Palazzo Barberini zooma su Raffaello: la Fornarina sempre più da vicino

Palazzo Barberini zooma su Raffaello: la Fornarina sempre più da vicino

ROMA – La celebre Fornarina di Raffaello Sanzio è tornata a Palazzo Barberini e la si può ammirare dal vivo. Inoltre sono stati presentati i risultati della campagna di indagini realizzate con tecniche innovative e macchinari all’avanguardia, a cui sono seguiti mesi di approfondimento e valutazione storico scientifica dei dati acquisiti. La nuova campagna di imaging ha letteralmente mappato la distribuzione degli elementi chimici presenti sulla tavola, consentendo di risalire ai pigmenti utilizzati dall’artista e di comprendere il processo esecutivo con cui li ha applicati sulla tavola. Ecco i risultati della diagnostica artistica.

Noi l’abbiamo vista dal vivo, nell’immensità di una mostra memorabile alle Scuderie del Quirinale, che ha degnamente ha celebrato il cinquecentenario della morte di RaffaelloVe l’abbiamo raccontata in parole ed immagini, anche se è stato difficile trasmettervi l’emozione provata nell’ammirare l’insieme delle sue opere. Raffaello ci è entrato nel cuore dal momento che abbiamo conosciuto l’uomo, oltre l’artista, che morì così tanto giovane, ma pur così tanto grande.

Alle Scuderie del Quirinale, in un’unica immensa sala quasi al buio, la luce magistralmente direzionata offriva la vista d’insieme dei tre dipinti icone. Il ritratto di donna detta La Velata (del 1512) che sta nelle Gallerie degli Uffizi a Firenze, il Ritratto di giovane donna, dipinto del 1518 e conservato nel Musée des Beaux-Arts di Strasburgo, ed al centro la celeberrima Fornarina. Questa sala metteva in risalto tutto l’amore di Raffaello per le donne, da quelle che posarono nelle vesti di Madonne e sante, alle dame borghesi delle grandi famiglie del secolo. Ma la più famosa è stata sempre Margherita Luti, figlia di un fornaio di Trastevere (detta appunto la Fornarina).

RAFFAELLO E LA FORNARINA: UN AMORE ETERNO

Dopo cinque mesi di assenza, la celebre Fornarina di Raffaello Sanzio è tornata a Palazzo Barberini, sede delle Gallerie Nazionali di Arte Antica. Capolavoro appartenente alla collezione Barberini fin dal 1642. La tavola prestata alle Scuderie del Quirinale per la mostra Raffaello 1520-1483 è ora esposto nella Sala 16 del piano nobile, dedicato a Lo sguardo del Rinascimento, con altre opere della collezione delle Gallerie, tra cui la Maddalena che legge di Piero di Cosimo, il Ritratto di Stefano Colonna del Bronzino e il Ritratto di Enrico VIII di Hans Holbein. Il museo continua ad essere aperto dal giovedì alla domenica, dalle 10.00 alle 18.00. Chiuso dal lunedì al mercoledì.

La Fornarina, prima del prestito alle Scuderie, era stata sottoposta a tre giorni di indagini in fluorescenza X mapping con tecniche innovative e macchinari all’avanguardia, i cui risultati sono stati presentati al pubblico in una giornata di studi programmata lo scorso 21 settembre.

3 giorni di studi, ricerche approfondimenti sulla FornarinaPalazzo Barberini (via delle Quattro Fontane) che hanno rappresentato un’occasione unica per avvicinare come non mai uno dei capolavori più iconici dell’arte occidentale e carpirne i segreti.

Raffaello. Foto Mywhere Fornarina
Ritratto di giovane donna nella sala con le donne di Raffaello. Foto Mywhere

FORNARINA AL BARBERINI: RAFFAELLO CON LA LENTE D’INGRANDIMENTO

In particolare, è stata effettuata una scansione macro della Fluorescenza dei Raggi X (MA-XRF) a cura di “Emmebi diagnostica artistica” e “Ars Mensurae” con degli strumenti messi a punto nell’ambito del Progetto MU.S.A. (Multichannel Scanner for Artworks), in collaborazione con l’INFN – Istituto Nazionale di Fisica Nucleare Sezione di Roma Tre, CHNET (Cultural Heritage Network), il CNR ISMN, il Dipartimento di Scienze Università Roma 3, Sapienza Università di Roma – Dipartimento di Scienze di Base e Applicate per l’IngegneriaL’intervento di Paolo Branchini (INFN) “La Fornarina e il progetto MUSA”, si è concentrato sulle varie fasi delle attività svolte per il Progetto M.U.S.A: dalla costruzione dello scanner multi-canale fino alla sua applicazione sull’opera di Raffaello. Lo strumento realizzato dall’INFN costituisce uno dei più brillanti esempi di come una tecnologia d’avanguardia sviluppata inizialmente per rispondere alle esigenze della ricerca in fisica fondamentale, in particolare per la realizzazione di rivelatori di particelle, abbia poi trovato applicazione in ambiti di ricerca molto diversi, portando un contributo fondamentale nello studio e nella conservazione dei beni culturali. Inoltre la portabilità dell’innovativo strumento sviluppato lo rende particolarmente indicato per esaminare anche opere di grandi dimensioni, contribuendo ad analizzarne gli aspetti diagnostici.

