Invasioni Digitali 2016, l’arte viaggia sui social

Invasioni Digitali 2016, l’arte viaggia sui social

Musei, siti archeologici e storici di paesi poco conosciuti e di grandi città: questi sono gli obiettivi di Invasioni Digitali, la community fondata da  Fabrizio Todisco e Marianna Marcucci. I nuovi appuntamenti – pardon, incursioni – a cavallo tra aprile e maggio 2016.

Cosa sono le Invasioni digitali? C’è davvero parentela tra un sito antico, riconosciuto (o meno) come Bene Culturale e un’operazione che coinvolga la tecnologia?

Per raccontare di questa relazione bisogna partire da poco lontano. Dalla fine del Ventesimo secolo in cui la tecnologia inizia ad insidiarsi in ogni aspetto della vita dell’uomo.  I Beni Culturali italiani e i propri musei non possono ignorarla. Alcuni vorrebbero.

I luoghi d’arte iniziano ad accogliere la tecnologia al loro interno: tecnologia come supporto per la catalogazione, quindi come supporto per la tutela, e tecnologia come allestimento quindi strumento di mediazione dei beni storico artistici. Tecnologia per avviare operazioni di fundraising, e che comunica i beni con l’esterno, li pubblicizza e cerca di fidelizzare il pubblico ormai attivo e partecipante dell’esperienza museale.

Non tutti i musei italiani si aprono velocemente alla tecnologia, molti non lo hanno ancora fatto. La maggior parte dei Beni Culturali italiani, sì sa, sono pregni di valore storico a partire dai propri involucri ed hanno opposto resistenza a questo fenomeno, convinti che la tecnologia con la sua “modernità”, potesse intaccare la loro “storicità”.

Un esempio è il fatto che parte della critica non riesca a concepire l’introduzione di postazioni interattive volte alla contestualizzazione dei beni, eppure, dall’altra parte del mondo nascono musei concepiti da e per la tecnologia, come la Gallery One del Cleveland museum of Art, in cui è mediatrice assoluta di contenuti, al pubblico.

Lo sviluppo degli strumenti multimediali ha modificato la concezione della visita reale al museo a cui può precedere o seguire una visita virtuale, all’interno e all’esterno del museo stesso.

L’innovazione tecnologica per eccellenza resta, però, per i musei e luoghi d’arte italiani, la comparsa del World Wide Web (in uno scenario mondiale è stato già superato da altri sviluppi tecnologici e comunicativi) che permette sempre più la condivisione dei vari Pc, prima, e di tutti i differenti dispositivi evoluti, che continuano a nascere, oggi. L’innovazione in Italia non si ritrova tanto all’interno dei musei, che ne sfruttano, seppur con lentezza rispetto al resto del mondo, il potenziale, quanto piuttosto nell’utilizzo che il pubblico dei musei fa degli strumenti tecnologici che porta con sé. Dagli anni ’80 vengono creati modelli sempre più avanzati ed economicamente sempre più accessibili al pubblico e nel Nuovo Millennio si diffondono i Social Media come Twitter, Facebook e Instagram: diari di viaggio, album fotografici, piazze d’incontri virtuali.

Al nuovo pubblico dei musei, grazie ai Social Media, si presenta così la possibilità di conoscere l’arte e le esperienze museali dei propri “amici virtuali”. Gli abitanti del web vengono invogliati dalle esperienze altrui. Sono così spinti a vivere in maniera personale e reale le proprie storie “condividendo” poi, il racconto con un clic sui propri diari virtuali.

Nasce, così, nel 2013, Invasioni Digitali, dalla collaborazione di Fabrizio Todisco e Marianna Marcucci. La mission di Invasioni Digitali : “Crediamo in nuove forme di conversazione e divulgazione del patrimonio artistico non più autoritarie, conservatrici, ma aperte, libere, accoglienti ed innovative. Crediamo in un nuovo rapporto fra il museo e il visitatore basato sulla partecipazione di quest’ultimo alla produzione, creazione e valorizzazione della cultura attraverso la condivisione di dati e immagini”.

Le Invasioni consistono in incontri, visite guidate, giornate culturali in un sito conosciuto o meno, ma di cui è riconosciuto dai partecipanti (invasori) il valore storico, artistico, oppure semplicemente il valore affettivo di un luogo che abbia una storia da raccontare. Le Invasioni Digitali, oggi, si sono diffuse dall’Italia, anche all’estero, come la “Missione Berlino” avvenuta in aprile.

