tra Michael Mann (Heat) e Nicolas Winding Refn (Drive), è un noir intelligente e spigoloso, di non facile visione ma che si lascia ricordare.

Riccardo Antoniazzi

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