A tal proposito Chiara Merucci (Gallerie Nazionali Barberini Corsini) nel suo intervento La Fornarina: imaging e nuove acquisizioni” ha evidenziato come questa campagna di scansione macro XRF (MA-XRF) abbia arricchito di nuovi dati la conoscenza della Fornarina. Le immagini della distribuzione del ferro e del piombo, hanno confermato l’impostazione di una sotto-stesura di base chiaroscurata, una pratica diffusa ai primi del Cinquecento e presente anche in altri dipinti raffaelleschi. La distribuzione del mercurio, che indica l’impiego di cinabro, ha ribadito l’importante modifica del fondo, già individuata dalle radiografie eseguite nel 1983, che ha comportato un riassetto chiaroscurale della figura. La lettura delle immagini della distribuzione del rame, del ferro, del calcio e del manganese hanno restituito un’inedita visione del fondo di vegetazione, evidenziandone tutta la complessità. Stesure a base di terre (ferro) o di terra d’ombra (ferro e manganese) sono emerse per le foglie più ampie, mentre i rami del mirto risultano essere a base di un verde di rame e di nero d’ossa.

L’imaging ha dunque restituito la capacità del pittore nell’usare un complesso intreccio di forme e di pigmenti, dosati anche in termini di spessore per offrire una tridimensionalità altrimenti non del tutto apprezzabile.

Claudio Seccaroni (ENEA) con in suo contributo XRF e indagini a confronto” ha ripercorso le campagne di indagini XRF sulla Fornarina: nel 1983 da parte della Sapienza Università di Roma, nel 2001 da parte dell’ENEA e quest’anno da parte di Emmebi Diagnostica Artistica, Ars Mensurae e la Sezione INFN di Roma3. Essendo state effettuate queste campagne con strumentazioni e modalità differenti l’attenta lettura e comparazione dei risultati consente di sondare a fondo le potenzialità diagnostiche di tecnica analitica nelle sue molteplici configurazioni e di effettuare considerazioni più circoscritte circa i materiali utilizzati su questo dipinto, integrando le informazioni ottenute singolarmente nelle tre campagne.

Giovanna Martellotti (CBC Conservazione Beni Culturali Soc. Coop.), con L’ultimo restauro”, ha invece illustrato gli esiti degli interventi di restauro sulla tavola del 2000, diretti da Lorenza Mochi Onori, sponsorizzati da Estée Lauder, curati da Cinzia Silvestri e Rosanna Coppola della CBC. I dati materiali raccolti vent’anni fa dall’osservazione accurata dell’opera nelle diverse fasi del restauro sono stati messi a confronto con le indagini eseguite dal centro ricerche dell’ENEA, dall’Istituto Nazionale di Ottica, dalla PanArt e dalla R&C scientifica.

Alessandro Cosma (Gallerie Nazionali Barberini Corsini) ha chiuso la giornata con “La Fornarina. Un mistero ancora aperto” e ha ripercorso da un lato le vicende note – e accertate – del dipinto: dalla prima citazione nella collezione della contessa Caterina Sforza di Santafiora (1595) fino all’ingresso dell’opera nella collezione delle Gallerie Nazionali, dall’altro ha messo in evidenza i dubbi e le problematiche ancora aperte sul significato dell’opera, la sua realizzazione – forse più lunga di quanto si è immaginato – e la sua destinazione originaria. Questioni che si intrecciano strettamente con la progressiva identificazione della donna ritratta quella amata da Raffaello e con la “nascita” – tutta ottocentesca – della Fornarina come Margherita Luti.

mostra Raffaello a Roma Foto Mywhere Fornarina
Particolare de La Fornarina scattato alla mostra di Raffaello a Roma. Foto Mywhere

INFO UTILI E SCHEDA OPERA

SCHEDA OPERA:

Raffaello Sanzio (Urbino 1483 – Roma 1520)
La Fornarina, 1520 circa

olio su tavola, cm 87 x 63

La donna raffigurata è, secondo la tradizione, l’amante e musa ispiratrice di Raffaello: Margherita Luti, figlia di un fornaio di Trastevere, da cui il soprannome “Fornarina”. Non si ha notizia di chi fosse il committente dell’opera e ciò potrebbe avvalorare l’ipotesi che Raffaello l’abbia dipinta per sé, negli ultimi anni della sua vita. Che si tratti o meno dell’amante di Raffaello, dietro questo volto imperfetto, dai tratti marcati, si nasconde una rappresentazione di Venere. La posa delle mani, una adagiata nel grembo, l’altra sul seno, segue il modello della “Venere pudica” della statuaria classica: un gesto di pudore che tuttavia orienta lo sguardo dell’osservatore proprio su ciò che si vorrebbe nascondere. Simboli della dea dell’amore sono anche il bracciale della donna su cui si legge “Raphael Urbinas”, firma dell’autore e pegno di vincolo amoroso, nonché, sullo sfondo, il cespuglio di mirto e il ramo di melo cotogno, simbolo di fertilità. Il quadro apparteneva già ai primi proprietari del palazzo, gli Sforza di Santafiora, e fu uno dei primi ad essere acquistato dai Barberini.

INFORMAZIONI MUSEO:

www.barberinicorsini.org | gan-aar.comunicazione@beniculturali.it

SEDE: Roma, Palazzo Barberini, via delle Quattro Fontane, 13

ORARI E GIORNI DI CHIUSURA: Dal lunedì al mercoledì. A causa dell’emergenza Covid-19 il Museo osserverà i seguenti giorni e orari: dal giovedì alla domenica, dalle 10.00 alle 18.00. La biglietteria chiude alle 17.00.

Fabiola Cinque

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