Il capo di una invasione è colui che liberamente si iscrive al sito invasionidigitali.it specificando il luogo e motivo dell’invasione ed è invitato a promuovere il proprio evento, che si tiene in un determinato periodo (quest’anno dal 22 aprile all’8 maggio 2016), ai propri amici, a quelli virtuali e non, agli esperti del settore artistico o semplicemente agli abitanti del posto in cui avviene l’invasione, alla stampa.

In che modo il capo invasore coinvolge i partecipanti all’invasione? Come avviene la scelta del sito e che attività sono state predilette dagli organizzatori? Risponde a queste domande il capo dell’invasione digitale all’abbazia medievale di Santa Maria, sul Monte Tubenna a Castiglione dei Genovesi in provincia di Salerno, Anna Lisa Vitolo, dottoranda in Storia dell’Arte Medievale e guida turistica.

Abito a San Mango Piemonte e sulla sommità del monte che sovrasta il mio paese si trova il santuario della Madonna del Tubenna. I lavori di restauro da poco terminati hanno permesso di mettere in sicurezza la struttura che ha origini medievali, e il parroco di Castiglione ha permesso l’apertura della chiesa in occasione dell’evento. Visto che sono una guida turistica, dapprima avevo pensato ad una semplice visita ai luoghi, lasciando molto spazio alle foto e alla condivisione tanto di ciò che resta dell’Abbazia, tanto del panorama che abbraccia dalla Costa d’Amalfi alla Piana del Sele. Durante gli studi per la preparazione dell’evento, però, mi sono resa conto che la città di Castiglione è strettamente legata all’Abate Genovesi, e per dare giusto peso a questo personaggio che ha segnato l’illuminismo napoletano del Settecento e nato in questa terra, ho coinvolto due attori, che hanno letto degli stralci tratti da alcune opere del Castiglione, dal “Discorso sopra il vero fine delle lettere e delle scienze” e dalle “Lettere accademiche su la questione se siano più felici gl’ignoranti che gli scienziati”. La mattinata si è conclusa con un piccolo aperitivo tra l’aria di montagna e la vista del mare”.

Come è venuta a conoscenza di Invasioni Digitali?
“Il mio compagno, Luca Penna, è “capo invasore” insieme a me, e che ha in passato organizzato due invasioni sul territorio di Solofra, con l’associazione Asbecuso di cui era presidente e della quale facciamo attualmente parte, quindi lui era già un habitué dell’evento ed è lui che mi ha fatto conoscere Invasioni Digitali. Abbiamo gestito la parte organizzativa e lui si è occupato soprattutto della parte grafica, della stampa degli ‘space invaders’, e ha realizzato (nell’ambito di un nostro progetto più vasto che si chiama tacCamp) un taccuino personalizzato per l’evento ‘Invasione al Monte Tubenna’, dove gli invaders hanno lasciato le loro belle dediche e impressioni. Luca ha portato due bottiglie di vino da lui prodotte per offrire un degno aperitivo finale agli invasori”!

In che modo è stato coinvolto il pubblico all’invasione? Risponde Rosaria Tancredi, neo laureata in critica d’arte, membro di un progetto di ricerca sui “Social Network delle entità dei Centri Storici” che fa parte del gruppo di invasori dell’Abbazia del Monte Tubenna.

Lo scopo della mia partecipazione è quello di incrementare la tutela e la divulgazione del patrimonio storico artistico della mia regione puntando soprattutto a rafforzare la consapevolezza nei cittadini della ricchezza del territorio stesso. Non mi ritengo parte del pubblico, sono più che altro una partecipante. L’invasione è stata come un incontro tra intimi, abbiamo fatto foto per il nostro diario personale, ed il nostro diario comune, abbiamo condiviso fisicamente idee, saperi ed emozioni”.

L’obiettivo dell’invasione, allora, è stato raggiunto: rendere questi incontri delle esperienze   partecipate.  Se i nuovi sistemi digitali in Italia non hanno (ancora) rivoluzionato il modo di mediare al pubblico un museo, hanno sicuramente agevolato la divulgazione dell’informazione che i musei e i luoghi storici e artistici, o semplicemente i luoghi del cuore, possono far raggiungere ai possibili visitatori abbattendo ogni distanza.

Segnaliamo di seguito, gli hashtag dell’evento come promesso agli invasori.
Invitandovi a digitarli su Facebook, Twitter e in tutti gli altri social network per scoprire di persona in cosa consistono le loro incursioni.

#montetubenna #castiglione #salerno #madonnadeltubenna #invasionemedievale #salernopanorama #montipicentini 

Le Invasioni digitali 2016

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Sotto: un servizio TV sulle incursioni digitali di aprile-maggio 2016

Raffaella Del Gaudio Pernice
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