70 anni e non sentirli: un focus sulla storia e sul mercato di oggi dei dischi in vinile

70 anni e non sentirli: un focus sulla storia e sul mercato di oggi dei dischi in vinile

MONDO – Oggi il vecchio e caro vinile compie 70 anni ed è festa grande per giovani e meno giovani. Per l’occasione ci chiediamo: i dischi in vinile sono di ritorno in grande stile? Usciti dagli scatoloni nei quali erano conservati stanno per rientrare nel cuore degli ascoltatori e anche l’industria musicale se ne sta accorgendo…

Era il settembre del 51′ quando i dischi in gommalacca vennero sostituiti dai dischi in vinile. Ne uscì fuori qualcosa di nettamente migliore e appetibile, più fedele e senza rumori di sottofondo. Fu una vera e propria rivoluzione che cambiò per sempre il mercato musicale.

Anche se sono considerati dagli esperti come il miglior supporto per la riproduzione di brani musicali, i dischi in vinile non sono stati sempre sulla cresta dell’onda. A partire dagli anni ‘80 e fino a circa una decina d’anni fa (per capirsi è il periodo che va dalle musicassette fino alla rivoluzione digitale), questi oggetti erano considerati nella maggior parte dei casi poco più di semplici soprammobili da spolverare ogni tanto. Si salvavano solamente quelli nelle case degli intenditori.

Da un po’ di tempo a questa parte, però, i dischi in vinile hanno iniziato ad uscire dagli scatoloni nei quali erano conservati per rientrare nel cuore degli ascoltatori e anche l’industria musicale sta accompagnando il ritorno in grande stile di questi arzilli vecchietti (non scordiamoci che il primo vinile fu introdotto dalla Columbia Records nel lontano 1948). Ma cosa rende questo supporto audio così attraente anche per le nuove generazioni?

Il vinile prima del digitale

Quando parliamo dei dischi in vinile ci riferiamo a tutta una serie di supporti per l’ascolto di musica (a 16, 33 e 45 giri) realizzati in questo materiale, in contrapposizione agli storici 78 giri che erano fatti in gommalacca. Fu la Seconda Guerra Mondiale a interrompere quasi totalmente la produzione di quest’ultimo formato per via dell’alto costo della materia prima a favore del nuovo e molto più economico materiale, scoperto già intorno alla metà del XIX secolo (anche se fu solo durante la prima metà del XX secolo che venne iniziata la produzione industriale).

Sin dal suo ingresso sul mercato il disco in vinile riscosse un immediato successo commerciale, tanto che nel giro di pochissimi anni divenne il supporto preferito per ascoltatori e musicisti. Anche se il brevetto delle musicassette venne depositato dalla Sony nel 1963 (poco più di dieci anni dopo il lancio del primo disco in vinile della Columbia) fu solo nel 1965 che iniziò la loro produzione di massa, ma solamente nel 1979 il Walkman Sony diede il via alla rivoluzione della musica a portata di mano. Per circa trent’anni il vero e unico protagonista dell’ascolto musicale era sempre lui: il disco in vinile.

La produzione dei 33 giri iniziò a calare proprio nel corso degli anni ‘80 complice, come abbiamo visto, l’ingresso sul mercato del Walkman e delle musicassette che iniziavano a contenere ben più della mezz’ora di ascolto per facciata del vinile. L’arrivo del Compact Disc (o CD) complicò ulteriormente le questioni, relegando definitivamente in soffitta sia i dischi che le musicassette.

Il vinile oggi

Per i successivi trent’anni dei vinili non si è quasi saputo più nulla anche perché non solo venne praticamente sospesa la loro produzione industriale, ma non si sapeva neanche più dove poter ascoltare i dischi che si aveva in casa perché venne sospesa anche la produzione dei giradischi e dei relativi pezzi di ricambio. Per questo motivo chi aveva ancora un’attrezzatura funzionante se la teneva ben salda fra le mani. Ultimamente, però, qualcosa sta cambiando.

E’ vero che l’ascolto digitale della musica è sicuramente più pratico rispetto ai dischi in vinile, però è come mettere a paragone una notte in un albergo qualsiasi e una in tenda sotto le stelle: più comoda e impersonale la prima, più scomoda e affascinante la seconda. Ecco allora che la nuova generazione di ascoltatori, stanca di un ascolto musicale di massa (basti pensare alle librerie dei vari cloud contenenti centinaia, quando non migliaia, di tracce audio), ha iniziato ad andare alla ricerca di un modo più personale e privato per ascoltare la loro musica preferita e, spinta dai genitori e nonni, è arrivata al vinile.

Per questo motivo oggi è possibile trovare dischi in vinile in vendita nei negozi fisici e online che sono sia ristampe di vecchie glorie del passato che nuove produzioni musicali. In più l’industria tecnologica ha ricominciato a produrre giradischi più compatti e pratici, adatti anche alla generazione dei Millennials, su cui poter ascoltare sia i dischi di una volta che quelli nuovi. Sia che apparteniate alla vecchia generazione, che alla nuova, non possiamo che concludere dicendo: “Bentornato vinile!”

Gigi Botti

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